La madre di tutte le tangenti risuscita.

Fu la metropolitana milanese la prima indagine del “pool mani pulite” che cominciò a scoperchiare un sistema di corruzione. Non era morta, solo in come, ed oggi si è risvegliata.

Gianvito Pugliese

Il Giorno sembra, almeno fino all’ultima ricerca effettuata, l’unico giornale milanese di un qualche spessore ad essersi accorto del fatto che la madre di tutte le tangenti, come fu chiamata l’inchiesta, partita dal pool “Mani pulite” della procura di Milano, coordinata dal dott. Saverio Borrelli, che scoperchiò quel sistema di corruttele che ormai stava finendo per dominare il Paese, è risorta all’improvviso.

Questa volta ai magistrati spetta, salvo future smentite, un plauso particolare. Mani pulite si avvalse delle denunzie di imprenditori a cui venivano imposte tangenti che non riservava loro margini di legittimo guadagno. Qui sembra frutto di indagini ed intercettazioni e non altro.

I fatti. A Milano la Guardia di Finanza, su richiesta del Gip Lorenza Pasquinelli, ha proceduto a tredici arresti. Dodici sono finiti in carcere ed uno ai domiciliari. Si tratta di dirigenti dell’ ATM -l’Azienda dei Trasporti di Milano- e manager di società, accusati a vario titolo di corruzione propria, turbativa d’asta, peculato, abuso d’ufficio e falsi in atti pubblici.

L’inchiesta è parecchio più grande ed ha riguardato trenta indagati ed otto società. Otto anche le gare e gli appalti su cui si è focalizzata l’attenzione degli inquirenti per un importo complessivo di oltre 150 milioni di euro. Intercettazioni effettuate avrebbero consentito di rilevare “importanti elementi di colpevolezza”, in appalti tra l’ottobre 2018 ed luglio 2019. In questi 10 mesi “sono state registrate promesse in denaro pari a 125mila euro oltre a diverse utilità quali prestazioni di servizi e benefit vari”.

Intercettazioni che avrebbero fatto emergere “importanti elementi di colpevolezza”, ha riguardato appalti da ottobre 2018 a luglio 2019. In questi dieci mesi “sono state registrate promesse in denaro pari a 125mila euro oltre a diverse utilità quali prestazioni di servizi e benefit vari”. Le utilità più significative, sottolineano ancora gli inquirenti, “sono state rappresentate dall’acquisizione di rilevanti sub appalti di lavori pubblici nella Metropolitana Milanese”.

Perquisizioni sono state effettuale a Milano, Savona, Bologna, Firenze, Napoli e Pescara. Coinvolte nelle indagini importanti aziende quali Siemens Mobility, Alstom Ferroviaria, Engineering Informatica. 

Beppe Sala

Ancora due notizie mi pare opportuno precisare: primo l’inchiesta si è incrociata con gli accertamenti su alcuni incidenti avvenuti nella Metropolitana Milanese, in particolare quelli sulle cosiddette ‘frenate brusche’, che hanno provocato diversi feriti; secondo: il Sindaco di Milano Beppe Sala ha tuonato chiedendo ai giudici pene esemplari per i funzionari responsabili, ed all’ATM di “allontanarli, licenziarli, quello che si può fare“, aggiungendo “Non me l’aspettavo e ho dentro tantissima rabbia perché tanti stanno facendo la loro parte in questo momento di difficoltà e due funzionari ti mettono in croce. E’ la dimostrazione che bastano due funzionari infedeli, ancora oggi per regole o per la mancanza di controlli, per gettare una macchia” sulla città “e questo non va bene“.

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