Anni 20: Berlino

La Berlino anni 20 era un limbo dorato dove transitavano scrittori, artisti, intellettuali e beoni che vissero intensamente quegli anni.

Maria Catalano Fiore

Negli primi anni 20 del secolo scorso Berlino vive una situazione di transizione fra situazioni sociali e politiche completamente all’opposto, più che un caos uno splendido limbo dove artisti, intellettuali e popolo si confondevano divertendosi ad oltranza.

Sono gli anni ruggenti, il periodo che vede esplodere il Jazz in America e il Dadaismo e la Bauhaus e la Repubblica di Weimar. Si chiude l’era austroungarica e si vorrebbe aprire le porte ad una Repubblica, che nasce strisciando con il Nazionalsocialismo per diventare una dittatura che coinvolgerà l’Europa in un nuovo e più cruento bagno di sangue. Una nuova guerra cominciata e mai del tutto conclusa…..anzi.

Icona, in seguito, di questo periodo di transizione è senza dubbio la diva Marlene Dietrich (1901-1992) cappello a cilindro e calze a rete, attrice a cantante tedesca poi naturalizzata statunitense. E’ in America che diventa una vera star, a Berlino torna per pochi giorni nel 1960 per scappare inorridita.

L’Angelo azzurro

Più spensierata, al top ed interessante, ma anche drammatica è la vita di Ruth Landshoff (1904-1966). una ebreo-tedesca, attrice ballerina, giornalista, scrittrice, nobildonna e donna bisessuale, di mondo.

Volenti o nolenti sono relitti di un Ottocento Imperiale, aristocratico e borghese, che si trasformano: Otto Dix (1891-1969) contestabile pittore tedesco, che vive nei panni di un esploratore polare; George Grosz (1893-1959). artista tedesco poliedrico, cubista, futurista musicale, nuova oggettività, che paragona il suo animo ad una banchina artica; Bertolt Brect (1898-1956), drammaturgo e regista teatrale, fondatore del Teatro epico, che riveste i suoi personaggi con giacconi di cuoio nella loro freddezza “Figli di una pace fredda tra due guerre”, cosa che riassumerà anche Erich Marie Remarque (1898-1970), scrittore tedesco, autore di “Niente di nuovo sul fronte Occidentale”, tutti figli di un’epoca confusa.

La Berlino Mitteleuropea pre- conflitto

Berlino rappresenta il mosaico di un’epoca di fermento preoccupata per il proprio futuro, a cui si rifiuta di pensare ed in fuga dal proprio passato, condannata quasi ad avventure, droghe, ebrezza e sesso.

Immagine di una parete decorata di un Cabaret sopravvissuta ai bombardamenti

Le donne, emancipate durante il conflitto bellico, adesso lavorano, guadagnano, si divertono, diventano padrone del proprio destino. La stampa le battezza “Le Flapper” dal suono delle ali degli uccellini che tentano di lasciare il nido (flap, flap, flap) anche se poi in Inghilterra diventa un termine dispregiativo che vuol dire prostitute. Le Flapper dimostrano concretamente la loro voglia di libertà liberandosi da corsetti stretti, da busti e da gonne lunghe e strette che impediscono i movimenti e imprigionano il corpo. I vestiti diventano leggeri, succinti, facili da cucire.

Il loro look era caratterizzato da abiti corti decorati con frange, perle al collo e accessori di piume. E’ uno stile democratico facile da replicare da qualsivoglia “sartina” o da sole. Questi abiti Flapper rappresentano un riavvicinamento tra le classi sociali. Stanche di far emergere il petto, addirittura usano reggiseni a fascia o lo fasciano con bende, l’ideale è raggiungere un aspetto “Androgino”, si tagliano i lunghi capelli che diventano “Eton cut” cioè corti e con frangia, facili da lavare e pettinare. A dettar legge sull’aspetto o la moda sono i gay, accettati ed amati, le donne ed anche gli uomini mostrano le orecchie, il collo, indossano scarpe con il tacco alto e scollature profonde sul dorso.

Questi personaggi berlinesi, inoltre, non vivono rinchiusi nella loro città, tra caffè, cinema, musica, arte, avventure, ebrezze, drammi, lutti ed illusioni perdute, esportano il loro stile di vita da Berlino verso Parigi, Capri, la Costa Azzurra e la Costa Basca, una schiera di nomi celebri, ormai dimenticati, che si schianteranno, nel 1933, contro il muro di cemento del Nazismo.

Una serie di personaggi a cui si associano gruppi non meno folti di protagonisti inglesi e francesi, americani e spagnoli. Da Pablo Picasso ad Henry Miller, da Salvator Dalì a Jeane Paul Sartre, da Ernest Hemingway a Scott Fitzgerald. Ne viene fuori una specie di romanzo corale nel quale la data del 1933 segna un vero blocco.

Questa porta trionfale diventerà poi un atroce simbolo….

Gli anni ruggenti lasciano il posto al rogo dei libri, agli espatri clandestini, andare all’estero è salvarsi la vita, non più vacanza. E’ una battuta storica e le leggi antisemite daranno il colpo di grazia. Si salvi chi può! Anche in America non si gioisce: Il Venerdì nero di Wall Street” qualcuno commenta “Vergogna infinita per un declino”.

Ma cosa succede con l’arrivo delle dittature Spagnola, Tedesca, Italiana? un nuovo scompiglio e rovesciamento sociale. (a dopo)

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