Vertice a Versailles dei premier europei

Non univoci su energia, difesa, sanzioni e richiesta d’adesione all’Ue di Kiev

Gianvito Pugliese

E’ un vertice informale dei leader europei quello che si è svolto oggi pomeriggio e proseguirà domani mattina a Versailles. Lo ospita la presidenza semestrale di turno del Consiglio Ue, che spetta alla Francia, mentre in Ucraina continuano a cadere le bombe russe.
La riunione avrebbe dovuto essere dedicata al “nuovo modello di crescita economica e investimenti” per l’Europa, con particolare attenzione all’“autonomia strategica”.

Ma l’invasione dell’ Ucraina per mano russa ha stravolto il programma. Tre questioni sono diventate “esistenziali”:

  • 1 come rispondere alla richiesta dell’Ucraina di adesione all’Ue;
  • 2 come liberare l’Unione, e alcuni suoi Stati membri in particolare, come l’Italia e la Germania, dalla dipendenza energetica dalla Russia:
  • 3 come realizzare a breve termine, il progetto della Difesa comune europea, previsto dai Trattati Ue. Un progetto che a sorpresa è stato accolto favorevolmente tanto da portare alla decisione di utilizzare il “Fondo europeo per la Pace” per finanziare l’invio di “armi letali” alla resistenza ucraina.

Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, scrive nell’invito ai leader: “Negli ultimi anni, di fronte a molteplici crisi e sfide ci siamo impegnati insieme per un’ambiziosa agenda strategica. Alla luce degli eventi recenti è più che mai urgente compiere passi decisivi per costruire la nostra sovranità, ridurre le nostre dipendenze e progettare un nuovo modello di crescita e di investimenti. Tre questioni in particolare, vale a dire: rafforzare le nostre capacità di difesa; ridurre la nostra dipendenza energetica, in particolare da gas, petrolio e carbone russi; e costruire una base economica più solida”.

In discussione anche nuove sanzioni contro la Russia e la Bielorussia con l’aggiunta di nuovi individui e nuove entità nelle varie “liste nere” e studiare come evitare che le misure di restrizione vengano aggirate.

La discussione di oggi andrà avanti fino a tarda notte.
Su tutti questi temi, le posizioni degli Stati membri non sono compatte, come secondo la narrazione ufficiale dell’Ue.
Divide la richiesta di adesione dell’Ucraina all’Ue: i paesi dell’Est e i baltici premono per una risposta politica che salti bypassi ostacoli burocratici che impediscono un ingresso rapido, mentre gli altri Stati membri, con Olanda e Germania in testa, frenano.
Ma un accordo i Ventisette lo hanno trovato, chiedendo alla Commissione una rapida risposta con tutte le condizioni che l’Ucraina dovrà soddisfare o impegnarsi a rispettare, per ottenere lo status di candidato. In passato tale procedura ha richiesto sei-otto mesi, ma questa volta è bastata una settimana.
La corsia privilegiata al momento si ferma qui. La verifica del rispetto dei “criteri di Copenaghen”, su democrazia, diritti fondamentali e stato di diritto, la stabilità delle istituzioni, l’economia di mercato aperta, ….. impiegherà il tempo necessario.

Nel frattempo, i Ventisette riconoscono “l’appartenenza dell’Ucraina alla famiglia europea”, e Kiev parteciperà a una serie di programmi dell’Ue, e sfruttare gli accordi di associazione e di libero scambio.
Anche sull’energia, i Ventisette hanno posizioni diverse.
Per tutti questi paesi, è una grande sfida ridurre la dipendenza energetica di due terzi entro la fine dell’anno.
E anche sull’estensione delle sanzioni ci sono posizioni diverse: ad esempio, l’esclusione della prima e della terza banca russe (Sberbank e Gazprombank) dal sistema Swift per le transazioni finanziarie non è ancora stata approvata e non è stata decisa neanche la messa al bando delle navi russe dai porti europei. l’Olanda è preoccupata per il porto di Rotterdam.

La seconda giornata del vertice, domani, sarà dedicata ai temi che ne costituivano l’agenda in origine tra cui i rincari dei prezzi dell’energia e la minaccia dell’inflazione, e probabilmente anche la riforma del Patto di Stabilità.

A domani dunque per i risultati definitivi del vertice.

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