Per un “tecnico” urgono norme a garanzia del voto no-vax per il Quirinale
Intervistato da una nota Agenzia di stampa, un costituzionalista sostiene il diritto del no vax, elettore per il Colle a votare, usare aerei, treni etc
Gianvito Pugliese
Costituzione Art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
Non è solo perché è l’articolo della nostra Carta Costituzionale che mi piace più di tutti che l’ho trascritto in apertura di questo, che prima che articolo. vuol essere un ragionamento si giuridico, ma non per soli addetti ai lavori Nessun parolone, nessuna “palingenesi semantoplastica”. Sono un fermo assertore della teoria che sostiene che il medico che ha compreso di cosa soffre il paziente lo dice in parole comprensibilissime, quello che non sa che pesci pigliare si nasconde dietro un tecnicismo lessicale, per non confessare che la diagnosi semplicemente non c’è ed è probabile che non arriverà senza un opportuno consulto. Per il giurista, l’ingegnere, il fisico, il chimico è la stessa ed identica cosa.
Proseguo, quell’articolo 3, a mio modestissimo parere, contraddice tutta la costruzione su cui si basa la teoria che emerge dall’intervista rilasciata all’Agi da Francesco Clementi, “costituzionalista e professore dell’Università di Perugia” recita la presentazione. In realtà, stando al sito dell’Università di Perugia, che mi auguro sia aggiornato, risulta essere professore associato (la serie A, per intenderci, è rappresentata dai professori ordinari, i cosiddetti “baroni”) nel Dipartimento di Scienze politiche ed il suo insegnamento è DIRITTO PUBBLICO COMPARATO, la comparazione -per i non addetti ai lavori- è tra il nostro diritto pubblico e quello di altri Paesi.
Permettetemi di glissare e non tediarvi con racconti inutili sulle mie esperienze da docente in cattedre ed insegnamenti (quattro) strettamente legati al diritto pubblico nella Facoltà di Giurisprudenza e Scienze politiche dell’Ateneo “Aldo Moro” di Bari. Lo dico solo per chiarire che non affronto l’argomento totalmente a digiuno. Stop.
Il passaggio delle dichiarazioni del Clementi, che mi ha maggiormente sbigottito (non il solo) è questo: “Un no vax non ha diritto a un trattamento diverso rispetto agli altri cittadini, ma solo in questo caso, perché esercita una funzione costituzionale che noi dobbiamo proteggere e per garantire il diritto di voto per l’elezione del Capo dello Stato, deve essere garantita questa eccezione.” E prosegue: “ A noi interessa la funzione costituzionale che loro assolvono piuttosto che le loro libere scelte. Serve un emendamento da inserire nel primo decreto utile che va in conversione prima del voto, e che sia perimetrato esattamente per la funzione costituzionale alla quale gli elettori presidenziali devono assolvere”.
Partiamo dalla prima affermazione “Un no vax non ha diritto……garantita questa eccezione.” In sostanza, ci fa capire, occorre, anzi ugre una norma (un decreto legge) per affermare che il no vax, che la legge -che vale per tutti, no vax compresi- priva di taluni diritti, tipo viaggiare liberamente su mezzi pubblici, consumare al ristorante o al bar- se elettore del Capo dello stato -cioè parlamentare di Camera o Senato, o tra i tre eletti da ciascuna Regione, salvo Valle d’Aosta che ne elegge uno solo (ex art. 83 della Costituzione)- è esonerato dall’obbligo del green pass e che il suo diritto-dovere di partecipare al voto travalica tutto e tutti. Con buona pace dell’uguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge …..senza distinzioni di……condizioni personali e sociali.
Parrebbe che i nostri saggi padri costituzionali, abbiano previsto la questione sollevata oggi dal Prof. Clementi e l’abbiano stoppata sul nascere.
Ma Clementi continua ed a domanda risponde
- D. E il precedente dei parlamentari non vaccinati ai quali è impedita la possibilità di partecipare alle sedute delle Camere?
- R. “Non è applicabile. L’elezione presidenziale non è un voto come gli altri. L’elezione del Presidente della Repubblica è un mero seggio elettorale. Lo prova che non vi è alcun dibattito, non ci sono candidature o discorsi in Aula. È semplicemente un seggio posto al centro della Camera”.
E no, scusate, la funzione costituzionale più alta in assoluto quella legislativa diventa “un voto come gli altri”? Tra i tre poteri dello Stato il legislativo (il Parlamento), l’esecutivo (il Governo) ed il giudiziario (la Magistratura) il primo non è primo solo perché si è trovato lì per caso. Il governo deve avere la fiducia del Parlamento o non esiste, il parlamento nomina parte dei componenti del Consiglio Superiore della Magistratura, più noto come Csm, l’organo di autotutela dei giudici. Legiferare ridotto a rango infimo, a fronte di una elezione, importante quanto si vuole ma sempre elezione.
Stupisce ancora il dramma di un rinvio delle votazioni.
- D. C’è chi suggerisce di rinviare il voto.
- R. “Sono contrario, non condivido. Segnalerebbe che questo Paese e questo ordinamento è incapace di far votare 1.008 persone in sicurezza. Costituirebbe poi un vulnus costituzionale: stiamo trattando di un’elezione di tipo monocratico ad un collegio ristretto. Siamo di fronte a un rischio che neanche in tempo di guerra si potrebbe immaginare ……………..
Vulnus costituzionale? Quale norma costituzionale, ordinaria o finanche regionale, impedisce un rinvio per ragioni oggettive? Non lo dice, per la semplice ragione che non esiste. La guerra, invece, c’è ed è quella che, non so lui, ma il resto degli italiani sta combattendo col Covid-19 dal 30 gennaio 2020, quando furono scoperti i primi due casi.
Nel tentativo di trovare una soluzione alla pericolosità di concentrare 1008 persone nell’Aula della Camera, inizia ad ipotizzare il voto disgiunto nelle aule di Camera e Senato, ma si supera col: “Si potrebbe anche immaginare altro: ad esempio votare nelle aule delle commissioni della sola Camera dei Deputati per mantenere la fisicità di un unico luogo di voto”. Piccolo problema: i Questori devono presenziare. C’è stata la moltiplicazione dei pani e dei pesci, e per quella ci volle Gesù Cristo, il miracolo della moltiplicazione dei Questori parlamentari chi la fa, Fico o la Casellati, o i due insieme?
Non voglio fare illazioni sulla ragione che spinge ad essere così catastrofico, dove la catastrofe non c’è, e così permissivo, dove invece il permessivismo può produrre altri contagiati e morti e, coi numeri attuali, anche uno di più, sia degli uni che degli altri, è di troppo.
Non m’interessano i complottismi e ne sto il più lontano possibile. Resta il fatto che le giustificazioni giuridiche a sostegno della tesi sono a dir poco sconcertanti e non supportate.
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