Per la maturità scritto d’italiano in presenza

Ma si ipotizza anche una tesi di diploma da discutere e colloquio orale

Gianvito Pugliese

E’ vero che ognuno, Covid o non Covid, deve fare il proprio mestiere e pensare al proprio settore, ma è al contempo vero che la pandemia, che stasera sfiora i centomila nuovi contagi, novantottomilaventi per l’esattezza (i dati analitici li pubblicheremo fra poco), non è che non incida nella vita dei cittadini e le istituzioni possono chiamarsi fuori.

Per ora non entriamo nel merito delle proposte in discussione per l’esame di maturità 2022, osserviamo solo che forse sarebbe stato opportuno:

  1. maturare prima una proposta concreta e solo dopo informarne l’opinione pubblica, a partire dai soggetti più interessati: i maturandi e le loro famiglie;
  2. il rischio di disinformare e creare confusione è inevitabilmente dietro l’angolo quando si susseguono e sovrappongono proposte, decisioni e provvedimenti. Non è che non dobbiate discuterne a Trastevere (sede del Ministero competente), ma prima di parlarne o peggio scriverne “urbi et orbi” non è meglio assicurarsi che si tratti di ipotesi attendibili e concretizzabili. Il Covid che da qui a giugno-luglio potrebbe cambiare tutto in questo Paese, risparmierà solo gli esami di maturità?
  3. le istituzioni hanno il sacrosanto dovere di lavorare all’unisono ed evitare, nell’epoca della globalizzazione, che la mano destra continui ad ignorare quello che fa la sinistra. Sono decisioni che incidono finanche sui trasporti, oltre che sulla salute, ci riferiamo ai relativi ministeri;
  4. ed a tal proposito dopo che realmente si saranno sciolti i nodi e verificato che le proposte di novità ipotizzate siano compatibili con la situazione oggettiva sanitaria ed organizzativa del Paese, la bozza di decreto che il Ministro Bianchi dovrà sottoscrivere, dovrà essere sottoposta alle Commissioni parlamentari di Camera e Senato. Ancora non sappiamo se per un parere solo obbligatorio o vincolante.

Come penso di aver appena dimostrato tante, troppe variabili per poter dire oggi cosa si potrà fare o non fare circa sette mesi dopo, giorno più, giorno meno.

Già annunciare, ancora una volta, il ritorno in scuole “sicure” il 10 gennaio in presenza, ci scusi Ministro Bianchi, è una pia speranza non una certezza, come Lei l’ha presentata pochi giorni or sono, e sicuramente sa bene che giorni fa eravamo passati dai diecimila contagi di due settimane prima a ventimila. Ma, da quando Lei ha fatto l’annuncio, da ventimila siamo arrivati a sfiorare centomila.

A questo punto viene da chiedersi dove siano più numerosi i negazionisti, perchè non lo è solo in negare l’utilità di vaccini e certificati verdi, ma quasi altrettanto mettere la testa sotto la sabbia, come lo struzzo, quando nel deserto è in pericolo, per non vedere il predatore (in questo caso il Coronavirus) che incombe.

E andiamo al merito, visto che finora abbiamo disquisito di forma e di contesto “ambientale” ad ampio raggio.

Dovremmo, o più esattamente potremmo avere per la maturita 2022 “una prova scritta d’italiano di carattere nazionale, comune a tutti gli indirizzi di studio; una ‘tesi di diploma’, con argomento assegnato ai maturandi entro aprile e riconsegnata entro maggio; e un colloquio orale, strutturato in più fasi”.

“È questa una delle ipotesi al vaglio del ministero dell’Istruzione per la maturità 2022” che riguarda circa mezzo milione di studenti.

Il ministero lavora ad un dossier, che prevede, qualcuno dice “predilige”, anche questa ipotesi ma, visto che l’esame è disciplinato da una legge, servirà comunque un’ordinanza.

Ma solo la Legge di Bilancio potrà formalizzare il potere di ordinanza da parte del ministro.  Il che avverrà, salvo errori ed omissioni, solo a gennaio dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, sentite peraltro le commissioni.

La nuova ‘versione’ dell’esame di maturità – terza deroga in tre anni – rappresenterà comunque un piccolo passo in avanti verso la normalità, rispetto agli ultimi due anni caratterizzati dal Covid.Nel 2020, primo anno di coronavirus, i maturandi avevano sostenuto solo una prova orale partendo dalla discussione di un elaborato. Mentre nel 2021, avevano dovuto portare al colloquio una vera e propria tesina, assegnata 1 mese prima.” E’ questa la sintesi che ne da un’autorevole agenzia di stampa.

Una prova scritta d’italiano di carattere nazionale, comune a tutti gli indirizzi di studio; una ‘tesi di diploma’, con argomento assegnato ai maturandi entro aprile e riconsegnata entro maggio; e un colloquio orale, strutturato in più fasi”. Questa l’ipotesi più gettonata, salvo……, se………, ma………., con buona pace di un minimo di certezze, che non ci sono neanche per il 10 gennaio, figuriamoci per luglio.

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