Ci lascia lo scrittore sloveno Boris Pahor
Aveva 108 anni ed era stato prigioniero nei campi di sterminio nazisti
La redazione
E’ deceduto la notte scorsa nella sua casa di Trieste la notte scorsa lo scrittore sloveno Boris Pahor. Fu internato in vari campi di concentramento nazisti sia in Francia che in Gemania, aveva 108 anni.
Nato il 26 agosto 1913 a Trieste in una famiglia slovena, da bambino assistè all’incendio, per mano fascista, della Casa Nazionale di Trieste, che descriverà poi ne “Il rogo nel porto”. Aveva da tempo la cittadinanza italiana. Sfuggito ai campi di sterminio aveva raggiunto i 108 natali.
Durante la Seconda guerra mondiale fu partigiano nel Fronte di Liberazione e nel 1944 catturato dai nazisti fu spedito al campo di concentramento di Natzweiler-Struthof. Poi trasferito in altri lager, descrisse la sua terrificante esperienza in “Necropoli”, il suo romanzo più famoso.
Necropoli, denuncia le discriminazioni contro la minoranza slovena durante il regime fascista, ma nel suo catalogo ci sono altri capolavori come “Così ho vissuto. Biografia di un secolo”, “Dentro il labirinto”, “Qui è proibito parlare”, “Una primavera difficile”, “Tre volte no. Memorie di un uomo libero”.
Pahor aveva vinto il Premio PreÜeren, ed era stato insignito della Legione d’onore francese.
“Mi sento ancora giovane” aveva dichiarato in una recente intervista.
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