La roulette russa di Meloni e Salvini
Ovviamente figurata e riferita all’elezione del nuovo inquilino del Quirinale. Ma non anticipiamo troppo. E’ un giallo e non va svelato il finale.
Gianvito Pugliese
Qualche premessa è indispensabile, come in ogni giallo che si rispetta, l’autore, in ognuna delle centinaia di pagine del libro, semina qualcosa che ti porterà, quando arriverai alle battute finali, ad essere in possesso di alcuni importanti indizi per risolvere il mistero. Ma quello principale, quello della chiave di svolta, spunta. come un fungo dopo la pioggia, solo a pochi passi dalla fine. E qui gli scrittori di gialli si dividono in due categorie: quelli che ti permettono di arrivare alla soluzione dell’enigma una frazione prima che l’ispettore di turno la sveli, che ti fanno vivere una botta d’orgoglio da orgasmo, e quelli, sadici, che la prova chiave la fanno sbucare, insieme alla soluzione, come coniglio e carota dal cappello del prestigiatore, e tu, che non è che con hai capito nulla, ma non potevi arrivare a nulla per quella prova occultata, vivi una totale depressione. Quando poi scopri il maligno sotterfugio usato all’autore gli auguri di non incontrarti. Diversamente saranno a repentaglio la sua integrità fisica e la tua fedina penale.
Diamo il via agli indizi. Mentre il Presidente della Camera, che è il luogo deputato ad ospitare i 1009 grandi elettori del Capo dello stato, manca una settimana alla prima votazione, auspica un “Un Presidente al Colle di alto profilo morale”, e precisa: “profilo di alta moralità, aderente alla nostra Costituzione e ai principi e valori forti che rappresentano in tutto e per tutto il nostro Paese, che è un Paese dove c’è una grande civiltà”, quali la sanità e la scuola pubblica “alti valori e pilastri della nostra democrazia“.
E conclude: “Un presidente deve essere ancorato a questi valori di una grande Repubblica, troppo spesso bistrattata. Ce ne sono molti che rispondono a questo profilo”. Prima si era intrattenuto a spiegare che i positivi non possono votare ed a spiegare molti dettagli e piccoli retroscena del voto imminente, dai catafalchi che vanno in pensione ai voti ad oltranza nei fine settimana, assai poco graditi ma indispensabili per farcela entro il 3 febbraio.
Il nostro ispettore “Rocco”, l’infallibile ispettore Rock non era neanche oriundo, a questo punto indaga su Pd e M5S. Loro hanno le bocche cucite, ma Rocco utilizza i suoi informatori e scopre che Pd sarebbe pronto a sostenere Draghi, se fosse disponibile e M5S è pronto a rinnovare il Mandato a Mattarella, anche nel suo caso ove fosse disponibile. L’asse giallo-rosso, “che non è la Roma” sottolinea Rocco, regge dunque sia pure limitatamente al fatto che i suoi papabili sono tutti soggetti al “semmai accettassero”.
Ma Rocco vi da un indizio. Una domanda che si pone: “Non è che i due fanno ammuina per far sì che il centrodestra continui ad affossarsi, con la candidatura Berlusconi, che i giallo-rossi hanno già dichiarato “irricevibile, divisoria” e fra poco diranno finalmente, “oscena”?
Ma andiamo al centro della questione. “Le cose in casa del centrodestra, che non è, Villa grande” – ci spiega Rocco – “quella è la residenza di Berlusconi, ma siccome se non si mangia ai summit non ci va nessuno e Berlusconi è l’unico disposto a mettere tavola, anche perché Meloni e Salvini gli hanno spiegato che a lui interessa il Colle e dunque è giusto che offra lui, al momento il Cavaliere l’ha offerta al centrodestra in comodato d’uso gratuito”.
“Rose e fiori? Granitica coesione e difesa ad oltranza della candidatura Berlusconi?” ci chiede Rocco, e si risponde non proprio, “vero che i commensali dell’ultimo pranzo ittico hanno chiesto al Berlusca di sciogliere la riserva e candidarsi ufficialmente, ma Salvini ha insinuato un dubbio: ma i voti ci sono? Innescando la risposta piccata del cavaliere: mica spetta solo a me cercarli e procurarli, anche Voi dovete fare la vostra parte.” Diversi indizi forniti dal generoso Rocco.
Rocco si avvede intanto che il web sta letteralmente esplodendo di #noquirisilvio, Facciamo rete, e tanti altri gruppi organizzati che combattono quella candidatura, e che se gennaronapolitano nel suo twitte, sotto riportato, afferma che il 71% degli italiani non vuole Berlusconi:
in realtà è stato abbondantemente generoso nei confronti del Cavaliere alla luce dei dati dei prestigiosi sondaggisti Swg edEmg. “Per i due istituti Berlusconi ha il favore del 18% per Swg e 17% per Emg e ciò significa che dall’82 all’83 per cento non lo vuole al Quirinale” -ci dice Rocco che aggiunge- “Considerato che il centrodestra che lo candida si aggira intorno al 45% dei consensi ciò comporta che in realtà candidandolo tradirebbe oltre la metà della propria base elettorale. E non è un voto come tanti, che si dimentica presto. Una roulette russa per Meloni e Salvini. Prevedibile che molti s’infurino e gli revochino la preferenza, magari senza saltare la barricata, ma rifugiandosi nell’astensione”.
Ancora tanti generosi indizi, ma siamo alla svolta finale: “La roulette russa del genere al 50%, cioè tre proiettili e tre vuoti nel tamburo, pari al rischio politico corso, non si farà utilizzando, come al solito un revolver Beretta o Smith & Wesson calibro 22 o 38. Dovrà essere utilizzata la 44 Magnum, quella resa famosa dall’ispettore Callaghan nei suoi film. La soluzione del giallo sta nel rispondere alla domanda “Perchè la pistola…… alla Callaghan”?
Rocco svela l’arcano. Meloni e Salvini giocano insieme questa partita politica d’azzardo, sempre che la giochino fino in fondo, quindi devono accostare tra loro le tempie e sparare. Solo così se beccano il vuoto va bene, ma se prendono il proiettile riducono il proprio consenso entrambi di non meno del 50%, quanti sono i loro elettori assolutamente contrari a Berlusconi.
Non era difficile da risolvere, bastava pensarci e c’erano tutti gli indizi per concludere a quella maniera.
In effetti, mi sembra centrato i vero tema. Si discute animatamente di votanti, quorum, franchi tiratori, mercato delle vacche, pardon voti dai volta gabbana e chi più ne ha più ne metta. E l’opinione del Popolo sovrano non conta nulla? Nessuna meraviglia dunque se a Roma per l’ex seggio di Gualtieri il 90% degli aventi diritto al voto ha fatto tutto fuorché votare.
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