Gli eroi che nessuno ama.
Sono i sindaci dei piccoli centri, o meglio le donne prime cittadine. Nella foto di copertina da Sx. Fiorenza Pascazio – Bitetto(Ba)- Giusi Nicolini – ex di Lampedusa, (Ag). Premio Unesco per la pace 2017- Luciana Laera -Putignano (Ba).
Paolo Marra
Non solo i medici e gli operatori sanitari stanno lavorando per gli altri sacrificando la propria esistenza. C’è qualcun altro che corre da tutte le parti, dalla mattina alla sera. Rischiando pure parecchio. Se non fisicamente, ma anche questo succede, di sicuro professionalmente e non di rado patrimonialmente.
Un grazie? Si, capita che se lo sentano dire; non sempre, ma qualche volta capita. Meno male. Molte di più sono però le critiche. Anche aspre. Provenienti, generalmente, da chi fa poco e parla tanto, quasi sempre per esprimere sterile dissenso, quasi mai per dare una mano.
È la politica “minore”, quella dei Sindaci e degli assessori dei piccoli comuni che nessuno ascolta, che dispongono di poche risorse umane e meno ancora finanziarie peraltro in costante riduzione.
Quella dei Sindaci che dialogano con chi li ha eletti e pure con chi non li ha votati; no, non a distanza o, come si dice adesso “on line”, ma proprio sull’uscio di casa previa scampanellata al citofono. E se l’argomento non si esaurisce lì, anche strada strada nel tragitto casa – palazzo municipale.
Dove, ogni santo giorno, trovano sulla scrivania Gazzetta ufficiale. E circolari. E note dalla Prefettura. E richiami dalla Ragioneria generale dello Stato, se non direttamente dalla Corte dei conti. Di tutto, purché serva a complicar loro la vita. Spesso inutilmente. Sono quelli che in caso di emergenza possono farsi aiutare da 4/5 vigili urbani si e no e, se è proprio necessario, da altrettanti autentici volontari della pro loco.
Hanno capito, ben presto in verità, che al partito al quale sono iscritti è meglio non chiedere niente. Sono, infatti, interessati a ciò che fanno, solo per verificare ed eventualmente tagliar loro le gambe, se per caso stanno alzando un po’ troppo la testa travalicando i confini del paese. Ah si, certo, continuano a percepire l’indennità, ma evitano di suddividerla per il numero di ore lavorate e così evitano pure di auto interrogarsi con la solita domanda: “chi me lo fa fare?”.
Donne, il più delle volte! Elette, a sorpresa, mettendo in riga tutti i capobastone locali, increduli perché bastonati essi stessi alle ultime elezioni. Le vedi, in questo triste periodo, che arrivano a sera stanche, angosciate, stremate. Ma niente paura. Si sa: domani mattina, quando il gioco si farà ancor più duro, scenderanno regolarmente in campo.
Sono donne. Appunto
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