Deputato inglese pronto a denunciare il ricatto subito dal governo
Diversi deputati conservatori, lo stesso partito di Johnson, sarebbero stati minacciati perché intenzionati a scaricare il premier
Gianvito Pugliese
Un deputato conservatore britannico, William Wragg, presidente della commissione per la pubblica amministrazione e gli affari costituzionali e membro del partito al governo di Johnson, ha preannunciato il suo incontro con la polizia per demunziare il governo di Boris Johnson, che avrebbe tentato di “ricattare” parlamentari ritenuti “colpevoli” di voler costringere il primo ministro a lasciare l’incarico.
“Rimango fedele a ciò che ho detto. Nessuna quantità di gaslighting cambierà questo”, ha dichiarato al quotidiano Daily Telegraph. “L’offerta del Numero 10 (ndr. di Downing Street) di indagare è gentile, ma la lascio agli esperti. Incontrerò la polizia all’inizio della prossima settimana”. Chiaramente Wragg non si fida di un’inchiesta svolta dall’accusato. E chi può dargli torto.
In risposta alle accuse di Wragg, Johnson ha dichiarato in tv di non aver né visto né sentito alcuna prova a sostegno delle affermazioni di Wragg. Il suo ufficio esaminerà tali prove “con molta attenzione”. Si ci crediamo tutti, Francamente Johnson, ultimamente, forse stressato dalla pressione di scandali a raffica che lo riguardano, non ne sta azzeccando una. Sul partygate prima ha affermato: “pensavo fosse una riunione di lavoro”, poi “manon sapevo che era vietato”, mentre il provvedimento di divieto lo aveva firmato lui da poco. Ora chiede al presunto ricattato di fidarsi dell’indagine del presunto ricattatore. Ora si capisce perchè Johnson ha voluto la Brexit, che ha arrecato immensi danni economici all’Inghilterra, e se cade sarà per questo, non per piccoli-grandi scandali, che in realtà lo minano ulteriormente e affrettano la sua sempre più probabile caduta.
La polizia metropolitana di Londra ha dichiarato di non poter commentare.
Un portavoce, ha comunque affermato: “Come per qualsiasi accusa del genere, se un reato penale fosse segnalato al Met, sarebbe preso in considerazione“.
Gli scandali “partygate”, vengono a rimorchio di accuse di corruzione e altri passi falsi, che per oltre un mese hanno monopolizzato dominato la scena politica britannica, facendo calare il consenso di Johnson negli elettori, e finanche nelle fila dei conservatori.
L’alto funzionario britannico, Sue Gray, nota come una lady di ferro, è in procinto di consegnare un rapporto ai partiti. Molti deputati conservatori starebbero attendendo di conoscere i risultati delle sue scoperte prima di decidere se rovesciare Johnson.
Personalmente gli consiglierei, soprattutto per come sta andando l’economia inglese a seguito delle brexit, di cominciare a mettere le sue cose personali nei cartoni, prima che gli giunga lo sfratto dal N. 10 di Downing Street.
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