Ieri, secondo anniversario dell’assassinio del generale Soleimani, l’Iran reagisce
Un attacco di droni a Baghdad contro truppe Usa e l’hackeraggio del Jerusalem Post
Gianvito Pugliese
Due anni or sono, nella giornata di ieri, fu ucciso con un attacco di droni americani sull’aeroporto di Baghdad Qasem Soleimani, generale iraniano a capo della Niru-ye Qods, l’unità delle Guardie della Rivoluzione islamica iraniana.
Donald Trump rivendicò con malcelata soddisfazione di aver dato l’orine di ucciderlo. E ottenne l’obiettivo che l’Iran spiccò un mandato d’arresto nei suoi confronti per omicidio. Mandato che l’Interpol ha dovuto registrare. Successivamente un alto funzionario del Mossad, l’intelligence israeliana, ha sostenuto in un’intervista che Israele ha avuto un ruolo importante nell’assassinio di Qassem Soleimani,
Se nei confronti degli statunitensi, ritenuti gli esecutori materiali dell’assassinio, ci fu una vendetta immediata, con l’attacco missilistico dell’8 gennaio contro due basi degli Stati Uniti in Iraq, ed il mandato d’arresto per Trump e 47 funzionari americani, ora che Israele è rea confessa, grazie alle dichiarazioni surriportate, è stata presa di mira con un attacco hacker ad una testata israelita con annessa minaccia a Tel Aviv.
Cos’è avvenuto esattamente? Sulla pagina web del Jerusalem Post, una testata israeliana, sono apparsi la foto di un attacco all’istallazione nucleare israeliana di Dimona e un messaggio di minacce. L’attacco era una esercitazione dell’esercito iraniano in un sito militare in cui era stata ricostruita Dimona, La minaccia implicita e diretta: “Prima o poi facciamo saltare in aria una vostra centrale nucleare con conseguenze letali per Israele”. Quest’ultima, a ragione o torto, è considerata il mandante dell’omicidio del generale iraniano.
Quanto agli Usa, attacco ieri con due droni alle forze americane di stanza a Camp Victory, nell’aeroporto internazionale di Baghdad. I droni sarebbero stati neutralizzati dal sistema di difesa C-Ram.
L’Iran è tornata a “bomba” contro Trump ed i suoi sodali ed ha chiesto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu di chiarire le responsabilità di Stati Uniti e Israele per la morte di Qassem Soleimani.
In una lettera inviata dall’ambasciatore iraniano presso le Nazioni Unite, Majid Takht-Ravanchi, si evidenzia che “date le terribili conseguenze di questo atto terroristico sulla pace e la sicurezza internazionale“, il Consiglio di Sicurezza deve “chiamare a rispondere gli Stati Uniti e il regime israeliano della pianificazione, del sostegno e di aver commissionato tale atto terroristico”.
“Il martire Soleimani – conclude – ha svolto un ruolo significativo nella lotta al terrorismo internazionale e di conseguenza è stato giustamente insignito del titolo di Eroe della lotta al terrorismo e di Generale della pace. Quindi il suo vile omicidio è stato un grande regalo per Daesh e per gli altri gruppi della regione designati come terroristici dal Consiglio di Sicurezza”.
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