Kiev: si combatte nelle strade. Zelensky, non è Schettino e non scappa

Il governo ucraino distribuisce armi ai residenti. Mosca: 831 obiettivi colpiti. La figura di Zelenky

Gianvito Pugliese

E’ la figura di Volodimyr Zelenky il nucleo centrale di questo editoriale del 26 febbraio, terzo giorno della guerra, non dichiarata, ma iniziata da Putin contro l’occidente, l’Europa e la democrazia. Sia chiaro: a Putin della sorte delle repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk, anche se filo-russe, non glien’è importato un fico secco. Sono state utili nella prima notte di conflitto, appena riconosciute dalla Russia, per far transitare ed avanzare carri armati e soldati russi in territorio ucraino, senza formalmente aver superato il confine, perché ancora nelle neo repubbliche indipendenti, riconosciute dalla Russia ed inesistenti per il diritto internazionale e per tutto il resto del mondo. D’altro canto, in otto anni di guerriglia separatista con oltre 14mila morti, Putin non aveva mosso un dito, se non fornire armi per mettere una spina nel fianco del governo ucraino.

Ma prima di occuparci di Zelenky e delle soluzioni con Putin, diamo uno sguardo alla situazione dell’Ucraina aggiornata alle 9 di questa mattina, una situazione -ovvio- in continua evoluzione.

Si combatte in strada. I militari russi, arrivati alla periferia di Kiev, stanno provando ad accerchiarla, per attaccarla poi da tutte le direzioni, mentre le forze armate ucraine e civili armati stanno disperatamente cercando di opporre resistenza.

Mosca si vanta di avere distrutto 821 obiettivi delle infrastrutture militari dell’Ucraina utilizzando armamenti ad alta precisione. Talmente precisi che nelle prime ore di oggi -le autorità ucraine lo confermano- hanno colpito con un missile o un razzo un edificio residenziale della capitale (una sorta di grattacielo).

L’esercito ucraino risponde di aver ucciso 3.500 soldati russi, fatti prigionieri circa 200.

KIEV è stata sotto attacco di artiglieria dalla 2 alle 4 del mattino (ora locale), piccola pausa e ripresa all’alba. E’ la prima volta che Kiev è direttamente presa di mira. L’esercito ucraino, a proposito di alcune delle esplosioni mattutine, le ha attribuite alla distruzione di un carro armato russo.

Poco dopo l’alba di oggi, il ministero dell’Interno ucraino ha avvertito: “Per le strade della nostra città sono in corso combattimenti attivi. Per favore, mantenete la calma e state il più attenti possibile! Se siete in un rifugio, non lasciatelo ora. Se siete a casa, non avvicinatevi alle finestre, non andate sui balconi. Nascondetevi all’interno, ad esempio in bagno, e copritevi con qualcosa che prevenga lesioni da frammenti di proiettili. Se sentite le sirene, andate immediatamente nel riparo più vicino!”.

L’esercito russo afferma di aver distrutto 821 obiettivi delle infrastrutture militari dell’Ucraina. Il maggiore generale Igor Konashenkov, precisa: “Utilizzando armi ad alta precisione. Tra questi ci sono 14 aeroporti militari, 19 posti di comando e centri di comunicazione, 24 sistemi missilistici antiaerei S-300 e Osa, 48 stazioni radar. Inoltre 7 aerei da combattimento, 7 elicotteri, 9 velivoli senza pilota sono stati abbattuti. Sono stati distrutti 87 carri armati e altri aerei da combattimento, veicoli corazzati, 28 sistemi di lancio multiplo di razzi, 118 unità di veicoli militari speciali”. Poi ci spiega, cortesemente, ma non è cortese, i palazzi civili colpiti, come s’inquadrano nel racconto? Ordini di Putin irriferibili o armi ad alta imprecisione? Propendo per la prima risposta e me la do da solo, visto che risposta non ne avrò e, se l’avessi, proverrebbe da fonte assolutamente inattendibile. Putin però qualcosa ha fatto: trasformato gli alti ufficiali russi da gentiluomini in maramaldi bugiardi e disumani, Complimenti, non era facile!
Ed infatti, l’ennesimo edificio residenziale è stato colpito da un missile o da un razzo nelle prime ore di oggi a Kiev. Le immagini e video mostrano ingenti danni agli appartamenti ai piani più alti del palazzo. Le pareti esterne di diverse unità abitative sono state spazzate via e gli interni semi distrutti. L’entità delle vittime è, al momento, sconosciuta,

Negli ultimi giorni gli ucraini si sono attrezzati per difendere alla meglio la loro capitale. Sono stati armati i riservisti. Le TV ucraine mostrano come fabbricare bombe molotov. Gran parte dei parlamentari, intervistati dalla CNN, hanno dichiarato di aver impugnato le pistole e aver imparato a sparare in previsione di una lunga battaglia.

Molti residenti di Kiev si sono allontanati ieri. Sono più di 50.000 i rifugiati ucraini che hanno lasciato il Paese in meno di 48 ore. La maggior parte si è recata in Polonia e Moldova.

Ma non è solo a Kiev che si combatte. Il sindaco di Vasilkiv, città a 35 chilometri a sud di Kiev, parla di aspri combattimenti oggi in città e di gravi perdite fra gli ucraini. Missili da crociera sono stati lanciati contro territori ucraini dal Mar Nero. Sumy, Poltava e Mariupol sono state colpite da ripetuti attacchi aerei, La guerra insomma divampa sia a Nord, che a sud, ma anche sulla costa più ad ovest e nel Donbass a est. Preso dai russi la città di Melitopol, vicina al porto di Mariupol che, insieme al porto di Odessa, ha visto sbarcare le truppe russe d’invasione.

Ed andiamo a Zelensky, Avrebbe potuto, comodamente piegarsi alla richiesta di Putin di sottoscrivere l’impegno a non aderire nè all’Unione Europea, né alla Nato. Tutto, probabilmente, si sarebbe fermato una volta che Putin avesse ricevuto certificata la subordinazione ai suoi voleri “nunc et semper” dell’Ucraina e del suo governo “di filonazisti e drogati”, come Putin li definisce. A Bitonto, paese che dista una ventina di chilometri da Bari, di antichissima civiltà (la patria dei conti Mariotto, feudatari di Federico II), c’è un detto, che calza a pennello. Provo a scriverlo nel suggestivo dialetto bitontino, che appresso ma poco conosco, quindi a tradurlo: “U vauv. vdì u ciucc e dcì crnaut”,”Il bue vide l’asino e gli disse cornuto”. Chiedo scusa ai bitontini doc dei siruri errori, ma Putin che chiama un ebreo filo nazista e drogato, forse ha scambiato Zelenky con se stesso allo specchio.
Ed il presidente ucraino Volodymyr Zelensky , autentico capitano, non come quel Francesco Schettino che scappò immediatamente dalla Costa Concordia, che comandava e che affondava per una sua manovra imprudente, abbandonando passeggeri ed equipaggio, stamattina sui social ha promesso di difendere il suo Paese: “Ci sono molte informazioni false online sul fatto che ho chiesto al nostro esercito di deporre le armi e che è in corso l’evacuazione. Sono qui. Non deporremo le armi. Difenderemo il nostro Stato”. Ha poi confermato di avere avuto un colloquio telefonico questa mattina con il presidente francese Emmanuel Macron. “Le armi e l’equipaggiamento dei nostri partner stanno arrivando in Ucraina. La coalizione contro la guerra sta lavorando!”, è apparso sul suo profilo Twitter.

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