Dal Maggio all’Expo
I signori artisti sono pregati di uscire dalle loro comode tane e di smettere di spiangersi addosso. E’ il momento della ripresa, di mostrare la faccia e quello che sapete fare. Il governo è in crisi? che ben venga una satira costruttiva!
Maria Catalano Fiore
L’arte ha fatto sempre da ago della bilancia dopo guerre, epidemie e periodi di transizione anche molto bui. L’arte rinasce come e meglio di prima. Di esempi ne abbiamo tanti e clamorosi. Ma è un discorso troppo vasto.
Tornando al discorso di Bari, Gallerie, Maggio di Bari ecc… dopo questa era, tra il finire degli anni 40 ed il 1960 siamo in pieno boom economico. Chi può, cavalca l’onda, la città cresce, l’arte e la presenza di grandi artisti anche, spesso docenti del Liceo Artistico, Istituto d’Arte, Accademia delle Belle Arti e addirittura di un Indirizzo in Storia dell’Arte presso la facoltà di Lettere del famoso Ateneo barese. Non circolano solo eruditi filosofi o latinisti, ma storici di calibro internazionale, Giosuè Musca, Raffaele Licinio, Luciano Canfora, lezioni di Giulio Carlo Argan, Pandi, Andrè Guillou, ordinario alla Sorbona. La cultura ferve in riunioni quasi carbonare, sono arrivati i famigerati anni 70. Anni duri. Anni con il razionamento del carburante, macchine in giro a targhe alterne, disoccupazione giovanile ad un livello molto alto, tanto che lo Stato, oltre ad indire corsi di qualificazione e concorsi a cattedra, forse compie un’unica pensata geniale in tutta la sua vita repubblicana: promulga la Legge 285/78 per l’occupazione giovanile. Lo stato decide lo svecchiamento dei ministeri e con corsi di formazione e titoli assume giovani di qualsiasi qualifica dai dirigenti ai custodi ecc… Persone che stanno andando, attualmente, gradatamente in pensione, non rimpiazzate però. Si perdono esperienze e formazione acquisite in 40 anni e più di lavoro.
Dalle ceneri di qualcosa nasce sempre altro. Così dalle ceneri del Maggio d’Arte di Bari, nasce EXPO ARTE con sede presso i padiglioni della Fiera del Levante.
EXPO ARTE sicuramente incentivata da una radicata base culturale pugliese, appare incentivata dalla presenza di una struttura come la Fiera del Levante. La famosa Campionaria Internazionale, che appare determinata nello sfruttare gli ampi Padiglioni per Ospitare un’offerta culturale, ma anche creare un grosso giro di affari nel mondo dell’arte. D’altronde era il primo tentativo di destagionalizzare, se così si può dire l’attività della Fiera. Non solo la Campionaria a settembre. Ma fiere specializzate a cominciare da Expo, e poi quella dell’agricoltura, della nautica, della tecnologia……
EXPO ARTE, nasce, quindi sia come autentica espressione di cultura meridionale, ma anche per convogliare aspettative commerciali. Importanti Gallerie, portano le opere dei loro artisti a Bari, le Gallerie locali contrappongono opere di artisti pugliesi, sia storici che nuove leve, Mario Colonna, Mario Piergiovanni, Vito Pancella, Ugo Martirdonna, Iginio Iurilli, Lino Sivilli, Nino Regina, Beppe Labianca, Renato Nosek, Luigi Guerricchio, Leo Morelli, e man mano sempre nuove leve con contenuti diversificati e notevoli. Per Cinque giorni l’attenzione è puntata su Artisti ed esponenti del mondo dell’Arte, critici importanti, editori, inviati stampa.
Dopo questa crescita esponenziale, dovuta soprattutto alle capacita’ dell’Ente Fiera ed alla lungimiranza iniziale dei Presidenti Nicola Tridente, prima, e Vittorio Triggiani, poi, del suo comitato tecnico e della sua segreteria del quale è presidente Pietro Marino, a metà degli anni 90 gli entusiasmi si sopiscono. Le contese con Pietro Marino, giornalista e critico d’arte de La Gazzetta del Mezzogiorno, sul privilegiare forestieri e arte d’avanguardia sfiancano. Il nuovo Presidente della Fiera decide di abbandonare il suo ruolo guida, limitandosi ad affittare marchio e padiglioni. Il testimone passa per poco tempo ad una s.r.l. esterna, torinese, che fa capo a Stefano Casiraghi, che seppur introdotta nell’ambiente, si rivela estranea alle attività artistiche e culturali che animavano l’Expo Pugliese. Evita le mostre collaterali istituzionali, evita il coinvolgimento delle Accademie, abolisce del tutto lo Spazio Giovani e nuovi talenti. Poi dopo la prematura scomparsa di Casiraghi, un’altra ditta, poi… Poi nel 1998 risorge alla grandissima, purtroppo estromettendo tutti i baresi. E’ destino, ottime idee, ma sempre contestazioni e divisioni interne, eterna piaga di Bari e di larga parte del meridione, intanto guadagni, provvigioni e vendite vanno fuori… Alla Fiera poco importa ormai, sono affittuari di padiglioni, possono fare ciò che vogliono. ………..a dopo………1998 !!
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