Trovato morto Gergely Homonnay

Lo scrittore ungherese trovato morto in una sauna a Roma

La redazione

Gergely Homonnay, cinquantaduenne attivista dei diritti Lgbt rinvenuto privo di vita all’alba di Capodanno nel bagno turco di un club privato di via Pontremoli, nel quartiere San Giovanni a Roma, “aveva molta paura che gli potessero fare del male”: racconta sui social una sua amica, la teologa magiara Rita Perintfalvi, con la quale Homonnay aveva trascorso quattro giorni prima di Natale nella capitale italiana, sua città d’adozione. La teologa prosegue: “Mi si spezza il cuore, non capisco e non ci posso credere. Gergely Homonnay è morto. Ho trascorso 4-5 giorni prima di Natale con lui ed Erzsi (un’amica, ndr) a Roma, abbiamo intrecciato molti progetti comuni. Gergely era felice e innamorato, ma aveva molta paura che gli potessero fare del male”.

Homonnay, che viveva a Roma, dove era noto fin dal 2018 per il suo impegno a favore dei diritti civili e della comunità Lgbt, era anche per questa suo impegno un convinto oppositore di Viktor Orban. Di recente aveva diffuso sui social pesanti critiche nei confronti di Katalin Novak, la ministra della Famiglia, candidata da Orban alla presidenza della Repubblica nell’elezione del prossimo gennaio.

Proprio il 2 dicembre era stato condannato da un tribunale ungherese per diffamazione avendo definito “un orribile verme nazista” l’astro nascente del partito conservatore Fidesz.

Il corpo dello scrittore non presentata segni di violenza. E’ stata disposta l’autopsia che sarà eseguita domani presso l’Istituto di medicina legale di Tor Vergata. Gli inquirenti sospettano che a togliergli la vita possa essere stato un mix di sostanze stupefacenti. Nel fascicolo aperto dalla procura di Roma si procede per l’ipotesi di morte come conseguenza di altro reato. E’ stato sequestrato il cellulare della vittima.

Le indagini aperte e che saranno condotte sicuramente con estrema cura ci diranno se si è trattato davvero di morte da overdose di stupefacenti o altro di più complesso.

Quello che stona nella storia, se l’amica teologa racconta tutta la verità e non qualcosa di comodo, anche solo per difendere la memoria dell’amico scomparso, è che un uomo ossessionato “dalla paura che gli potessero fare del male” non solo di notte, da solo va in una sauna, potrebbe anche starci, ma si sarebbe drogato pesantemente, rinunciando così a qualsiasi difesa nei confronti di malintenzionati. Ovviamente è solo una domanda che ci stiamo ponedo, certi che anche gli investigatori se la saranno già posta.

Probabilmente ne sapremo di più.

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