Il Presidente Mattarella nella Repubblica del Mozambico

Oggi 6 luglio: Sergio Mattarella, in Visita di Stato nella Repubblica del Mozambico,

La redazione

COMUNICATO

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in Visita di Stato nella Repubblica del Mozambico, il 5 luglio mattina è stato ricevuto dal Presidente, Filipe Jacinto Nyusi, al Palazzo Presidenziale. Al termine dei colloqui, i due Capi di Stato hanno rilasciato dichiarazioni alla stampa.

Nell’occasione il Viceministro degli affari esteri italiano, Marina Sereni, e il Ministro degli esteri del Mozambico, Veronica Nataniel Macamo Dlovo, hanno firmato il Piano Indicativo Pluriennale di Cooperazione allo Sviluppo, alla presenza dei Presidenti Mattarella e Nyusi.

Il Presidente Mattarella ha reso, quindi, omaggio al Monumento agli Eroi Mozambicani con la deposizione di una corona.

Nel pomeriggio, il Capo dello Stato ha incontrato il Presidente del Consiglio Municipale e il Presidente dell’Assemblea Municipale al Palazzo del Municipio, dove ha avuto luogo la cerimonia di consegna delle Chiavi della Città di Maputo.

In serata, il Pranzo di Stato offerto dal Presidente del Mozambico in onore del Presidente Mattarella al Palazzo di Ponta Vermelha.

Mercoledì 6 luglio mattina, Mattarella incontra il Presidente dell’Assemblea della Repubblica, Esperança Bias. Al temine, visita il Centro Dream di Zimpeto della Comunità di Sant’Egidio, accompagnato dal Segretario esecutivo Dream Mozambico, Flavio Ismael.

Il Presidente Mattarella incontra, quindi, una rappresentanza della collettività italiana e i rappresentanti delle Istituzioni italiane presenti in Mozambico.

 Maputo, 05/07/2022 06/07/2022 (II mandato)

DICHIARAZIONE ALLA STAMPA

 Maputo, 05/07/2022 (II mandato)

Desidero ringraziare molto il Presidente Filipe Nyusi per l’invito a venire in visita di Stato in Mozambico e per l’accoglienza calorosa e amichevole che ha riservato a me e alla delegazione che mi accompagna.

Questa accoglienza così calorosa e significativa riflette la profonda amicizia e i comuni interessi che legano i nostri Paesi – come il Presidente Nyusi ha avuto la cortesia di ricordare – fin dall’indipendenza del Mozambico, cui l’Italia è stata molto vicina con la sua società civile, oltre che con le sue istituzioni.

I nostri rapporti raffigurano, in maniera significativa, un esempio di quel che insieme possono costruire Africa ed Europa il cui avvenire, secondo l’Italia, è necessariamente comune.

Come il Presidente ha ricordato – e lo ringrazio – avrei voluto visitare Maputo due anni addietro, ma la pandemia ha costretto a ritardare questo incontro; ma sono lieto anch’io che si svolga nel trentennale degli Accordi di Pace di Roma che sono dovuti alla sincera, determinata volontà di pace del popolo mozambicano, che ha posto fine così a un lungo conflitto, e poi ha coronato, dopo qualche anno, questo impegno con l’Accordo definitivo di Pace.

Durante i nostri colloqui ho espresso al Presidente Nyusi le mie congratulazioni, e quelle dell’Italia, per la recente elezione del Mozambico nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che dimostra come il vostro Paese sia considerato, nella Comunità internazionale, un attore protagonista affidabile e autorevole. E sono convinto che nel Consiglio di Sicurezza il Mozambico fornirà un contributo che sarà utile all’intera Comunità internazionale.

Abbiamo parlato anche – come il Presidente Nyusi ha poc’anzi ricordato – dell’invasione, dell’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina che sta determinando conseguenze gravissime. La prima di queste è il ritorno, in questo millennio, di un criterio che pensavamo relegato ai secoli passati: quello per cui un Paese più grande e più forte può considerarne uno più piccolo e più debole come una preda da conquistare.

Le conseguenze sono gravissime sotto diversi profili. Tra questi, quello che riguarda l’approvvigionamento di beni alimentari, di fertilizzanti, che colpisce tutti, il Continente africano in maniera particolare.

L’Unione europea e l’Italia sono pronte a sostenere i Paesi più in difficoltà sotto questo profilo di crisi alimentare ai vari livelli.

Il Presidente Nyusi sa che l’Italia considera il Mozambico come un Paese profondamente amico e come un partner importante, sia nell’ambito politico che nel perseguimento di un’integrazione dei nostri sistemi produttivi, con l’aumento degli investimenti che il governo italiano intende promuovere nella sua imprenditoria per il Mozambico. Desideriamo rafforzare infatti questa collaborazione perché sentiamo il Mozambico vicino a noi anche per valori recati nella vita della Comunità internazionale.

È importante la collaborazione che avviene sul piano energetico attraverso l’azione dell’ENI.

Il prossimo avvio dell’esportazione di gas naturale liquefatto dall’impianto di Coral Sul, gestito da ENI, è un traguardo importante che testimonia quanto sia preziosa la nostra collaborazione.

E spero che questo si possa allargare ad altri settori economici, come abbiamo detto nel nostro incontro con il Presidente Nyusi, coinvolgendo diverse aziende italiane che già lavorano ed altre che possano impegnarsi, essendo in Mozambico.

Poc’anzi, la firma cui abbiamo assistito del Piano Indicativo Pluriennale in tema di Cooperazione allo Sviluppo è una dimostrazione di questa volontà che insieme, Italia e Mozambico, hanno sul piano della collaborazione per lo sviluppo.

Questo piano consente di armonizzare l’impegno italiano con la strategia nazionale di sviluppo del Mozambico, orientato alla diversificazione dell’economia e a sostegno della competitività, come strumento indispensabile per produrre reddito e occupazione soprattutto a vantaggio dei giovani.

Un altro settore importante di cui abbiamo parlato è quello di una collaborazione culturale.

Di recente è stato ratificato l’Accordo di Cooperazione Culturale Scientifica e Tecnologica tra Mozambico e Italia. Questo è un versante dei rapporti bilaterali che noi giudichiamo prezioso, con la collaborazione in campo artistico, culturale, universitario e di ricerca, che possa così ulteriormente sviluppare la nostra collaborazione sul piano di attività che riguardano il futuro.

Abbiamo parlato – come il Presidente Nyusi ha poc’anzi rammentato – del terrorismo e dell’impegno per contrastarlo, pensando alle vittime che il terrorismo provoca, all’impoverimento che provoca, e quindi al danno al futuro dei giovani. E ho assicurato l’impegno attivo e concreto dell’Italia, come Paese e come membro dell’Unione europea, per sostenere il Mozambico su questo fronte così importante che riguarda la serenità della convivenza e della sicurezza che è patrimonio comune di tutti nel mondo.

Vorrei, infine, ringraziare molto il Presidente Nyusi per questo incontro, per le parole che ha utilizzato nei confronti dell’Italia, sottolineando l’amicizia che lega i nostri Paesi, esprimendo il più grande apprezzamento per il nostro partenariato e per le prospettive che questo presenta e consente di considerare sicure.

Grazie Signor Presidente.

****

Domanda: sappiamo che l’Italia ha sostenuto il Mozambico nella formazione, nell’addestramento delle Forze nella lotta al terrorismo. Vorrei sapere concretamente come vede la questione del terrorismo a Cabo Delgado sapendo che ci sono degli investimenti a Cabo Delgado, come Paese e non come Unione europea.

Presidente Mattarella: rispondo volentieri, pensando anzitutto alle popolazioni della Regione di Cabo Delgado che hanno subito vittime, hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni, i propri villaggi, i propri luoghi di residenza. E quindi all’esigenza di sostenerle.

Naturalmente l’Italia, così come l’Unione europea, è pronta a sostenere il Mozambico secondo le richieste e le decisioni che prende il Mozambico. Non sono decisioni dell’Unione europea o dell’Italia, che si considera uno strumento per le scelte del Mozambico.

In questo momento sono due le direttrici di azione concreta. La prima è l’addestramento qui delle Forze mozambicane, così com’è chiesto al governo del Mozambico. E l’Italia parteciperà con dei suoi militari alla Missione Addestramento dell’Unione europea.

Il secondo, importante aspetto è quello del sostegno finanziario alle forze multinazionali e alle esigenze che il Mozambico deve affrontare per contrastare il terrorismo. Sostegno finanziario che l’Unione europea ha già in parte disposto, che sta valutando e che l’Italia sostiene e sollecita fortemente. E che certamente daranno un esito positivo in breve tempo.

Naturalmente si tratta di due impegni secondo le richieste, le scelte e le decisioni che prende il Mozambico.

Domanda: il Presidente Mattarella più volte ha messo in correlazione i cambiamenti climatici con il problema delle migrazioni nel dialogo fra l’Europa e l’Africa. Ma vediamo tragedie immani come quella che ha colpito proprio ieri il nostro Paese, sulle nostre montagne. Chiedo un pensiero sulla lotta al cambiamento climatico e sul suo impatto sulle popolazioni mondiali.

Presidente Mattarella: ho esposto poc’anzi al Presidente Nyusi, durante i colloqui, quanto avvenuto in Italia, alla Marmolada, come elemento simbolico delle tante tragedie che il mutamento climatico non governato sta comportando in tante parti del mondo.

Vorrei fare una considerazione generale. Questo del clima, come altri problemi che sono di fronte all’umanità – la sanità, lo abbiamo visto con la pandemia; lo sviluppo economico, ormai globalizzato; le migrazioni – sono fenomeni globali che nessun Paese può affrontare da solo. La pandemia dovrebbe averci insegnato che l’umanità ha pericoli e nemici comuni che deve affrontare insieme, collaborando.

Questo del clima richiede una forte collaborazione. È un problema comune. Senza una piena collaborazione di tutti non potrà essere governato. Il Presidente Nyusi ha fatto poc’anzi una magnifica sottolineatura dell’esigenza di rispettare la natura. E abbiamo registrato, in questa necessità, alcuni impegni internazionali in diversi fori multilaterali che sono stati svolti in tante parti del mondo, l’ultimo a Glasgow. Questi impegni non sempre vengono rispettati.

Come il Presidente Nyusi ha ricordato, vi sono Paesi che non si impegnano su questo fronte, che riguarda l’avvenire di tutti nel mondo. Occorre quindi richiamare tutti a rispettare quegli impegni assunti in queste convenzioni internazionali e a definire e assumere impegni ulteriori. Perché quello che l’esperienza dimostra, giorno per giorno, in tante parti del mondo, è che senza affrontare sistemicamente e seriamente, a fondo, i problemi che pone il cambiamento climatico, contrastandolo, sarà difficile garantire alle future generazioni una vita accettabile sulla Terra.

Questo è un altro impegno che richiede collaborazione internazionale. E anche per questo l’appello che, insieme, nasce dai valori che Mozambico e Italia professano, è la collaborazione. Perché su questi fronti, su queste sfide, senza collaborazione non vi è speranza.

Domanda: Al di là della commemorazione importante, che cosa possono dire questi Accordi di Roma, al di là del contesto geopolitico completamente diverso, sul piano del metodo? Quale messaggio di speranza possono portare in questo quadro molto fosco a livello internazionale? Penso al discorso del Presidente Mattarella a Strasburgo, molto orientato ad aprire un processo di pace; penso al ruolo del Mozambico in ambito Onu. Che messaggio di speranza può portare questo trentennale che oggi in qualche modo abbiamo rievocato?

Presidente Mattarella: Che cosa insegnano questi accordi? Io mi rifaccio a quanto ha detto il Presidente Nyusi. Vorrei aggiungere una considerazione. Mozambico e Italia sono geograficamente distanti. Che cosa ha portato trent’anni fa a questo impegno di collaborazione? Non soltanto la conoscenza reciproca, l’amicizia, ma un’altra considerazione: che la pace è indivisibile nel mondo, che la pace in un luogo riguarda ogni altro luogo del mondo, che lo sviluppo in un luogo riguarda lo sviluppo di ogni altro luogo del mondo. Quindi l’indivisibilità di pace, di sviluppo, di crescita, di diritti. Questo è quello che c’è alla base di quella collaborazione in quel momento, e l’insegnamento che secondo me emerge. Quello che spinge e sollecita sempre più a una forte collaborazione internazionale nella consapevolezza che quel che avviene in un Paese lontano non è estraneo, ma riguarda anche noi.

Anche perché il mondo è sempre più raccolto, sempre più interconnesso. Le distanze sono ormai virtuali, si conversa attraverso Internet in tempo reale, da una parte all’altra del globo. Questo significa che non vi sono più zone distinte nel mondo.

Questo dà un altro insegnamento: non esistono più zone di influenza delle grandi potenze, perché il mondo ormai è senza distanze reali, è interconnesso, strettamente raccolto.

La pretesa che vi siano zone d’influenza delle grandi potenze è fuori dalla realtà. Contrasta con il senso e il valore della pace che oggi intendiamo coltivare.

Per seguirci su Facebook mettete il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivetevi al gruppo lavocenews.it. Grazie.