Un’opera a quattro mani
La collaborazione tra compositore ed interprete da sempre è stata importante e frequentemente il rapporto compositore-esecutore diventa un rapporto definibile di co-autore.
Roberto Fabbriciani
Henri Pousseur, importante compositore scomparso nel 2009, è uno dei padri della musica elettronica.
La mia collaborazione con lui è stata sicuramente tra le più significative.
L’amico, regista Gianni Di Capua, direttore artistico di un interessante progetto musicale dedicato alla musica nuova, che coinvolgeva gli ingegneri del suono Alvise Vidolin e Nicola Buso, commissionò al maestro Pousseur un brano per flauto ed elettronica. Questa fu l’occasione che diede inizio al mio rapporto artistico con Henri Pousseur.
Iniziò un carteggio tra me ed Henri, così voleva che lo chiamassi, sulla realizzazione del brano. Dopo alcuni scambi di idee e di materiali, Henri mi propose di scrivere il brano a quattro mani: “Io realizzo la parte elettronica e del nastro magnetico mentre tu realizzi la parte strumentale”. Ne fui entusiasta e onorato.
Tra luglio e agosto ricevetti da Henri alcune lettere con spiegazioni, scritti tecnici e di calcolo. Contemporaneamente io procedevo abbozzando idee compositive.
“….Ora, ogni sezione è prima di tutto caratterizzata da una differente combinazione strumentale (e questa è, prima di tutto, la presenza e la disponibilità, all’interno di questa sezione, dei menzionati strumenti, che possono essere combinati in vari modi, come suggerito qui sotto molto liberamente): ogni strumento è una volta da solo, poi ci sono “addizioni” che possono essere interpretate in due modi: la più semplice: si usano soltanto i due strumenti “estremi” (il più grave e il più acuto) ottenendo così 6 differenti “duo”. Il più complicato ma forse anche il più interessante ed efficace utilizza tutti i rettangoli vuoti (senza X) e si ottengono così 3 duo, 1 trio e un quartetto, che (specialmente per i duo) utilizzano soltanto i diretti “vicini” nella scala dei quattro strumenti. Ora, per quanto riguarda il contenuto di queste combinazioni, mi affido a te, caro Roberto. Può andare dalla semplice alternanza tra tutti gli strumenti momentaneamente disponibili, con pause tra l’uno e l’altro, sino alle costruzioni più complicate o a mezzi che consentono di suonare i quattro strumenti, o alcuni di essi, contemporaneamente…”
Henri preparò un “piano d’azione” indicando i tempi specifici e la scelta degli strumenti da utilizzare in base alla tessitura (dal flauto basso al piccolo).
Mi resi conto della maggior complessità del progetto quando ascoltai il nastro della base di Henri.
Realizzai due differenti versioni flautistiche, anche con tecniche estese. Henri fu entusiasta!
Zeus joueur de flûtes è un brano musicale di vasto respiro della durata di 28 minuti che appartiene alla categoria di forme aperte (o mobili).
La partitura prevede l’impiego di quattro flauti: basso, contralto, in do e piccolo. La parte elettronica è costruita sulla elaborazione di una composizione preesistente “Hymne à Zeus ornothologue”, uno degli Otto Studi Parabolici realizzati presso gli studi della WDR di Colonia nel 1972. Questo brano elettronico, elaborato e molto complesso, si somma alla parte flautistica dando vita a Zeus joueur de flûtes.
Il flauto assume una veste “ornitologica” duettando con la parte elettronica ora assecondando e imitando la stessa, altre volte contrastandola. Zeus, il flauto e gli uccelli: un racconto contemporaneo evocativo di mitologie e archetipi. L’antico flauto, dalla mitologia greca, guarda avanti, guarda al futuro.
“…Devono esserci soluzioni intermedie (includendo separazioni e assemblaggi non ortodossi di differenti strumenti?) che tu conoscerai certamente molto meglio di me, perciò io ti invito a pensarci, tuttavia lasciando (anche possibilmente la partitura definitiva) aperta e possibilmente, se finalmente fisseremo le cose inusuali che tu avrai inventato, considerare questo lavoro come il risultato della nostra collaborazione e chiedendo quindi all’editore di pubblicarlo sotto i due nomi. Perciò fammi sapere la tua opinione senza necessariamente scendere nei minimi particolari che tu puoi sperimentare e scrivere (nella partitura e nelle spiegazioni di accompagnamento) un po’ più tardi nel corso del tuo lavoro. Sono ansioso di conoscere le tue reazioni! Per quanto riguarda la versione solistica spingiamo questo più avanti possibile, e possibilmente attendi il nostro incontro a Treviso per decidere il suo futuro”. (H)
Una musica fatta di calcolo e di numeri ma, al tempo stesso, una musica aperta e libera.
“Zeus joueur de flûtes” composto da Henri Pousseur e da Roberto Fabbriciani, dedicato a Michel Butor per il suo ottantesimo compleanno, fu eseguito in prima esecuzione assoluta nell’autunno 2006 a Palazzo Bomben di Treviso, per la Fondazione Benetton, assieme ad Henri Pousseur alla regia del suono. Opera significativa e apprezzata seguì un percorso di affinamento completato nel 2008.
Questo tipo di collaborazione è il risultato della ferma convinzione di Pousseur dell’importanza sociale e umana della condivisione, anche delle competenze.
…”Pousseur – ha scritto un critico – non poteva congedarsi dal mondo della musica in una maniera migliore di questa”.
Proprio in questi giorni, testimonianza dell’affezione di Henri Pousseur per il flauto e del mio interesse per la sua musica, è stato pubblicato, dall’etichetta Mode di N.Y., questo CD dedicato alle sue opere per flauto.
Per commenti, precisazioni ed interventi potete utilizzare i contatti, o scrivere alla e-mail info@lavocenews.it, grazie.