Sanzionati o meno i russi residenti all’estero si ritrovano soldi “tossici”
Difficoltà anche in caso di doppia nazionalità. La xenofobia dilaga.
Gianvito Pugliese
Il caso emblematico, e che la dice tutta sui profondi limiti del sistema bancario in questa emergenza, è quello di Yevgeny Chichvarkin (in copertina con la compagna). Quarantottenne magnate delle telecomunicazioni, che è fuggito dalla Russia nel 2008 ed è diventato un ristoratore londinese di altissimo profilo, è da tempo sostenitore dell’Ucraina.
Insieme alla partner, Tatiana Fokina, Chichvarkin ha inviato quattro camion. con dispositivi medici e protettivi in Polonia, destinati ai profughi ucraini, scacciati da casa e dal proprio Paese dall’invasione russa del 24 febbraio.
Chichvarkin ha guidato lui stesso il primo carico. E’ critico da tantissimo nei confronti di Vladimir Putin. Ciò nonostante, ha visto congelato uno dei suoi conti bancari svizzeri. Ha rifiutato di dire in quale banca.
Chichvarkin è uno dei tanti russi, sempre di più, che vivono all’estero e che stanno riscontrando problemi nell’accesso ai loro soldi, nonostante non siano bersaglio diretto delle sanzioni occidentali.
Un’autorevolissima agenzia di stampa inglese ha intervistato nove russi che vivono all’estero – ed occorrendo ha ascoltato i loro gestori patrimoniali, avvocati, consulenti fiscali -. Tutti confermano che le sanzioni occidentali, destinate a punire la cerchia ristretta degli amici e collaboratori di Putin stanno in larga misura bloccando i titolari di passaporto russi, indipendentemente dalle loro posizioni individuali.
Quattro russi che risiedono all’estero ed hanno ottenuto la doppia cittadinanza, hanno invece reso note le banche che hanno bloccato i loro conti o i loro bonifici a Londra, come a Zurigo e Parigi. Un uomo di affari russo residente a Londra ha dichiarato di essere passato ai contanti per fare acquisti.
Due consulenti patrimoniali e un avvocato hanno raccontato i blocchi di conti bancari di clienti russi non soggetti a sanzioni. Le banche hanno parlato di ulteriori precauzioni con i soldi russi. Tre broker hanno visto affari immobiliari e artistici finire in stallo.
Bob Amsterdam, socio fondatore dello studio legale Amsterdam & Partners con sede a Washington e Londra: “Ho a che fare con russi che non possono uscire dagli hotel, studenti che non hanno soldi perché le carte di credito non hanno valore. Le banche… stanno rifiutando i conti bancari russi: stanno chiudendo le porte ai russi in base alla nazionalità. I principali studi legali della città hanno chiuso le porte ai russi in termini di nazionalità”.
Molti degli avvocati che annoverano tra i propri clienti ricchi russi residenti in Europa hanno parlato di un pervasivo clima di sfiducia.
Un avvocato di Zurigo: “Attualmente, tutto ciò che è russo è tossico, il che significa che tutti stanno cercando di essere estremamente attenti in termini di cosa fare con i clienti russi“.
La giornalista Elena Servettaz, doppia cittadina che vive in Francia dal 2005, ha affermato che la banca francese Crédit Mutuel ha rifiutato un trasferimento di meno di 1.000 euro sul suo conto: ironia della sorte, si trattava di denaro inviatole da Londra per sostenere gli sforzi di aiuto ai rifugiati ucraini. Servettaz ha ricevuto il denaro più di una settimana dopo: “È così ingiusto quando fai parte dell’opposizione russa, aiuti i rifugiati ucraini e loro dicono che sei russo, quindi non puoi avere i tuoi soldi”.
Il Crédit Mutuel si è giustificato assumendo che le banche europee sono obbligate ad applicare “la massima prudenza” nell’esame delle operazioni che potrebbero essere interessate dalle sanzioni dell’UE e che i controlli necessari per garantire la conformità potrebbero portare a ritardi. La stessa. peraltro, sta facendo del suo meglio per limitare gli effetti negativi sui i clienti.
Un portavoce del Crédit Mutuel ha aggiunto in una dichiarazione inviata via e-mail che il caso Servetta “è stata rapidamente risolto una volta che il cliente ci ha inviato le informazioni richieste“.
Ma alcune autorevoli testate hanno accertato che le autorità di regolamentazione dell’Unione Europea hanno detto ad alcune banche di controllare le transazioni di tutti i clienti russi e bielorussi, compresi i residenti nell’UE.
Il CEO di UBS Ralph Hamers ha affermato che tutti i titolari di passaporto russo sono stati effettivamente semi-sanzionati.
Lo scrittore russo Grigory Chkhartishvili, che vive a Londra ed ha un cognome georgiano, ha trasferito senza problemi denaro, attraverso la banca britannica Barclays, per sostenere la sua organizzazione benefica di assistenza ai rifugiati ucraini, True Russia. Sua moglie, invece, il cui cognome è russo, è stata bloccata da Barclays quando ha tentato di inviare denaro allo stesso ente di beneficenza e la banca le ha chiesto un colloquio faccia a faccia: “La mia somma era dieci volte più grande, ma non è stato un problema, segno dell’atmosfera”, ha dichiarato lo scrittore.
Il problema è stato risolto da Barclays in 24 ore, ma la banca non ha rifiutato di commentare.
Un ricco magnate russo del petrolio e delle banche, residente a Londra da decenni: “Ho dei risparmi, sto valutando la possibilità di vendere asset europei. Devi vivere senza soldi… Devi essere molto tranquillo.”
Chichvarkin sostiene che l’opposizione sua e della sua partner a Putin e alla guerra, così come il loro sostegno all’Ucraina, abbia contribuito a proteggere le loro attività dall’ostilità anti-russa da parte dei clienti e del pubblico; “l’atteggiamento di Putin-guerra”.
La compagna: “Ho letto di persone che annullavano i concerti di Tchaikovsky, di persone che vandalizzavano negozi di alimentari russi. Questa è Londra 2022. Come siamo arrivati qui, così in fretta?“
Purtroppo la stupidità umana non ha limiti, e non mi riferisco tanto alla banche, che fanno quello che viene loro imposto, poi c’è quella più burocratizzata e quella un poco meno, ma la xenofobia, purtroppo esiste ed è stagnante. Ci sono partiti e leader politici, e non solo in Italia, che hanno fondato la loro fortuna elettorale solo sull’odio dei propri elettori verso lo straniero. Tutta gente pronta a passare velocemente dall’odio verso il nero, l’africano, a quello verso il russo. Poi quali che siano le ragioni dell’emigrazione conta poco. Se scappano dalla morte sotto le bombe o dalla carenza assoluta di cibo, acqua, medicinali, poco importa: sono stranieri, mi arrecano fastidio e tanto basta. Coloro pronti a fare dei russi tutta un’erba un fascio, sono i medesimi odiatori seriali pronti a ricacciare in mare e respingere i profughi sfuggiti ai lager libici. Nei confronti degli ucraini appena più tolleranti. Troppo complicato, per le loro menti sempliciotte e però crudeli, vedere se il russo è pro Putin o contro. Sei russo è tanto basta!
Siamo davvero un popolo civile? Fortunatamente a fronte di questo schifo, c’è molta più solidarietà ed umanità. Solo che si vede meno. Il volontario non urla, non organizza la propria comunicazione, lui è persona seria, pensa a fare i fatti, non è un chiacchierone, che vive mentendo e turlupinando i poveri ingenui.
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