All’asta un sonetto del Tasso
Asta romana tra 40 e 60mila euro da Finarte per un sonetto del Tasso.
Maria Catalano Fiore
All’asta da Finarte a Roma tra il 15 e 16 giugno un ritrovato sonetto con autografo di Torquato Tasso (1544-1595).
Il Manoscritto datato 1590 “Onor di Tomba e di dorati marmi” sarà proposto su una base d’asta tra i 40 e i 60.000 euro.
Questo sonetto è indirizzato a Vincenzo Caracciolo ed è stato dissociato, nel tempo dalla sua lettera di ringraziamento agli amici napoletani, in particolare ai Caracciolo, per una provvigione di 600 scudi l’anno, ma si ignora se tale somma gli sia mai giunta.
Torquato Tasso ha sempre avuto un forte legame con i napoletani in quanto nato a Sorrento nel 1544, ma sin da piccolo è costretto ad una vita nomade dagli spostamenti della famiglia, poi educato dai Gesuiti a Napoli, che lascia a 10 anni a causa di turbolenze politiche.
Si rifugia ad Urbino alla colta corte di Guidobaldo II della Rovere, dove compone il suo primo sonetto dedicato a quella corte. Segue poi suo padre a Venezia dove inizia a stendere il poema “Rinaldo”, che poi diventerà “La Gerusalemme Liberata”. Nel frattempo, continua i suoi studi ed il suo talento comincia ad essere notato, ma mantiene ben saldi i suoi legami sia ad Urbino che alla corte Napoletana.
“Perduto è tutto il tempo che in amor non si spende”
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