Festival del Cinema di Venezia 1932-2022
Realizzata per la prima volta nel 1932, dall’allora Presidente della Biennale Giuseppe Volpi, dallo scultore Antonio Maraini e di Luciano de Feo la Mostra raccolse subito grande popolarità, tanto da diventare un appuntamento annuale sin dal 1935
Maria Catalano Fiore
Una manifestazione espositiva, non competitiva, sperimentale, priva del “red carpet” chi l’avrebbe mai detto che quella mostra nata per cercare di far rifiorire i lussuosi alberghi veneziani, costruiti a cavallo dell’800 e 900, dopo lo stop del primo conflitto mondiale e della “spagnola”, sarebbe sopravvissuta, lungo un percorso di 90 anni e giunta alla sua 79esima edizione.
Chi, nel 1932, avrebbe scommesso che l’intuizione avuta dallo scultore e critico d’arte Antonio Maraini (1886-1963), dal 1928 al 1942 segretario generale della biennale di Venezia, di portare il “cinematografo” nella Serenissima sarebbe stata vincente, al punto da far diventare l’evento uno dei più attesi, importanti e glamour del mondo dello spettacolo internazionale?
Una leggenda metropolitana narra che questa intuizione nacque a Maraini durante una partita di calcio: “Come una folla simile si poteva portare in qualche manifestazione artistica, ma grazie all’arte più recente, la cinematografia!”.
Sottopose l’idea a Giuseppe Volpi, conte di Misurata (1877- 1947), Presidente dell’Ente Biennale, e al critico Luciano De Feo (1894-1974), Segretario Generale dell’Istituto internazionale per il cinema educativo, con sede a Roma (l’Istituto LUCE).
L‘idea diventa realtà e nasce, nel 1932, la prima Esposizione Internazionale d’arte Cinematografica di Venezia (nel 1934 la denominazione viene cambiata in Mostra). “Quindici sere di proiezione all’Excelsior di film inediti. In effetti, dal 6 al 21 agosto 1932, la terrazza dell’Hotel Excelsior del Lido di Venezia viene attrezzata con un grande schermo e 720 sedie per gli spettatori e circa 200 posti in piedi. Dieci nazioni rappresentate, tra le quali, oltre l’Italia, Francia, Germania, Stati Uniti d’America, ex Unione Sovietica ed altre, per un totale di 43 film proiettati.
Nel Comitato d’onore è presente anche il padre del Cinematografo Louise Lumiere, grato per questo riconoscimento. La prima pellicola proiettata entra ben presto nella Storia del cinema “Il Dottor Jekyll” diretto dal regista armeno/statunitense Rouben Mamoulian e basato sul romanzo di Robert Louis Stevenson. Un autentico successo. Alla proiezione del film è seguito un gran ballo nei saloni dell’Excelsior.
Il primo film italiano ad essere proiettato è “Gli uomini che mascalzoni” di Mario Camerini (1895-1981) il famoso regista, artefice con Alessandro Blasetti del famoso cinema dei “telefoni bianchi“, con un giovanissimo Vittorio De Sica. Suscita ammirazione la grande Greta Garbo, interprete di “Grand Hotel”, la stessa interpretazione per la quale, nello stesso anno, vince l’Oscar come miglior attrice. Tante altre le pellicole degne di nota come “Il campione” di King Vidor, vincitore di ben due premi Oscar.
Nel 1937 la mostra si sposta nel “Palazzo del Cinema”, costruito a tempo di record su progetto dell’architetto, urbanista e politico Luigi Quagliata (1899-1991), ed ampliato, sempre dal Quagliata nel 1952.
Il premio “Leone d’oro” viene istituito solo nel 1949, mentre la “Coppa Volpi” nasce nel 1935: è il pubblico a decretare i riconoscimenti ufficiali.
In effetti, il momento storico è particolarmente felice per il cinema, la sua passione è condivisa da Stalin, Hitler e Mussolini, che hanno compreso bene che le immagini contribuiscono non poco a renderli popolari e a diffondere le opere pubbliche edificate, le parate militari, i discorsi al popolo, ecc….
Mussolini affida l’edificazione degli stabilimenti di Cinecittà in Roma, direttamente al Ministro della cultura Alessandro Pavolini, poi all’arch. Freddi e quindi a Carlo Roncoroni, un imprenditore che, acquistando i terreni sulla via Tuscolana, amplia Cinecittà, sino agli attuali seicentomila mq. Per Venezia, qualche anno dopo, il Duce si affida ai fedelissimi Maraini e De Feo, nominato Direttore dell’Istituto di propaganda LUCE. L’Istituto LUCE produce cortometraggi cine-giornalistici, che precedono e seguono la proiezione di ogni film, in qualsiasi zona della nazione. Indubbiamente l’Istituto LUCE è un grande narratore e divulgatore dell’età preindustriale ed industriale italiana. Sarebbe ora di dare un giusto riconoscimento alla figura di Luciano De Feo ed alle sue idee educative, che portano il cinema documentale nelle scuole.
Cinecittà ne garantisce la produzione. Il Centro di Cinematografia Sperimentale forma nuove leve di attori e professionisti dello spettacolo, realmente capaci.
In questi giorni è in libreria un testo, particolarmente esaustivo e dettagliato sull’argomento, ad opera dello storico del Cinema Gian Piero Brunetta: “La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 1932-2022” (ed. Marsilio)
Di anno in anno la Mostra si arricchisce di divi dello schermo, di signori della critica e di giovani che sperano in un trampolino di lancio, ad esempio, il regista Michelangelo Antonioni, all’epoca giornalista per un quotidiano di Ferrara.
Lo scoppio del secondo conflitto mondiale è si un blocco per produzioni non italo-germaniche, ma anche un posto rifugio per tutti gli attori e lavoratori del mondo del cinema che non possono più restare a Roma. Il Bacino di Venezia, la sua “Giudecca” ed i canali diventano nuovi stabilimenti cinematografici. La Mostra non si ferma e spicca poi il volo con il boom economico, come tutta la nazione, a fine conflitto.
L’album degli ospiti, che alloggiano nei grandi alberghi, è incredibile: da Venezia passano tutti, proprio tutti. Da Brigitte Bardot ad Alberto Sordi e Monica Vitti. Ci sono le “maggiorate”, le divette in cerca di notorietà ecc…Un momento d’oro anche per la critica e l’organizzazione con la figura di Gian Luigi Rondi.
Gli anni 50 e 60 vedono una autentica “parata” di Vip ed Attori/Attrici importanti nonché di Pellicole significative e nuove scuole di cinema. Nel 1951 il Leone d’oro viene assegnato al regista giapponese Akira Kurosawa, nel 1957 al regista indiano Aparajito di Satjiajit Ray, trionfano anche i registi italiani Fellini, Visconti, Rossellini, Antonioni. Negli anni 60 si inseriscono anche Pier Paolo Pasolini, Bernardo Bertolucci, Marco Bellocchio, Gillo Pontecorvo, e svariati attori unici per preparazione e per capacità dominano la scena nazionale ed internazionale.
All’edizione del 1968 i contestatori, con le loro ideologie, cercano di bloccare la rassegna, ma Gian Luigi Rondi, anche se abbandonato da vari collaboratori, porta avanti la manifestazione, senza interruzione. Il governo “democratico” lo destituisce dalla carica. Tutti gongolano, Venezia piange, scivolando nella noia.
La Mostra viene riportata in vita dal regista e storico Carlo Lizzani, poi ripresa da Rondi. I tempi sono cambiati; sono sorti i Festival di Cannes, sulla Costa Azzurra e di Berlino in Germania, dove si riversano nuovi attori e pellicole. Addirittura il ministro Beni Culturali, Walter Veltroni, pensa di chiuderla definitivamente.
Ha torto senza se e senza ma! la Mostra cinematografica o Festival, come si preferisce chiamarla, è sempre li, nel bel Palazzo del Cinema, costruito nel ventennio, e dagli anni 80 in poi riprende, con rinnovato vigore, proiezioni e passerelle di tutto rispetto. Venezia, anche quest’anno come di consueto ha fatto il pieno di celebrità, di film e di pubblico.
Questa settantanovesima edizione propone ben 250 film, con una giuria capitanata da Julianne Moore, dal 31 agosto al 10 settembre. Eccezionali le varie proposte, con nuove figure di registi ed attori: da Brad Pitt a Penelope Cruz già vincitrice della Coppa Volpi nella scorsa edizione, Cate Blanchett, Pier Francesco Favino, ecc… I registi, tra gli italiani: Emanuele Crialese, Gianni Amelio, Paolo Virzì …
E’ indubbio che questa “Grande Signora Veneziana”, che ha scoperto e lanciato, innumerevoli talenti, sia registici che attoriali, rimane orgoglio e tesoro che la grande scuola del Cinema italiano regala al mondo.
Sull’assegnazione dei vari premi vi aggiorneremo, ovviamente.
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