Tokayev, discorso alla Trump

“Stranieri hanno tentato il golpe in Kazakistan” fornirà alla comunità internazionale le prove

Gianvito Pugliese

Sarà il fatto di condividere la stessa consonante di inizio del cognome, sta di fatto che il Presidente kazako Tokayev (in foto di copertina) rilascia dichiarazioni tutte apodittiche promettendo prove, che non ha.

Stesso vizio dell’ex Presidente americano. Il Tycoon, forse perchè in America tutto è big, le sparava enormi. Resterà nella storia e nei primati delle panzane l’accusa alla Cina di aver prodotto in laboratorio il Coronavirus per infettare l’America ed il mondo. Gli tenne bordone solo Mike Pompeo, anche lui non nuovo a sparare bugie ed invenzioni allo stato puro, pur di far contento Donald Trump, cioè il suo padrone. Trump, con Pompeo che alle sue spalle dava manifesti segni di conferma ed approvazione, sostenne di avere le prove del complotto cinese e di averle avute dai Servizi segreti statunitensi. Il giorno dopo il direttore della Cia smentì clamorosamente Trump, affermando non solo l’inesistenza di prove di tal genere, ma addirittura di aver comunicato al Presidente che le indagini della Cia avevano concluso per un virus di origine animale,

Torniamo a Tokayev. Ha dichiarato che si è verificato nei giorni scorsi un: “tentativo di colpo di stato” guidato da “combattenti armati”. Ha spergiurato che fornirà alla comunità internazionale le prove del “coinvolgimento di terroristi stranieri” nel tentato golpe e che il suo governo è di fronte ad una “aggressione dall’esterno“.

Non spareremo mai sui manifestanti pacifici”, ha aggiunto: Tokayev: “l’operazione antiterrorismo prosegue, ma è vicina alla fine”. Ed ha concluso “Sono entrati in azione gruppi di combattenti armati che stavano aspettando il momento giusto. Il loro obiettivo principale è diventato chiaro…è stato un tentato golpe“. 

Presidente Tokayev, non so in Kazakistan, ma in tutto il mondo civile la prove si mostrano non si promettono, anche perché una prova futura non è una prova, ma una menzogna che la mostra in tutta la sua meschinità.

Forse un tentativo di golpe c’è stato ed è ancora in corso, ma si tratta della guerra tra bande, tutta interna al Paese, tra i suoi accoliti e quelli del suo padrino Nazarbayev. La protesta dei suoi concittadini contro il caro energia sarebbe rimasta pacifica se la brutalità della repressione da parte dei suoi servizi di sicurezza non l’avesse aizzata alla protesta.

Ora deve giustificare agli occhi dei kazaki l’invasione del Paese per mano di Putin ed i suoi soldati, da lei avvallata (l’ha richiesta a Putin, almeno tre ore dopo che i militari russi erano atterrati ed entrati in funzione). Continui pure a mentire, tanto non le crede nessuno.

Le aggiungo solo che Putin con l’azione militare la tradito la lunga e consolidatissima amicizia con Nazarbayev, oggi in suo favore. Prima o poi capiterà anche a lei la stessa fine. La storia si ripete. Inutile le spieghi che è il sunto dei Corsi e ricorsi storici teorizzati da Giambattista Vico, grande filosofo, storico e giurista napoletano dell’età dei lumi, nel XVIII secolo.

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