La polizia canadese vuole porre fine all’assedio della capitale
Pronta a scontrarsi con i manifestanti che combattono le misure COVID
La redazione
La polizia canadese è pronta a sgomberare oggi centinaia di camionisti di Ottawa che da tre settimane, per protesta contro le restrizioni pandemiche, hanno paralizzato la capitale e costretto il primo ministro Justin Trudeau a ricorrere ai poteri d’emergenza non attivati da in più di 50 anni.
I conducenti, supportati da qualche migliaio di manifestanti ed utilizzando circa 400 veicoli, hanno trasformato le strade intorno al Parlamento in una rumorosa zona di festa, con piscine-saune inviate dai sostenitori in Usa, con a capo Donald Trump e Elon Musk.
Si tratta di una delle peggiori crisi che ha colpito Trudeau da quando ha preso il potere nel 2015.
Ieri sera la polizia ha effettuato una serie di arresti, tra cui Chris Barber, uno dei principali organizzatori e raccoglitori di fondi. Questi non ha opposto resistenza all’arresto.
Il capo della polizia ad interim Steve Bell, il suo superiore Peter Sloly si è dimesso, ha detto ai giornalisti: “Siamo assolutamente impegnati a porre fine a questa manifestazione illegale. Abbiamo un piano, abbiamo l’impegno e abbiamo le risorse”. Ed ha spiegato che la polizia creerà un perimetro con 100 posti di blocco intorno al centro di Ottawa, per impedire ai manifestanti e chiunque non abbia un valido motivo di entrare.
“Questo fine settimana sarà molto diverso dagli ultimi tre fine settimana”, ha concluso.
Le proteste dei camionisti, come abbiamo spesso ripetuto, sono iniziate peer protesta contro gli obblighi vaccinali e di quarantena previsti per i conducenti transfrontalieri, misura in vigore anche negli Stati Uniti. Si è, poi politicizzato e trasformato in un movimento antigovernativo. I manifestanti hanno bloccato per sei giorni diversi valichi con gli Stati Uniti, incluso l’Ambassador Bridge che collega a Detroit, danneggiando entrambe le economie.
“I blocchi sono una minaccia per la democrazia” ha sostenuto Trudeau che ha chiesto ed ottenuto, anche con l’aiuto di parte dell’opposizione, la dichiarazione d’emergenza che conferisce al governo poteri per porre fine ai disordini. Ad alcuni manifestanti la polizia aveva sequestrato pistole ed altre armi.
“Termina con gli obblighi, dacci i nostri diritti e questo è finito“, ha detto Chris Dacey ieri: “Torneremo tutti dalle nostre famiglie“.
“I blocchi e le occupazioni illegali devono cessare e i confini devono rimanere aperti”, ha detto Trudeau ai parlamentari ieri allorché il Parlamento ha aperto il dibattito sull’Emergence Act, che deve essere approvato entro sette giorni dall’annuncio.
Il Partito conservatore all’opposizione sostiene che non c’era bisogno dell’Emergencies Act. Ieri il parlamentare conservatore Jeremy Patzer hadichiarato alla Camera dei Comuni che sia canadesi che cittadini di altri Paesi erano allarmati nel vedere Trudeau “abbattere i manifestanti pacifici con una mazza. È assolutamente vergognoso“.
Non possiamo non osservare che certe opposizioni sono uguali in tutto il mondo. “Tanto peggio, tanto meglio: e del Paese? Chi se ne frega”. Saremo affetti da utopia acuta, ma vedere che anche in altre importanti parti del mondo avvengono fatti uguali ai nostri non ci consola affatto.
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