Caro bollette: dal Governo in arrivo sostegni per 4 miliardi
Allarme imprese, situazione drammatica. Nulla su extraprofitti
Gianvito Pugliese
In Italia guai quando un provvedimento, definito urgente, ha uno stop. L’urgenza improvvisamente si dissolve nell’aria e ci si mette mano quando, magari, i danni sono già avvenuti e da terapia preventiva si trasforma in paliativo per una malattia cronica.
Il 3 dicembre scrissi un articolo sulla proposta Draghi di un contributo di solidarietà, abortita. Si opposero Salvini, Berlusconi e Renzi. Draghi abbozzò ed in cdm ritirò la proposta. Era urgente in vista del caro bollette, che scattava già dai primi di gennaio. E’ il venti gennaio e siamo al punto in cui eravamo prima del tre dicembre. Riunione prima di sbarcare in cdm e successiva solita procedura, trasformarlo, quindi, in un Dl o in un Dpcm (Decreto legge o Decreto del presidente del Consiglio dei Ministri).
Erano presenti alla riunione con Draghi i titolari dell’Economia Daniele Franco, dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, della Transizione ecologica Roberto Cingolani, All’esame, in vista del Cdm da cui ci si aspetta, finalmente, un primo passo del Governo, da circa un miliardo e mezzo di euro ricorrendo ai proventi delle aste di CO2 e con la cartolarizzazione di alcuni oneri di sistema che valgono 2,5 miliardi. In totale, quindi 4 miliardi senza fare scostamenti del deficit. Se ben ricordo, ora siamo alla metà dell’intervento stimato col contributo di solidarietà. E, ripeto non è poca cosa intervenire per prevenire o per curare, la differenza è enorme.
Bocciata la proposta della viceministro dello Sviluppo Alessandra Todde (M5s) in merito ad un intervento sugli extra-profitti delle aziende energetiche. I ministri (non è noto chi) l’hanno giudicata “delicata per l’impatto sulle società e più difficile da mettere a punto“. Ma c’è un via libera per Cingolani per predisporre un piano a lungo termine di tagli strutturali da almeno 10 miliardi l’anno.
Confindustria lancia l’S.O.S.: “Non è possibile rinviare le decisioni, serve un atto di coraggio. Serve agire in fretta come hanno già fatto i governi di Francia e Germania. La situazione è drammatica”.
Poi “valuta positivamente” la riunione dal ministro Giancarlo Giorgetti (a cui hanno partecipato con la Comfidustria, i settori energivori e la Confapi) ma precisa, senza nulla togliere a Giorgetti che non si può fare a meno di “una task force” della Presidenza del Consiglio. Le proposte illustrate al Mise sono da “condividere necessariamente in un tavolo interministeriale presso Palazzo Chigi”. Giorgetti incassa e si va avanti.
Intanto Salvini, francamente non so, se nel tentativo di far dimenticare il suo essere stato il portabandiera dell’opposizione al contributo di solidarietà, e quindi il primo responsabile dei ritardi e dei danni connessi, o nel tentativo di arrestare la perdita di consenso che affligge da tempo la Lega, pressa il Governo. Matteo Salvini ringrazia “il ministro Giorgetti che ha convocato la riunione” ma dice che “è necessario che il governo intervenga al più presto, servono almeno 30 miliardi”. Appoggia la richiesta di Vincenzo Boccia “È auspicabile l’apertura di un tavolo anche a Palazzo Chigi . Famiglie, artigiani e imprese hanno bisogno di risposte rapide”.
Ma l’argomento è politicamente scottante, tanto che, prima del Consiglio dei ministri, potrebbe tenersi una cabina di regia con tutta la maggioranza.
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