Vivete nel mio ricordo…

Quarantaquattro anni ed ancora oggi si conoscono solo i nomi degli esecutori materiali. I mandanti sono restati ignoti ed impuniti

Nunzia Zampino

Lettera di Aldo Moro che fu recapitata alla moglie, Eleonora Chiavarelli, il 5 maggio 1978. Quella sarebbe stata l’ultima lettera scritta dal marito, solo 4 giorni prima della sua uccisione. I suoi ultimi pensieri scritti nero su bianco. Una struggente lettera d’amore rivolta alla moglie e ai suoi figli.

Mia dolcissima Noretta,
dopo un momento di positivo ottimismo, dovuto forse ad un mio equivoco circa quel che mi si veniva detto, siamo ormai, credo, al momento conclusivo. Non mi pare il caso di discutere della cosa in sé e dell’incredibilità di una sanzione che cade sulla mia mitezza e la mia moderazione. Certo ho sbagliato, a fin di bene, nel definire l’indirizzo della mia vita. Ma ormai non si può cambiare. Resta solo di riconoscere che tu avevi ragione. Si può solo dire che forse saremmo stati in altro modo puniti, noi e i nostri piccoli.
Vorrei restasse ben chiara la piena responsabilità della D.C. con il suo assurdo ed incredibile comportamento. Essa va detto con fermezza così come si deve rifiutare eventuale medaglia che si suole dare in questo caso. E’ poi vero che moltissimi amici (ma non ne so i nomi) o ingannati dall’idea che il parlare mi danneggiasse o preoccupati delle loro personali posizioni, non si sono mossi come avrebbero dovuto. Cento sole firme raccolte avrebbero costretto a trattare. E questo è tutto per il passato
.
Bacia e carezza per me tutti, volto per volto, occhi per occhi, capelli per capelli. A ciascuno una mia immensa tenerezza che passa per le tue mani. Sii forte, mia dolcissima, in questa prova assurda e incomprensibile. Sono le vie del Signore. Ricordami a tutti i parenti ed amici con immenso affetto ed a te e tutti un caldissimo abbraccio pegno di un amore eterno. Vorrei capire, con i miei piccoli occhi mortali, come ci si vedrà dopo. Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo. Amore mio, sentimi sempre con te e tienimi stretto. Bacia e carezza Fida, Demi, Luca (tanto tanto Luca) Anna, Mario, il piccolo non nato, Agnese, Giovanni. Sono tanto grato per quello che hanno fatto. Tutto è inutile, quando non si vuole aprire la porta. Il Papa ha fatto pochino: forse ne avrà scrupolo.
Noretta dolcissima, sono nelle mani di Dio e tue. Prega per me, ricordami soavemente. Carezza i piccoli dolcissimi, tutti. Che Iddio vi aiuti tutti. Un bacio di amore a tutti.
Aldo”.

Muore così Aldo Moro, uomo scomodo al potere.
Quel 16 Marzo 1978, rimane una data indimenticabile, quando tra le 9.00 e le 9.05 del mattino ci fu l’agguato di via Fani, rivendicato dalle Brigate rosse, dietro le quali si annidavano interessi, spesso compresi, ma mai accertati o, peggio, voluti accertare. Sullo sfondo di questa vicenda appare forte è chiaro “il compromesso storico” tra la D.C, guidata da Aldo Moro ed il P.C.I. di Enrico Berlinguer.

Morirono poliziotti e carabinieri della scorta dell’onorevole Aldo Moro, che fu rapito. Ma era troppo scomodo per lasciarlo in vita…. ed il suo corpo fu fatto ritrovare dopo 55 giorni nel bagagliaio di un’auto in Via Michelangelo Caetani.

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