Yatsenko: “Se cade l’Ucraina, vi mangeranno pezzo a pezzo”
Lo profetizzò il 44enne produttore cinematografico, nato nel Donbass, alla mostra del cinema di Venezia
Gianvito Pugliese
“I russi hanno pensato di poter fare tutto, vi hanno corrotto con i loro soldi e avete chiuso gli occhi. Adesso è troppo”.
“È in gioco la nostra esistenza, veramente. Putin ama l’idea dell’impero russo, lo vuole ricostituire e l’Ucraina ne faceva parte. Ci ha attaccato perché l’Occidente in questi anni non ha reagito: prima c’è stata la Georgia, poi la Moldavia, la Crimea, infine il Donbass. I russi hanno pensato di poter fare tutto, vi hanno corrotto con i loro soldi e avete chiuso gli occhi. Adesso è troppo: se l’Ucraina cade, non sarà l’unica. Poi sarà la volta della Polonia, i Paesi baltici, la Serbia. Vi mangeranno pezzo a pezzo”.
E’ lapidario e molto diretto il produttore Vladimir Yatsenko (in foto di copertina), lo scorso settembre al festival di Venezia per presentare la nuova opera di Valentyn Vasyanovych ‘Vidblysk’ (Riflesso), e che oggi si trova a Kiev con i bombardamenti in sottofondo, deciso a “combattere per il Paese”.
“I russi ci vogliono ridurre in schiavitù, io non voglio esserlo“, Porta al sicuro moglie e figli e rientra a Kiev di notte: “A un certo punto, hanno bloccato il treno per timore di bombardamenti, hanno spento le luci e siamo andati avanti così. Ora la capitale è deserta, la notte è stata più tranquilla e fino a stamattina alle 8 c’è il coprifuoco, in vigore continuativamente da venerdì. Nessun civile può girare per le strade, tranne coloro che si sono offerti di difendere la città armi in mano. Le hanno distribuite ai volontari, ma questi non hanno uniformi né documenti, un gran confusione…”.
Yatsenko denuncia le “bugie dei russi” ma parla anche di “tradimento” dei Paesi europei. “Molti di loro non sono pronti a combattere per i loro valori”, sostituiti dal “consumismo. Nel 2014, a Maidan gli ucraini sono morti per i principi e i valori europei, ma l’Unione europea ha detto che non eravamo pronti a entrare. La questione è se l’Ue è pronta a combattere per i suoi principi. Noi siamo la frontiera, lo siamo sempre stati, e la nostra scelta è sempre stata quella dell’Europa”.
Di fronte all’invasione russa, ci esprimono “le più profonde condoglianze, ma nient’altro. Troppi occidentali hanno preso soldi russi e tenuto le bocche chiuse”.
Conclude: “Ora le cose sono cambiate e ne siamo contenti ma quello di cui abbiamo bisogno dall’Europa sono armi per difenderci”.
E stanno arrivando, anche Paesi che fino ad oggi hanno detto no alle armi stanno cambiando linea politica.
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