I militari russi al confine aumentano anziché diminuire
Putin aveva assicurato di aver avviato il ritiro delle truppe dal confine. Un coro dall’occidente lo sta sbugiardando
Gianvito Pugliese
Ieri un’autentico coro di voci occidentali si è alzato, mentre in Ucraina celebravano “il giorno dell’Unità” sventolando bandiere e cantando l’inno nazionale, per smentire l’affermazione del Cremlino dell’avvio del rientro delle truppe russe ammassare al confine ucraino nelle rispettive caserme.
E dall’Estonia arriva la conferma che sono arrivati al confine nuovi gruppi di battaglia predisposti ad occupare “terreni chiave”.
Il capo dell’intelligence inglese, solitamente silenzioso, sostiene che i suoi uomini hanno accertato al fronte altri blindati, elicotteri da combattimento ed un nuovo ospedale da campo.
Dalla White House è stato affermato che circa 7.000 soldati russi in più si sono aggiunti al confine negli ultimi giorni. Alcuni sono arrivati ieri.
Putin usa la minaccia d’invasione (intenzione sempre ufficialmente smentita) e le sue forniture energetiche per impedire all’Ucraina di aderire all’alleanza militare della NATO. Dalla Nato e dagli Usa la controproposta di un controllo degli armamenti e misure di rafforzamento della fiducia reciproca.
Il segretario di Stato americano Antony Blinken: “C’è quello che dice la Russia. E poi c’è quello che fa la Russia. E non abbiamo visto alcun ritiro delle sue forze, continuiamo a vedere unità critiche che si spostano verso il confine, non lontano dal confine“.
L’intelligence estone ha scoperto almeno 10 gruppi tattici in movimento verso il confine ucraino. Si stima che i militari russi schierati siano circa 170.000, ha dichiarato Mikk Marran, direttore generale del servizio di intelligence estero estone, che ha precisato che l’attacco russo prevedrebbe un bombardamento missilistico e l’occupazione di terreni strategicamente utili: “Se la Russia avrà successo in Ucraina, la incoraggerebbe ad aumentare la pressione sui paesi baltici nei prossimi anni. La minaccia di guerra è diventata il principale strumento politico per Putin“.
Il ministero della Difesa russo, dissente ed afferma che le sue forze si stanno ritirando, dopo le esercitazioni nei distretti militari meridionali e occidentali vicino all’Ucraina. Gli fa eco l’ambasciatore di Mosca in Irlanda, secondo il quale, le forze nella Russia occidentale sarebbero tornate alle loro caserme entro tre o quattro settimane. Ha postato, quindi, un video che mostra carri armati, veicoli da combattimento e unità di artiglieria che lasciavano la penisola di Crimea, che Mosca ha sottratto all’Ucraina nel 2014.
La Nato è in stato di allerta ed i suoi i comandanti militari stanno puntando su nuove unità di combattimento da schierare in Bulgaria, Romania, Ungheria e Slovacchia. Unità già presenti in Polonia e negli stati baltici.
La Gran Bretagna raddoppia la forza militare in Estonia con uomini, carri armati e veicoli corazzati da combattimento al confine con la Russia, come parte del dispiegamento della NATO.
L’Ucraina ha aumentato le guardie di frontiera al confine con la Bielorussia, dove circa 9.000 soldati russi sono presenti “per esercitazioni militari”.
Gli ucraini, a loro volta, hanno incrementato l’esercitazioni con i missili anticarro Javelin.
Alle 10 di ieri a Kiev ed in tutto il Paese gli ucraini sventolavano bandiere e cantavano o suonavano l’inno nazionale per reagire ai timori di un’invasione.
Kiev ha fatto sapere che l’attacco informatico contro il ministero della Difesa è stato il peggiore del suo genere che il Paese avesse mai visto. Ha puntando il dito contro la Russia, accusandola, ma Mosca che ha negato il suo coinvolgimento. E Washington non erano ancora in grado di identificare il responsabile, ha dichiarato la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki.
La NATO ha affermato di avere le prove che Russia non diminuisce, ma aumenta le truppe al confine, come mostrano chiaramente le immagini satellitari. Jens Stoltenberg, segretario generale Nato. laconicamente: “Altre truppe sono in arrivo”,
Mosca, che accusa l’Occidente di “propaganda isterica di guerra,” alla minaccia di militari al confine ucraino ha aggiunto di essere pronta a reindirizzare le esportazioni di energia verso altri mercati se venisse colpita dalle sanzioni minacciate da Washington e dai suoi alleati se invadesse l’Ucraina,
Il ministro delle finanze Anton Siluanov, corre ai ripari e tenta di rimediare ai danni che le sanzioni minacciate dall’occidente stanno procurando alle banche russe. Ha riconosciuto che sarebbero “spiacevoli“, ma ha assicurato che lo stato garantirebbe che tutti i depositi bancari e le transazioni fossero al sicuro. L’economia russa e gli scambi nel Paese ne stanno già risentendo.
Proseguono gli sforzi diplomatici. Biden e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che si sono recentemente sentiti, sottolineano “l’importanza di un continuo coordinamento transatlantico“
Il ministro degli esteri britannico Liz Truss sarà a Kiev in questa settimana, mentre Blinken sarà in Germania per la Conferenza sulla sicurezza di Monaco, che inizierà venerdì.
Continua, inspiegabilmente, lo stallo. Putin ha uno straordinario interesse ad accettare le proposte americane, che giovano alla sua immagine ed alla reale sicurezza della Russia, ma continua ad alzare la posta, ad esempio con la richiesta di veto della Nato verso l’Ucraina, ben sapendo che la sua proposta è inaccettabile. Diversamente, tanto varrebbe fare di Putin il segretario generale della Nato. Non ci resta che attendere e sperare che nessun incidente di frontiera, accidentale o premeditato che sia, possa dare il via a scontri la cui estensione è assolutamente imprevedibile. O, forse, prevedere è troppo terrificante.
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