Il caffè con il lettore
Conte incontra Orsini e gli offre la candidatura? Sta di fatto che oggi i pentastellati non hanno votato il dl Aiuti-
Gianvito Pugliese
Giovanna Vitale Collega de La Repubblica ha dato per certo ed avvenuto l’incontro tra il leader pentastellato Conte e Alessandro Orsini, che molti ormai chiamano URSSini per la smarcata e sempre, dallo stesso negata, incrollabile ammirazione per Putin. Oggetto: ottenere suggerimenti sulla guerra di Mosca all’Ucraina e proporgli la candidatura nel M5s alle politiche. Conte nega quell’incontro o anche un colloquio e lo fa tramite il suo staff. La Repubblica non smentisce quanto affermato dalla Vitale secondo cui: “l’incontro è avvenuto all’inizio della scorsa settimana, propiziato da una persona che conosce bene entrambi e che avrebbe suggerito a Giuseppe Conte di scambiare quattro chiacchiere col professor Alessandro Orsini“. Il colloquio sarebbe stato così proficuo che “l’ex capo del governo giallorosso avrebbe buttato lì – fra il serio e il faceto – la disponibilità del M5S a candidarlo alle prossime Politiche. Una proposta che Orsini, ribattezzato URSSini dai detrattori, non avrebbe respinto. Anzi» E la conferma arriva anche da diverse altre testate come 7Colli, ilgiornale.it o informazione.it etc. Tutte riportano anche la versione di Conte, ma tendono a dar credito alla Collega Vitale.
Intanto oggi il dl Aiuti è passato alla Camera con 266 voti a favore e 47 contrari. I deputati presenti e votanti erano 313, tra questi non c’erano pentastellati. Al Senato, che dovrà approvare il decreto legge entro venerdì 15, a causa del diverso sistema di voto i pentastellati se non vogliono votarlo dovranno astenersi anche dal voto di fiducia e sarà o meno rottura con la maggioranza e col campo largo di Enrico Letta.
Pochi giorni e capiremo quale partita vuol far giocare il tandem Grillo-Conte ai Cinque stelle, dati al 10,7% nell’ultimo sondaggio pubblicato, che non tiene conto del gradimento ad Insieme per il Futuro di Luigi di Maio che sottrarrà, pochi o molti. ma ulteriori punti al Movimento. M5s che alla comparsa di Conte sulla scena politica era al 33% e dopo due governi dallo stesso Conte presieduti e la nomina a Presidente e capo politico si ritrova con percentuali ad una cifra. Conte ha affermato “che non c’è ragione che io mi dimetta”. Fa bene, deve completare l’opera facendo avverare la profezia di Casaleggio senior, secondo cui, dopo aver raggiunto l’apice, il Movimento si sarebbe estinto.
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