Will Smith, una vittima dei tempi

Come andrà a finire? La vicenda non è affatto chiusa, è più aperta che mai

Gianvito Pugliese

La notizia è di un paio di giorni or sono. Per un attimo torno alle comodità dell’editorialista e dismetto i panni faticosi ed affannosi del cronista. Il nostro giornale ha poco più di due anni, è in crescita e spesso bisogna coprire più ruoli; faticoso, ma i risultati ci ripagano.

La notizia, accennavo all’inizio, è la decisione dell’Accademy di bandire Will Smith dalla cerimonia degli Oscar per i prossimi 10 anni. Smith, che si era dimesso dall’Accademy, signorilmente ha commentato: “Accetto e rispetto la decisione dell’Academy”.

Le dimissioni erano conseguenti allo schiaffo a Chris Rock nella notte degli Oscar. Smith, che ha vinto l’Oscar come miglior attore per “King Richard”, aveva reagito in seguito ad una battuta sgradevole di Rock sulla testa rasata della moglie, peraltro causata da una malattia.

Nel dimettersi Smith ha definito il suo schiaffo al comico “scioccante, doloroso e imperdonabile” ed ha aggiunto: “La lista di coloro che ho ferito è lunga e include Chris, la sua famiglia, molti dei miei cari amici e persone care, tutti i presenti e il pubblico da casa. Ho tradito la fiducia dell’Academy. Ho privato altri candidati e vincitori della loro opportunità di celebrare ed essere celebrati per il loro straordinario lavoro. Ho il cuore spezzato”.

Lo schiaffo, decisamente ben assestato

L’Accedemy, accogliendo le dimissioni, aveva chiarito che “sarebbe andata avanti con i procedimenti disciplinari per le violazioni degli standard di condotta“.

Apprezzo la signorilità di Smith, che ha anche chiesto scusa pubblicamente a Rock, all’Accademy ed al pubblico, ma mi chiedo: in che mondo stiamo vivendo e se sempre il “progresso sia positivo”, talvolta, proprio per nulla, concludo . Intendiamoci sono un convinto progressista, guardo al futuro, senza dimenticare o voler cancellare il mio trascorso, ma tanto non m’impedisce di ragionare senza pregiudizi.

Ebbene, ho sentito le scuse di Smith, ma non mi pare di averle sentite né da Chris Rock, autore di quella squallida e riprovevole battuta, né dal Consiglio di amministrazione dell’Accademy che, invece di scusarsi, ha preferito indegnamente escludere Smith non solo dalla notte degli Oscar, ma pure da altri eventi organizzati dall’Academy per lo stesso arco di tempo.

Una piccola precisazione storica per cominciare a ragionarci. Il duello: nell’età moderna….. sfida (d’onore o cavalleresco), secondo la Treccani, è stato abolito, ma solo sulla carta, ad avvenuta l’Unità d’Italia con una legge del 1875. In Inghilterra fino al 182O era prerogativa dei soli nobili, e da quell’anno, a rivoluzione industriale completata, fu esteso alla classe medio-alta della borghesia e non è chiaro quando abbia cessato di essere praticato. Da ricordare, che c’era finanche il duello giudiziario, quello al quale ricorrevano due contendenti in giudizio, per sottoporsi al “giudizio di Dio”, e stabilire a chi la ragione ed a chi il torto. Superfluo ricordare che il 90 % e più dei duelli era originato da un’offesa o una mancanza di riguardo ad una dama, il cui cavaliere si sentiva in dovere di schiaffeggiare il colpevole, o lanciargli contro un guanto in segno di sfida, anticipazione del duello.

Era di certo un’usanza barbara, ma quanti di noi non hanno tifato per il guascone D’Artagnan, nelle sfide a singolar tenzone, descritte mirabilmente da Alexandre Dumas? Io me ne entusiasmai al punto di andare a prendere lezioni di scherma.

Ed andiamo al comico-presentatore-co conduttore Chris Rock. E’ buona regola che, prima di parlare di qualcuno, anche quando s’improvvisa, di quel qualcuno occorre conoscere storia, vita e miracoli. Non di dice alla Signora Jada Pinkett Smith, “se vuole reinterpretare il film il soldato Jane”, dove Demi Moore appariva rapata a zero, senza sapere perché la signora Smith porta così i capelli. Infatti, era a causa di una malattia. D’accordo, Will Smith ha perso il controllo, ma quale gentiluomo, se ancora ne esistono nel 2022, non avrebbe preso a sberle, ed anche peggio, Rock che ironizza sulla malattia di una Signora, indipendentemente dal fatto che fosse la moglie od una semplice amica o conoscente? Se quel signore di Rock, che ha dimostrato tutta la sua incapacità di condurre una serata di quello spessore e solo qualità da burino o coatto, se preferite, ammesso che siano qualità, si è scusato, io non l’ho sentito. Evidentemente lo ha fatto col suo confessore, se lo ha fatto, perché eco non c’è ne stata.

Ciò che è peggio è il comportamento del Consiglio di Amministrazione dell’Accademy. Si sarebbero dovuti porre una domanda, che non li ha minimamente sfiorati: ma chi ha permesso ad un incapace maleducato come Chris Rock di salire su quel palco e sproloquiare in libertà? Ironizzare su una donna malata è stato proprio un bel gesto! Ma avrebbe significato, riconosciuto il proprio errore madornale, doversi scusare con la Signora Smith e mettere una croce sul gesto, deprecabile ma giustificabile, del consorte. Meglio prendersela con lui, che con le dimissioni aveva dimostrato una qualche remissività. E questi signori, incapaci di distinguere un coatto da un gentiluomo, di dar ragione al secondo e torto al primo, ed ancor peggio. incapaci di riconoscere un proprio errore marchiano. devono avere nelle mani i più prestigiosi premi al mondo nella cinematografia? Ma scherziamo?

Sembra che la faccenda non sia destinata a chiudersi così, e me l’auguro. Il popolo dei fan dell’attore di King Richard è insorto: una punizione “razzista”, ha colpito il neo-premio Oscar. Proteste con un unico comune denominatore: l’ipocrisia di Hollywood. Misure simili non sono state prese, ma neppure pensate, per altri reprobi della mecca del cinema, e in particolare contro i “predatori” bianchi, a partire da Harvey Weinstein che continua a tenere l’Oscar pur essendo stato condannato a 23 anni di prigione dopo aver aggredito e stuprato una ottantina di donne. Ma ci sono anche i casi Roman Polanski e Bill Cosby.

Peserà nella vicenda la posizione dei media, finanche dei social, perché gli Oscar, in ultima analisi, vivono solo di audience e se fosse boicottata o il Consiglio si dimette o l’Oscar e l’Accademy possono darsi al commercio dei cartoni usati.

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