Basilicata tra mare e cielo, arte anche culinaria
Una Terra incredibile, percorsi mozzafiato sia via mare che in montagna e poi tutto il resto…….
Maria Catalano Fiore
Basilicata terra ricca di storia e tradizioni, abitata da tempi antichissimi, il suo vero nome, Lucania, derivato dalle antiche genti italiche di lingua Osca, che vi si stanziarono sin dal V secolo a.C. Poi conquistata da Roma prende il nome latino “Lucus”, terra dei boschi, terra orgogliosa. il nome Basilicata appare solo in un documento del 1175 e indica, dal greco “Basiliskos” nome con cui venivano indicati gli amministratori bizantini della regione.
Ma anche “Luganega”, per i suoi lunghi salami di suino risorsa invernale per una economia agricola, a volte pastorizia porta l’impronta ancora atavica.
Bagnata da due mari lo Jonio ed il Tirreno, montuosa all’interno tanto da essere sciabile, ma anche pianeggiante, ed a tratti argillosa.
Offre di tutto dalla natura incontaminata dei suoi 5 parchi naturali, dal monte Pollino e dalle Dolomiti lucane, al “Volo dell’angelo”, per non parlare del “Ponte tibetano di Castelsaraceno”, il più lungo al mondo inaugurato nell’Agosto del 2021: 586 metri di lunghezza per 80 di altezza, e non è l’unico!
Ai vari bellissimi musei da quelli statali come il “Mosca- Ridola “di Matera o il “Palazzo Lanfranchi”, a quelli gestiti dai comuni come il “Museo delle Antiche Genti di Lucania” di Vaglio Basilicata (Pz)
Siti archeologici e storici dai preistorici insediamenti materani ( la città presepe patrimonio dell’UNESCO)
Alla più antica città dell’area meridionale “Utilia Bella”, città Osca su serra di Vaglio, il suo impianto e il suo tempio alla Dea Mefitis.
Alla civiltà della Magna Grecia di Metaponto di cui sopravvive il suo tempio.
Ha castelli altomedievali e borghi incredibili e da scoprire, insediamenti che mai avremmo immaginato come a San Chirico.
Lo stesso capoluogo, Potenza, il più alto in Italia con i suoi 819 metri di altitudine, è costruita in modo tale che, per adeguarla, è stata dotata delle scale mobili più lunghe d’Europa.
131 borghi variegati tra loro con un impianto medioevale, ma con stratificazioni diverse di epoche e civiltà.
Cultura e tradizione, storie e leggende, con le sue bellissime feste popolari, sino alla gastronomia che va diretta al cuore.
La sua arte, come la sua gastronomia, richiedono discorsi più lunghi e complessi….si può partire dai “Cornuti e rinsecchiti diavolicchi che trovi in rami o in collane appesi sui solai ad arabescare le calcine dei muri” come li descrive Raffaele Nigro nel suo “Viaggio in Basilicata”, Mario Adda ed.1996, “così piccanti da far venire le lacrime”.
“Oggi sono tornate di moda le cialde di pane; ma chi se le scorda certe croste dure, appena ammorbidite dall’acqua e accarezzate da un pomodoro maturo?” …..” erano i pomodori eterni, quelli da appendere a uno spago di cotone….”
Per non parlare dei tanti tipi di formaggi, alcuni assolutamente unici e di nicchia come il canestrato di Moliterno o la famosa manteca: Uno strato di caciocavallo che conserva il burro, assolutamente squisito.
O dell’“Oro rosso di Lucania” è spettacolare tra agosto e settembre vedere le case ammantate di rosso fuoco per seccare in “Collane” i “peperoni Cruschi” (croccanti) saranno riserve preziose per l’inverno e non solo, rappresentano un condimento per tante pietanze irripetibili. Non provate a seccarli voi, innanzi tutto ci vogliono quei peperoni del tipo di Senise, sulla val d’Agri, ma senza l’aria ed il sole lucano ammuffirebbero all’interno.
Che spettacolo attraversare i paesi tra agosto e settembre e vederli tutti pieni di collane di peperoni sistemati su corde e messi a seccare al sole su finestre o balconi. Rappresentano un condimento indispensabile per molti piatti tradizionali e le brave massaie ne fanno provvista. Non provate ad emularli, per quel risultato occorrono i particolari peperoni di Senise, sulla Val d’Agri e l’aria e il sole di Lucania, altrimenti all’interno troverete solo muffa…..
Ma rimandiamo questo discorso, non voglio tediarvi, chiudo con un frase molto intensa, sempre di Raffaele Nigro: ” La storia lucana è segnata da un percorso tragico nel grande arcipelago della fame. Tuttavia è anche un viaggio fantasioso attraverso montagne di sogni gastronomici…...” a presto con uno dei piatti tipici della gastronomia lucana:
Baccalà con patate e peperoni cruschi, un contrasto/connubio di sapori realmente unico.
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