Addio, Michail Gorbaciov
Morto l’ex Segretario Generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica: Un personaggio senza dubbio di spicco in ambito Internazionale che segnò un’epoca
Maria Catalano Fiore
Michail Sergeevich Gorbackèv (vissuto dal 1931 al 2022), leader dell’Unione dei Socialdemocratici è morto il 30 agosto a causa di una lunga e prolungata malattia. Laconici gli annunci sulla sua dipartita.
Un personaggio di spicco, anche se le opinioni su di lui sono abbastanza controverse. In politica dal 1952, è stato Segretario Generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica dal 1985 al 1991. Ultimo a rivestire quella carica, poi il suo successore Boris Nikolaevic El’cin e altri saranno solo Presidenti.
E’ stato un “riformista”. promulgatore dei processi della “perestrjka” (riforma) e della “glasnost”(guerra fredda) e protagonista degli eventi che portarono alla dissoluzione della vecchia URSS ed alla riunificazione della Germania.
Secondo un sondaggio indipendente, del 2017, la sua figura è vista in modo positivo in Occidente, mentre in Russia gode di meno favore, essendo la sua politica di distensione con l’Occidente, invisa all’attuale inquilino del Cremlino. La dissoluzione dello Stato Sovietico pesa ancora sull’opinione pubblica. Fondamentalmente con la perestrjka Gorbaciov ha assunto, inviso a molti, il compito di traghettare il popolo russo dall’egemonia comunista verso un Socialismo democratico, difficilmente comprensibile nell’immediato da un popolo aduso da sempre alla dittatura.
Come non hanno compreso la sua campagna contro l’abuso di alcolici, anche tra minori. Purtroppo, proliferò il mercato nero. Né hanno compreso il suo appoggio alla liberalizzazione del Caucaso e della stessa Ucraina. Gorbaciov, nato e vissuto al confine ucraino con i nonni, genitori e 4 fratelli, parlava indistintamente sia russo che ucraino, poi si trasferì a Mosca, con borsa di studio, per compiere gli studi di Legge. Suo scopo era lo sgretolamento dell’antiquato, schiavista e totalitario sistema politico dell’URSS introdotto da Stalin negli anni ’30, mai riformato e che opprimeva e sfruttava i Paesi del Patto di Varsavia, trattati da territori conquistati e non certo da alleati.
Lo spiega bene nei suoi vari scritti: nel suo libro “Riflessioni sulla rivoluzione d’Ottobre”, 1997, o “Il Golpe di agosto. Che cosa è successo, che cosa ho imparato”, Mondadori 1991 ed altri saggi, oltre che nella sua Autobiografia “Ogni cosa a suo tempo” , Marsilio 2013.
Gorbaciov, battezzato come cristiano ortodosso, si è sempre dichiarato poco credente ed ha favorito la maggiore, e giusta, libertà nella pratica dei vari culti. Primo Presidente russo a far visita ad un Papa con la sua famiglia.
Nella sua vita privata ha sposato un’unica donna Raissa Maksimovna Gorbaceva (1932-1999), una donna nata in Siberia, da padre ingegnere ucraino, molto colta, con una laurea in filosofia.
Raissa sposa Gorbaciov nel 1953 e lo appoggia in tutta la sua carriera, lasciando anche il suo impiego di docente universitaria, ed acquisendo grande popolarità in tutto il mondo. E’ la prima, ed unica, vera “First Lady” sovietica. Una “strana contraddizione” in una Russia maschilista e retrograda. Basta guardare, per rendersene conto, un attimo i filmati della propaganda del regime russo di Putin in cui le donne-matriosche sono relegate al ruolo di belle statuine.
Molti sono i consigli che da al marito, lei nata in Siberia, giovinezza negli Urali, con studi a Mosca, dove incontra Gorbaciov. Raisa è un valido appoggio nella stesura dei suoi programmi riformisti. Il suo impegno tra politica e popolo non è semplice, lascia la sua docenza universitaria a Mosca, per seguire marito e poi la figlia, nata nel 1957, Irina Michajlovna, a tempo pieno.
Raisa o Raissa, che nella cultura occidentale è “la grande donna alle spalle di un grande uomo” ha una grande popolarità e contribuisce non poco a diffondere una nuova immagine dell’ ex Impero Sovietico, in linea con la politica riformatrice portata avanti dal marito. Si occupa di molte organizzazioni umanitarie. Fonda anche una organizzazione/scuola per favorire l’ingresso delle donne russe in politica.
Con Nancy Reagan, prima, e Barbara Bush, poi, tiene lezioni e molte conversazioni in università americane sui diversi aspetti sociali ed economici delle donne russe nei confronti delle americane nella società moderna.
Gli eventi del “tentato colpo di Stato” sovietico del 1991 lasciano cicatrici profonde in Raissa e Gorbaciov e li spingono a vivere nell’ombra. Raissa muore di Leucemia nel 1999 ed è sepolta a Mosca.
La figlia Irina, a loro molto unita, è uno stimato medico, impegnata anche nella ricerca, due matrimoni e due figlie legatissime al nonno sino alla fine.
Dal 1992 in poi Gorbaciov si occupa di diverse fondazioni sociali, mediche ed ambientaliste.
Numerosi i riconoscimenti in patria e nel mondo come “l’Ordine della Bandiera Rossa del lavoro”, tre “Ordini di Lenin”, numerose lauree honoris causa da università di tutto il mondo. Insignito nel 1989 della “Medaglia Otto Hahn per la Pace” e nel 1990 del premio “Nobel per la Pace”.
Secondo le sue ultime volontà, sarà sepolto con una semplice cerimonia riservata, accanto alla moglie.
Scrive un nostro amico e lettore: “Gorbaciov! L’uomo giusto nel momento sbagliato! Aveva mostrato al mondo una visione di pace ed equilibrio. L’occidente né approfittò e con bieca ignoranza non lo sostenne. Oggi i tragici risultati di quella scelta scellerata. Detronizzato da un alcolizzato, i russi hanno cominciato ad odiarlo. Chi come noi ha vissuto quegli anni porterà sempre con sé la meravigliosa sensazione di fiducia nel futuro che ha saputo darci” R.i.p.”
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