Usa: Coprifuoco e Guardia Civile non fermano le proteste

Dilagano manifestazioni, siamo alla rivolta, e nell’anticamera della guerra civile per l’assassinio di Floyd. Arresti a centinaia e tre morti. Manifestazioni anche all’estero.

Gianvito Pugliese

Non mi piace aprire la nuova settimana ed il nuovo mese con le notizie, più cupe che mai, provenienti dagli Usa. Ed allora perché scriverne? Perché il dovere d’informare correttamente deve prevalere sui desideri personali.

Oddio, non so proprio, se sia più grave una protesta, che il tentativo di repressione violenta, ha trasformato in vera e propria rivolta o la conta dei morti giornalieri, per incapacità dell’apparato politico e sanitario americano di opporsi seriamente ad una epidemia.

I dati più recenti: ieri a mezzogiorno si registrano in Usa 1.225 nuovi decessi per coronavirus in 24 ore, per un totale di oltre 102mila morti e di 1,7 milioni di contagiati. Certo sono assai meno i decessi di quando superavano quota 30mila al giorno, ma sono sempre tanti, troppi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità viene messa al bando, nella vana speranza di metterla a tacere, di farla desistere dall’interessarsi di USA e non consentirle di dare giudizi sulla Waterloo di Donald Trump, e se li da opporle che si tratta di vendetta per i fondi aboliti. Dati raccolti ed ufficializzati dalla Johns Hopkins University, che lo stesso immunologo Anthony Fauci, consigliere della Casa Bianca, ritiene siano fortemente sottostimati.

Ma la notizia è un’altra e cioè che il brutale arresto di #GeorgeFloyd, culminato con la sua morte, ed i tentativi di far passare per un incidente quello che appare chiaramente un omicidio premeditato, solo perché la vittima era un afroamericano e gli autori quattro poliziotti bianchi di Minneapolis, ha innescato una serie di manifestazioni prima ed un’aperta rivolta oggi.

Non ha rasserenato il clima, che solo uno dei poliziotti, tutti licenziati, sia stato indagato per omicidio colposo, laddove la volontarietà e l’intento criminale del gesto era visibile nei tanti filmati, che i passanti hanno girato con i telefonini, a dispetto dei poliziotti che cercavano d’impedirlo. In tutto il mondo questo è tentato occultamento di prove. Ma il procuratore da quelle parti è alquanto distratto. E non è concepibile, se non per chi ancora inneggia al Ku Klux Klan, che i tre poliziotti che hanno assistito all’omicidio e lo hanno fiancheggiato, non siano del pari indagati ed incriminati per complicità. Ciliegina sulla torta il Coroner che esclude la morte per soffocamento di un uomo, tenuto per ben nove minuti con il collo e la trachea premuta da un bestione in ginocchio a comprimere le sue vie respiratorie e che per tre minuti, da quando aveva già perso i sensi, ha continuato a infliggergli quel crudele e criminale trattamento.

Ovviamente, incoraggiati dal tycoon, che inveiva contro gli amministratori che non mettevano in atto “adeguate misure reppressive”, qualche sindaco o governatore ha proclamato il coprifuoco, chiamato la guardia nazionale ed è scoppiata la rivolta più violenta che mai. Non si contano più né i mezzi della polizia incendiati, né i commissariati che stanno subendo il medesimo trattamento. L’entità della ribellione trova la sua cartina di tornasole nel fatto che, una sessantina di uomini dei servizi segreti, schieratisi a difesa del perimetro della casa bianca, son finiti al pronto soccorso in condizioni più o meno gravi.

Violenza chiama violenza e non sempre vince il più violento ed il più forte. I numeri della rivolta sono terrificanti Coprifuoco dichiarato in più di 25 città ed in 16 tra gli Stati americani. Nella capitale Washington DC, è dovuta intervenire la Guardia nazionale -tredicimila riservisti richiamati-, ormai presente in mezz’America, che a guardarla sembra in piena guerra civile. Ad oggi si contano oltre 1.400 arresti solo a Minneapolis, altri 400 e più a Los Angeles e a centinaia nelle altre città che si stanno infiammando per contagio.

Inaspettatamente la protesta travalica i confini e si ritrovano cortei nel fine settimana a Berlino, Copenaghen e Londra. A Trafalgar Square è stata interrotta per mancato rispetto delle norme sul distanziamento. Ma per qualcuno il feeling Trump-Johnson non è del tutto estraneo al blocco.

Tornando in Usa, le manifestazioni più numerose a Minneapolis ed Indianapolis. Stato di calamità proclamato in Texas. Ma da New York a Los Angeles, da Ferguson a Tampa, in fiamme commissariati e mezzi della polizia. Svariate decine di migliaia d persone sfilano e chiedono giustizia per Floyd. Non sono, come a Roma Milano e Bari, i quattro gatti al seguito dell’ex Generale Pappalardo. Trump, butta benzina sul fuoco -preferirebbe il carbone, ma non è adatto- e minaccia di dichiarare “terroristi” alcune organizzazioni americane sui diritti civili.

Ciliegina sulla torta: scende in campo
Anonymous a sostegno delle proteste negli Usa “i cyberattivisti denunciano le violenze della polizia e poi annunciano un’operazione per hackerare i siti e ‘trovare i colpevoli’.

Morale: non lasciate i fiammiferi nelle mani dei bambini, è pericoloso.

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