2022: per i 100 anni i Baci si colorano di rosso
Per i loro 100 anni i fantastici Baci Perugina, da sempre vestiti di blu si colorano di rosso. Rosso come l’Amore, Rosso come la Passione li definiscono i creatori di questa veste speciale Dolce &Gabbana.
Maria Catalano Fiore
I Classici Baci blu, emblema dell’amore e di San Valentino, per festeggiare i loro gloriosi 100 anni di vita si colorano di rosso, dentro e fuori la confezione a forma di cuore. E nascono da una grande e bellissima Storia d’Amore.
In effetti il Rosso, da sempre è simbolo d’amore di passione, Amore e Passione, quest’anno firmati da Danilo Dolci & Stefano Gabbana.
Lungo è il percorso fatto da questi famosi Baci, in origine chiamati addirittura “Cazzotti” per la loro forma, per quella protuberanza, comunque, anche se i bigotti lo vedevano come un seno, non fu mai commercializzato dalla Perugina con questi nomi, per fortuna.
Ora abbiamo il Bacio Classico, fondente “Luisa”, il “Fondentissimo” al 70% di cacao, il Bacio “Latte avvolgente”, il “Bianco Armonioso”, l’edizione limitata rosa “Ruby”, i “Bacetti” che racchiudono tutta la tradizione in un formato più piccolo.
Il prodotto è diversificato, ma la ricetta è sempre unica, quella creata nel 1922, in periodo di autarchia dal genio di Luisa Spagnoli: un morbido cuore al gianduia e granella di nocciola, la croccante nocciola intera, avvolti in un doppio strato di cioccolato “Luisa“.
A renderlo immortale è stato proprio il nome “Bacio” e la sua confezione di successo, escogitata dal grafico, pittore, pubblicitario e direttore artistico della Perugina negli anni Venti, ovvero Federico Seneca.
Seneca, oltre al confezionamento dei bon bon nella tipica veste argento e blu, ebbe l’idea di lanciare il bacio imitando l’opera omonima di Francesco Hayez, rielaborata per quel tanto necessario a farla passare come propria. Lo sfondo è piatto, azzerata ogni ambientazione, aggiorna gli abiti degli amanti e li lancia in una semplice siluette in un abbraccio eterno.
La scatola blu divenne subito ricercata, così come la felice idea di inserire dei piccoli bigliettini contenenti frasi più o meno romantiche, a volte anche ironiche.
Ma l’inventrice vera è una gran Donna, partita come caramellaia che aveva già inventato le famose caramelle “Rossana”: Luisa Spagnoli. Era il 1922 e la Spagnoli intendeva recuperare gli scarti di lavorazione di altri prodotti e con l’aggiunta di una nocciola intera che dava l’iniziale idea del “cazzotto”. Ma fu Giovanni Buitoni, amministratore delegato della Perugina e presidente della Buitoni, che decise per Baci.
La storia si fa piccante poiché Luisa aveva l’abitudine di scrivere messaggi romantici su piccoli fogliettini di carta con cui avvolgeva proprio i cioccolatini che inviava a Giovanni di cui era l’amante. La storia di questo amore, emerge solo 30 anni dopo la scomparsa di Luisa, nell’autobiografia di Giovanni. Memorie di un amore che sfida tutte le convenzioni. Una storia quasi impossibile.
Da questa “piccola abitudine” il direttore artistico Federico Seneca pensa ad uno degli elementi chiave del successo dei Baci: il messaggio nel Cartiglio. Lo troviamo ancora oggi, ha attraversato il secolo senza variazioni.
Ma chi è stata Luisa Spagnoli, nata Sargentini? “Luisa Spagnoli era una donna eccezionale nella mente e nel cuore”, così la descrive Giovanni Buitoni, suo stretto collaboratore nel successo.
Luisa nasce nel 1877 a Perugia, muore a Parigi nel 1935 a Parigi. E’ una donna creativa ed intraprendente, nasce in una famiglia povera, si sposa molto giovane con Annibale Spagnoli e con lui rileva un negozio di drogheria nel centro di Perugia. Subito cominciano a produrre confetti, dal matrimonio nascono tre figli: Mario, Armando a Aldo (fonte Valerio Sargentini: Luisa in “Dizionario Biografico” Treccani).
Nel 1907, insieme a Francesco Buitoni (Il patron della Pasta) e Leone Ascoli, apre una piccola azienda, sempre nel centro di Perugia, la “Perugina” con 15 dipendenti.
Giovanni e Luisa Si conoscono in ditta nel 1909, quando lei aveva già tre figli. Comprensibile il loro riserbo. Non si trattava solo di loro, ma di due fabbriche importanti, la Buitoni e la Perugina, di cui Giovanni era l’abile Amministratore delegato. Un uomo, Giovanni Buitoni che nella sua lunga vita ha raggiunto una celebrità ed un prestigio destinati a pochi imprenditori del suo tempo.
Con lo scoppio del primo conflitto mondiale sono al fronte sia Annibale Spagnoli, sia Giovanni che fa in modo si passare alla “sussistenza” e di ottenere il compito del rifornimento di cioccolato per le truppe (che forbo!).
A mandare avanti la fabbrica rimane Luisa con i figlio Mario e Aldo, devono lavorare ogni tipo di cacao viene loro inviato, puro per gli ufficiali, “surrogato” per le truppe. Occorre inventiva e braccia: Luisa porta le donne in fabbrica. A guerra finita la Perugina è già una manifattura con più di cento dipendenti.
Nel 1922 viene inventato il famoso “Bacio” che sbaraglia la concorrenza.
Nel 1923 Annibale Spagnoli si ritira dalla fabbrica per attriti interni. La storia d’amore tra Luisa e Giovanni Buitoni, nonostante la differenza di età, si rafforza.
I due consolidano il loro rapporto profondo, ma molto riservato. Giovanni parla della “sua” Luisa ” Una mente brillante che sapeva abbracciare tutti i complessi problemi dell’azienda, che godeva del rispetto e della fiducia del personale dal quale era addirittura apprezzata ed amata”. Giovanni, nelle sue pagine fa trasparire davvero un grande amore e rispetto.
Luisa, sposta la Fabbrica, allargandola, più in periferia, si impegna anche nella ideazione e costruzione di strutture sociali per migliorare la vita dei dipendenti. Fonda un nido, poi asilo per le lavoratrici madri, un Refettorio ed uno spaccio. Si costruiscono case a schiera, su modello industriale inglese, tutt’ora esistenti, addirittura parchi ed una piscina per il tempo libero dei dipendenti. A Natale, oltre la gratifica i dipendenti ricevono anche indumenti, calze e scarpe, introvabili in periodo bellico. (Da: Alberto Grohmann: Perugia, Laterza 1985)
E’ certo che Luisa Spagnoli è stata una delle figure femminili più influenti del nostri primo 900.
Negli anni 30 il figlio Aldo (1906-1992) è l’ideatore della campagna pubblicitaria legata alla trasmissione radiofonica a puntate “I Quattro Moschettieri” anche il figlio Mario collabora in sinergia con loro. Questo rivela molto del bel rapporto affettivo e lavorativo tra le due famiglie.
Saranno anche altre le iniziative industriali di Luisa, come produrre la pregiata lana d’ancora dai conigli e la sua industria di manufatti e moda che proseguirà sotto la guida del figlio Mario.
Purtroppo a Luisa viene diagnosticato un tumore alla gola. Giovanni Buitoni la trasferisce a Parigi per garantirle le migliori cure e rimane con lei sino alla sua morte nel 1935 all’età di soli 57 anni.
E’ a Parigi che Luisa conosce Letizia Cairone e la presenta a Giovanni, gli indica, prima di morire, una moglie, non può lasciarlo da solo. In effetti Giovanni sposa Letizia. Letizia è bella e giovane saranno uniti sino alla morte di lui.
Dopo la morte della Fondatrice, attraverso il figlio Mario (1900-1977) l’attività passa da artigianale ad industriale, ma è una nuova bellissima storia da raccontare in seguito.
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