Garry Kasparov: “Se non mandate il regime di Putin in bancarotta, l’élite russa non alzerà un dito”
L’ex campione del mondo di scacchi e dissidente russo indica l’unica via per fermare il Cremlino: “Tagliate fuori la Russia dai mercati finanziari”
La redazione
Garry Kasparov, in esilio a New York dissidente russo ed ex campione del mondo di scacchi: “Tagliate fuori la Russia dai mercati finanziari globali. Assicuratevi che il sistema finanziario russo non sia più sostenibile e non possa generare risorse per la macchina da guerra di Putin. Benchè lui sieda sempre su riserve liquide da oltre 600 miliardi di dollari”.
Lo dichiara in un’intervista al Corriere della Sera. Ed aggiunge: “Per l’Europa il prezzo da pagare potrebbe essere alto, dopo vent’anni di noncuranza, vent’anni senza ascoltare chi avvertiva che Putin non era solo il nostro problema, che sarebbe diventato il problema di tutti. Tutti i dittatori, quando hanno soggiogato il loro popolo e distrutto l’opposizione, guardano fuori. E Putin per vent’anni non ha avuto conseguenze per i suoi crimini”.
Kasparov incalza: “Dovete agire, mostrategli che dovrà pagare un prezzo. Se il mondo libero reagisce di nuovo in modo scadente, quelli si diranno che va tutto bene. Che possono sopravvivere. Se non esiste un costo per l’aggressione, se la macchina da guerra di Putin non smette di funzionare perchè va in bancarotta, se non mandate il regime di Putin in bancarotta adesso, l’èlite non alzerà un dito. Vi sentiamo parlare del prezzo economico, che c’è, ma gli ucraini stanno pagando con le loro vite e quelli che parlano del prezzo economico da pagare, in euro o in dollari, si dovrebbero vergognare. Stanno ancora cercando di misurare i danni economici a fronte di un sacrificio in vite umane“
Prosegue: “Ribellarsi a Putin può voler dire mettere fine alla propria vita“, ha avvertito Kasparov, ipotizzando una rivolta degli oligarchi: “nessuno lo farà se non c’è una minaccia diretta ai miliardi di dollari che quella gente ha accumulato nel mondo libero. Essere terrorizzati perchè non si è d’accordo con un dittatore non significa essere pronti a ribellarsi. Sono terrorizzati, ma aspettano di vedere cosa farà l’Occidente“.
Kasparov sogna evidentemente la fine di Putin, che non crediamo sia ancora dietri l’angolo, anche se sta giocando una partita che può rappresentare il preludio della sua fine.
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