Violenza a Capodanno: il racconto di Chiara
Chiara filmò il tutto, Ma non fu solo testimone chiave. Fu la prima a reagire portando in salvo la vittima.
La redazione
“Non temo ritorsioni, ho fatto la cosa giusta e la rifarei. Preferivo non essere indifferente, non volevo tornare a casa sapendo che potevo fare qualcosa e non l’avevo fatta”. Come abbiamo spiegato nell’occhiello Chiara, ragazza di Cesenatico, non si limitò a filmare l’aggressione alla ragazza diciannovenne ad opera del branco numerosissimo (dai trenta ai quaranta uomini), e neanche solo ad essere la teste chiave, ma intervenne, sprezzante del pericolo, riuscì ad allontanare alcuni assalitori ed a portare in salvo la vittima, che di li a poco fu definitivamente messa in salvo dall’intervento della Polizia.
“Ero a Milano per trascorrere qualche giorno e mi sono data appuntamento in piazza con degli amici quando ho visto questo gruppo di ragazzi. Ho pensato che stessero facendo una rissa, così ho preso il telefono in mano e ho fatto partire il video, come faccio spesso. Solo che quando ho stoppato mi sono resa conto di quello che stava accadendo”.
Chiara capisce allora, guarda meglio e vede una giovane per terra, seminuda, circondata da una trentina di uomini. “Non la conoscevo mi sono subito fiondata nella mischia, ho aperto le braccia verso di lei e ho spinto i ragazzi via. Era per terra nuda, senza reggiseno, senza maglia, con i pantaloni rovesciati alle caviglie. Dopo 15 secondi sono intervenuti i poliziotti che sono riusciti a portarla poco più in là. Poi è arrivata una poliziotta, è stata con me, con questa ragazza e con una sua amica, che per fortuna era riuscita a sfuggire all’aggressione. Era molto impaurita, l’hanno portata in ospedale per fare i controlli. Sono andata con loro e ho fatto il verbale”.
Chiara non è riuscita a capire cosa dicessero gli aggressori: “Parlavano in una lingua straniera nel video si sente un ragazzo che dice ‘guardate, c’è la polizia’. Per capirlo mi sono fatta aiutare da una mia amica marocchina che ha tradotto,, Non ci ho pensato minimamente, i miei genitori mi hanno fatto notare che ho rischiato davvero tanto ma non ho temuto di subire stesse violenze. Dall’aspetto sembro un maschio, indossavo il giubbotto e la felpa con il cappuccio, credo abbiano pensato che volessi fare la stessa cosa che stavano facendo loro. Io non ho mai visto una scena del genere, abito a Cesenatico e le cose più grosse cui ho assistito sono delle risse. Vorrei che quello che ho fatto non fosse stato invano“.
Chiara conferma di aver mantenuto i contattoi con la 19enne: “A volte parliamo, le chiedo come sta. Ora si sta riprendendo, pian piano”.
A chi condanna i giovani, facendone di tutta un’erba un fascio, rivolgiamo l’invito a ricordarsi che esiste Chiara e tanti come lei, ragazzi che non si voltano dall’altra parte, come sono soliti fare tanti, troppi adulti, E su quei ragazzi si fonda l’unica speranza di un futuro migliore per questa nostra povera Italia, Solo lottando col coraggio e la forza, prerogative esclusive dell’esser giovane, questo sciagurato Paese, condotto al macello dalla sua classe politica e dirigente, potrà risollevarsi, E l’essere giovane, sia chiaro non è solo un fatto anagrafico, significa aver mantenuto l’animo puro come quello dei bimbi, l’eroismo di chi non pensa di esserlo e affronta i pericoli come non esistessero. Loro sono la nostra unica speranza.
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