La Cina non rispetta i diritti umani dei malati
Lo scoprono gli atleti e gli accompagnatori dei teams olimpionici messi in isolamento
Gianvito Pugliese
“Vox populi, vox dei“, “la voce del popolo, la voce di Dio”. Ovvero quando qualcosa è confermata da più persone (il popolo) è credibile come un testo sacro che raccoglie la voce (di Dio9.
Tutto ha origine dall’isolamento disposto dalle autorità sanitarie cinesi di un atleta della squadra finlandese di hockey su ghiaccio maschile, Marko Anttila (in foto di copertina), giocatore dei Chicago Blackhawks, L’allenatore della squadra, Jukka Jalonen ha protestato violentemente per il trattamento subito dal suo giocatore isolato perché risultato positivo al Covid-19. Ha iniziato dicendo che Anttila “non stava ottenendo buon cibo“, aggiungendo che era sotto un tremendo stress mentale. Ha quindi precisato ai media: ” Sappiamo che è completamente sano e pronto per gareggiare ed è per questo che pensiamo che la Cina, per qualche motivo, non rispetterà i suoi diritti umani e questa non è una grande situazione per le squadre e gli atleti”.
Anttila, infatti, pur non essendo più infettivo ha continuato a essere tenuto in isolamento COVID-19. Era risultato positivo 18 giorni fa, conferma il medico del team.
Non è un caso isolato: più di 350 partecipanti ai Giochi, atleti compresi, sono risultati positivi all’arrivo nella capitale cinese. Isolati in speciali hotel di quarantena, li possono lasciare solo se privi di sintomi e risultati negativi in due test PCR (molecolari) a 24 ore di distanza l’uno dall’altro.
Quasi tutti gli isolati tra i partecipanti ai giochi si sono lamentati delle condizioni di isolamento, come pure delle procedure confuse sul permesso di lasciare l’hotel di quarantena. Gli organizzatori dei Giochi hanno dichiarato oggi che stavano esaminando i reclami e cercando di rimediare.
“Stiamo affrontando questi problemi”, ha dichiarato Zhao Weidong, portavoce dei Giochi di Pechino, ed ha aggiunto che è stato permesso agli atleti isolati, da oggi, di ordinare cibo dal villaggio.
La Federazione Internazionale di Hockey su Ghiaccio ha incontrato il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) oggi per discutere il caso Anttila e di altri atleti. Lo ha 5reso noto Jalonen.
La Finlandia, tra l’altro, dovrebbe aprire il girone giovedì affrontando la Slovacchia.
Gli austaliani, Tahli Gill e Dean Hewitt, dichiarati positici dai medici cinesi, soci saranno nel torneo di curling di doppio misto, Sono stati autorizzati da un gruppo di esperti medici, ha eso noto la squadra australiana. Evidente il presappochismo del personale sanitario cinese preposto ai controlli.
Ieri Dirk Schimmelpfennig, capo della squadra tedesca, Schimmelpfennig ha definito “inaccettabili” le condizioni in cui viene tenuto Eric Frenze, per tre volte medaglia d’oro olimpica, e con lui altri due atleti tedeschi.
Occorrerebbero, dice il capo delegazione tedesco, per l’isolamento degli atleti stanze più grandi e più pulite, connessione Internet funzionante, attrezzature sportive per tenere l’allenamento e cibo migliore.
Schimmelpfennig ha precisato che per mettere in moto gli organizzatori cinesi è occorso dopo il contatto della squadra, l’intervento della federazione sciistica e del CIO.
“Siamo riusciti da ieri a ottenere un netto miglioramento delle condizioni per gli atleti, Ora gli atleti hanno un quadro di condizioni soddisfacente. Ora hanno stanze più grandi, Wi-Fi funzionante, una cyclette nella stanza, quindi abbiamo condizioni adeguate e soddisfacenti in una situazione molto difficile per gli atleti“, ha detto ai giornalisti,
Ma la pattinatrice polacca di short track Natalia Maliszewska ha reso noto su Twitter che le sue Olimpiadi di Pechino si erano trasformate in una storia “horror” dopo essere risultata positiva il 30 gennaio. Nel suo caso si alternavano test positivi a negativi
Finalmente, il giorno delle dimissioni (ieri) alle 3 del mattino, vengo libarata da un isolamento da prigione: “Ho dormito con i vestiti addosso perché avevo paura che qualcuno mi portasse di nuovo in isolamento in un momento. Ho solo guardato un po’ attraverso le tende. Con un occhio, perché avevo paura che qualcuno mi vedesse. E all’improvviso la notizia che hanno commesso un errore! Che non dovrebbero lasciarmi uscire dall’isolamento! Che dopotutto sono una minaccia! Che non posso competere. Devo tornare al villaggio al più presto.” Ma non era così e questa sera Maliszewska ha pubblicato una foto di se stessa in pista, “Sono tornata!” ha aggiunto.
Il giornalista svedese Philip Gadd, portato in isolamento in ambulanza appena arrivato a Pechino, ha descritto la sua confusione e paura in un diario che st apubblicando il suo giornale: “È stata un’esperienza davvero terrificante e sembrava che… non fosse reale. Mi sembrava di essere in un film, un film di fantascienza o qualcosa del genere“.
Non vogiio dire, come i vecchi petulanti: “L’avevo detto io”. Nei Paesi dittatoriali, o si ottengono serie garanzie di autogestione da parte del Cio, o chi per lui, o non si va. Gli atleti non sono marionette da gettare nella spazzatura. Punto ed accapo. D’altro canto se non si muove il vertice, cioè il Cio, ci penseranno ile singole squadre dei Paesi partecipanti a far bagagli e lasciare a Pechino Xi Jinping a guardare gli stadi vuoti.
Resta in me la triste sensazione nell’immaginare il trattamento riservato ai malati di Covid in Cina, Se tanto, mi da tanto e per gli atleti che hanno voce si modifica, per i cinesi comuni l’orrore resta e continua nell’indifferenza delle autorità sanitarie preposte.
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