Berlusconi si ritira da candidato al Colle
Decisione comunicata in serata dopo riunioni tramite Zoom con i vertici di Forza Italia. Centrodestra spaccato
Gianvito Pugliese
Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia e parlamentare europeo di quel partito ha deciso di non candidarsi alla presidenza della repubblica.
Nel tardo pomeriggio ha diramato un comunicato in cui lo rende noto. Ha motivato la rinuncia come un sacrificio per rimuovere un ostacolo ai negoziati tra i partiti in vista del voto in parlamento che inizierà il 24 gennaio.
L’elezione a Capo dello Stato del primo ministro Mario Draghi è considerata dagli analisti politici la più probabile, ma non è ancora chiaro se i partiti della maggioranza che sostiene il suo governo lo sosterrà nella cora al Colle, considerata la paura che le sue dimissioni da Palazzo Chigi possano innescare elezioni politiche anticipate.
Berlusconi avrebbe detto di preferire che l’ex presidente della Banca centrale europea rimanga alla guida del governo almeno fino alla fine naturale della legislatura, nella primavera 2023.
“Ho deciso di fare un altro passo sulla strada della responsabilità nazionale, chiedendo a chi me lo proponeva di rinunciare a indicare il mio nome per la Presidenza della Repubblica” sono state le parole con cui Berlusconi ha annunciato il suo passa di lato.
La coalizione di destra aveva chiesto a Berlusconi di candidarsi alla presidenza, ma la sua candidatura difficilmente sarebbe stata vincente. Impossibile per Berlusconi, a conti fatti mettere insieme quei 505 voti necessari ad essere eletto alla quarta chiamata quando basta il 50%+1 dei grandi elettori (1009). Nelle prime tre chiamate al voto occorrono i 2/3 sempre +1 (673).
Berlusconi è una figura molto divisiva in Italia e il centro-sinistra aveva già escluso di appoggiarlo.
È stato temporaneamente escluso da cariche pubbliche dopo una condanna per frode fiscale nel 2013, ed è ancora sotto processo nell’ultimo di una serie di casi per corruzione di testimoni in un caso di prostituzione minorile legato alle sue famigerate feste sessuali “Bunga Bunga” di oltre un decennio fa, il caso Ruby ter.
Il presidente italiano non ha solo doveri cerimoniali e poteri di mera rappresentanza, ma è anche l’arbitro delle crisi politiche, oltre a presiedere il Consiglio superiore della Magistratura ed ha firmare le leggi, che non possono essere promulgate senza la sua approvazione, condizionata al rispetto della Costituzione, di cui è il Custode.
Né il blocco di centrodestra né quello di centrosinistra hanno voti sufficienti per imporre un candidato del proprio campo, il che significa che è necessaria una candidatura condivisa.
“Lavoreremo con i vertici del centrodestra… per concordare un nome che possa raccogliere un ampio consenso in Parlamento”, si legge nel comunicato di Berlusconi.
In un comunicato, Salvini ha affermato che il blocco di centrodestra è unito e pronto a fare diverse proposte “di alto profilo”.
Ma il centrosinistra a cominciare da Letta non accetta il metodo. Secondo il leader del Pd non spetta né al centrodestra né al centrosinistra vedersi eleggere un proprio uomo (o donna), Occorre accordarsi su un soggetto terzo di alto profilo.
Ma il centrodestra è unito solo nelle parole di Salvini. Anche se tutti come al solito negano qualunque screzio interno così non è. Incredibilmente la candidatura Berlusconi, per quanto imbarazzante e destinata a cadere li teneva uniti. Venuta meno sii è accesa la disputa tra Fratelli d’Italia, all’opposizione, che vuole le elezioni anticipate, e la Lega, che insieme a Forza Italia è nella maggioranza di governo, che vuole che la legislatura arrivi fino alla sua fine naturale nel 2023.
Ora che il caso Berlusconi va in archivio, si accende il “calcioscommesse” sui candidati. Uno sport per solo domani. Lunedì la prima chiamata e non è detto che i primi candidati siano quelli veri e non di mera bandiera.
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