Panin cu’ Pulp’ arrizzat

La domenica, in estate, riaffiorano ricordi di giornate trascorse al mare, di panini portati da casa….tante cosette.

Maria Catalano Fiore

Stamattina stavo pensando a tempi andati, quando era uso e consuetudine famigliare andare la domenica al mare. Ora molto meno, il caldo, la confusione ed il Covid scoraggiano parecchi.

Nella mia famiglia, di origine lucana, non usavamo preparare pranzi bucolici da trasportare al mare, solo dopo, crescendo con amici e poi con mio marito, una casa sul mare, decisamente più comoda.

Mia madre, rispetto a nonna Camilla, era molto più veloce e sommaria in cucina, quindi la merenda / pranzo al mare di domenica o altri giorni si risolveva con panini.

Panini un po’ sommari e “montanari” rispetto ai nostri vicini di ombrellone: vi spiego, a casa mia si capiva che mia madre aveva deciso di andare al mare quando svegliandoci, sempre presto, io e la mia sorellina non trovavamo caffè latte sul tavolo di cucina, ma pane e pomodoro. “In Autobus vi crea acidità, poi vomitate!”, era raro andare in macchina. L’autobus gremito, le soste in attesa …..Quindi c’erano fette di pane del giorno precedente con pomodoro e un filo d’olio. Poi mentre lei affettava cipolle e sbatteva uova, io ero delegata a prepararmi velocemente per recarmi al vicino panificio a prendere le “Rosette” appena sfornate. Benissimo, nel frattempo tutto l’androne del palazzo olezzava di cipolla. Si il piatto forte di mamma era la frittata di cipolle: quindi un paio di frittate medio grandi, venivano suddivise in almeno una decina e più di rosette (non si sa mai…).

Frittata con cipolle

Dopo l’estenuante viaggio in autobus urbano, finalmente si giungeva al lido, dove grondante di sudore tuo e altrui non vedevi l’ora di buttarti in acqua. Dopo un po’ il richiamo….era arrivata l’ora della famosa rosetta con frittata di cipolle, poi ti toccava aspettare per un secondo bagno più tranquillo e lungo.

Panino con frittata di cipolle

Nel frattempo i vicini di ombrellone avevano scaricato una bella quantità di specialità culinarie ben confezionate e scartavano i loro primi panini CU PULP ARRIZZAT! Per lungo tempo oggetto del mio desiderio. Erano baresi! Niente da fare: era tassativa la focaccia con polpo fresco arricciato e birra Peroni subito o panino con il polpo!

Panino con il Polpo scottato in acqua bollente.

Per la sua preparazione ci sono tutt’ora varie scuole di pensiero culinario. 1) Veniva arrostito sulla piastra o carboni. 2) appena lessato, cioè calato più volte nell’acqua bollente in modo che i poveri tentacoli si arricciassero per il trauma. 3) Impanarlo e friggerlo.

Rosetta con polpo impanato e fritto

Io e la mia sorellina li guardavamo. Mia madre, sprezzante: “Sono baresi!”; mia sorella in un anelito rivendicativo “Ma mamma anche io sono nata a Bari” e io…. “pure io”, venivamo zittite immediatamente: “Non si mangia in un lido, sono carnevalate!”. E quindi, in silenzio, tornavamo ai nostri panini con frittata di cipolla, buoni per fame e perché la rosetta fresca tutta impregnata da quell’olio, come spuntino andava benissimo. Una sosta sotto l’ombrellone o giocando con altri ragazzini, poi altro bagno molto soddisfacente ma poi, quando i “baresi” sfoderavano tavoli pieghevoli, pasta al forno, parmigiane di melanzane, riso patate e cozze e altro ben di Dio….. noi tra le 14.00 e le 15.00 in pieno picco calorico, ci preparavamo a rientrare aspettando l’autobus urbano.

Secondo un calcolo molto empirico di mamma, quella era l’ora in cui i “baresi” o si mettevano a tavola in casa o sul mare, quindi in teoria l’autobus doveva essere più abbordabile; ma era solo una sua teoria, erano comunque super affollati e straripanti, a volte non si fermavano neppure, e noi sotto il sole affamate consumavamo un ulteriore rosetta con frittata di cipolla. Caso unico, in natura, di occhi lacrimevoli con la cipolla cotta.

Ovviamente all’arrivo a casa, senza più forze, ci buttavamo sui letti sino al pomeriggio inoltrato. La macchina era consentita quando, raramente, papà era disponibile, ma guidava mamma!

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