Lettere al direttore

Disfunzioni al reparto di neurologia del Policlinico di Bari (in copertina). La sorella di un paziente ci scrive.

Gianvito Pugliese

Pubblico un messaggio ricevuto su WathApp da una cara amica: Leonarda (DIna) Lacalamita, persona impegnatissima nel volontariato sociale a Modugno (Ba), conosciuta in quelle circostanze.

Carissimo Gianvito, scrivo a te come amico ma maggiormente come giornalista, voglio raccontarti la situazione di disagio che stanno avendo al reparto neurologia del policlinico. Parlo di un reparto che dovrebbe avere il massimo della cura non solo medica che non ho nulla da eccepire, ma sul disagio psicologico e di assistenza ambientale la ritengo sotto zero. Da giorni in una stanza dello stesso reparto un climatizzatore non solo è spento arrecando con questo caldo malessere ai pazienti, quanto l’insopportabile gorgoglio che da irrequietezza maggiormente di notte. Più volte è stato chiesto l’intervento dei tecnici che ancora oggi non sono intervenuti. Termino con viva la Puglia. viva lo stato italiano. Ti abbraccio con affetto.” Dina

Resomi conto di disporre di notizie assai frammentarie, ho sentito telefonicamente Dina Lacalamita, sorella del paziente ricoverato.

Ho appreso, così, che il paziente è un soggetto oncologico (regolarmente sottoposto a chemioterapia) che è stato colpito da un ictus celebrale. Al reparto di neurologia del Policlinico di Bari, sarebbe rimasto, a detta della sorella, per tre giorni su una barella, prima di vedersi assegnare un posto letto. La mancanza di sufficienti posti letto per i ricoverati non è fatto di oggi, ma episodi frequenti che si reiterano nel tempo e la cui frequenza è stata ulteriormente acuita dalla pandemia.

Comunque sia, il paziente sta ricevendo le cure del caso, sulle quali “non ha nulla da eccepire“. Ma accade che un condizionatore d’aria del reparto si fermi, ed è proprio quello della stanza del nostro paziente. Superfluo sottolineare, col caldo torrido di questi giorni, cosa voglia dire restare senza area condizionata per malati, come il nostro paziente, che dal letto non possono muoversi,

E come se non bastasse, riferisce sempre la sorella, il condizionatore non funziona, ma emette un “gorgoglio continuo”, che di giorno è fastidioso, ma non più di tanto, ma di notte tiene svegli i pazienti della stanza.

Al momento non si sarebbe ancora visto un tecnico. E tanto francamente, ove confermato, sarebbe inconcepibile.

Rimango a disposizione della direzione del reparto e di quella del Policlinico responsabile della manutenzione, per eventuali precisazioni o aggiunte al racconto come ricostruito, ma soprattutto, mi auguro di poter dire ad horas: condizionatore riparato – capitolo chiuso!

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