Roberto Fabbriciani con i Solisti Veneti
Concerto memorabile in occasione del 50° Anniversario di Fondazione dell’Avis Regionale Friuli Venezia Giulia. Foto e recensione di Luisella Botteon, che collabora con RAI Uno a rubriche musicali e per anni ha condotto una nota musicale all’interno di Uno mattina
Luisella Botteon
Concerto memorabile in occasione del 50° Anniversario di Fondazione dell’Avis Regionale Friuli Venezia Giulia
Il 10 settembre u.s. i 50 anni dell’AVIS della Regione Friuli Venezia si sono festeggiati con un momento di ringraziamento dei donatori di sangue e di tutti i volontari AVIS presso il Teatro Verdi di Pordenone.
L’Anniversario giunge in un momento importante volto a ringraziare i donatori della Regione che hanno risposto in modo straordinario agli appelli della donazione durante gli anni della pandemia. Ciò ha permesso di mantenere le scorte e anche di assicurare la compensazione interregionale quando si sono registrate carenze nel paese alle prese con le misure restrittive anti-coronavirus.
Dopo i saluti istituzionali delle autorità, della presidente AVIS FVG Lisa Pivetta, del presidente AVIS nazionale dott. Giampietro Briola, del sindaco di Pordenone dott. Alessandro Ciriani, si è svolto il concerto dell’Orchestra da Camera Italiana “I Solisti Veneti” diretta dal Maestro Giuliano Carella con la partecipazione straordinaria del flautista Roberto Fabbriciani.
I Solisti Veneti sono un’orchestra da camera famosa a livello internazionale particolarmente per le esecuzioni di musica barocca del Settecento Veneto. Non appartiene tuttavia al genere delle “orchestre barocche” avendo un repertorio vastissimo che si estende dal XVI secolo ai nostri giorni. Fondata a Padova nel 1959 dal maestro Claudio Scimone, che ne è stato direttore per tutta la vita, dal 2018 è diretta dal maestro Giuliano Carella. Nel corso della loro attività, che li ha portati ad esibirsi in oltre 6.000 concerti in più di novanta nazioni nel mondo, i Solisti Veneti hanno vinto numerosi premi internazionali fra i quali si ricordano un Grammy e tre Grand Prix du Disque (due dell’Académie Charles Cros e uno dell’Académie du Disque Lyrique). Le loro esibizioni hanno spaziato in tutte le grandi capitali del mondo musicale, da Vienna a Parigi, New York, Londra, Mosca, Tokyo, Salisburgo (partecipando a 19 edizioni del Festival Salisburghese) raggiungendo anche Santiago, Sydney, Vancouver. Hanno suonato e collaborato con i più grandi artisti, tra i quali possiamo ricordare Salvatore Accardo, Plàcido Domingo, Mstislav Rostropovich, Uto Ughi, Ruggero Raimondi, José Carreras.
Roberto Fabbriciani, flautista e compositore è artista originale e versatile, ha innovato la tecnica flautistica moltiplicando con la ricerca personale le possibilità sonore dello strumento, al punto di essere oggi riconosciuto tra i suoi migliori interpreti al mondo. Ha collaborato con i maggiori compositori del nostro tempo, molti dei quali gli hanno dedicato numerose ed importanti opere. Con Luigi Nono ha lavorato a lungo, presso lo studio sperimentale della SWF a Freiburg, aprendo e percorrendo vie nuove ed inusitate per la musica. Ha suonato come solista con importanti direttori effettuando concerti nei più prestigiosi teatri ed istituzioni musicali in tutto il mondo.
Il programma era articolato tra musica barocca, romantica e del primo novecento: una rarità di Ottorino Respighi “Melodia e Valse caressante” per flauto ed archi recentemente riscoperta e revisionata da Roberto Fabbriciani.
I Solisti Veneti con il loro direttore Giuliano Carella hanno interpretato con grande maestria brani di A. Vivaldi, G. Tartini, A. Bazzini (Fantasia sulla Traviata di G. Verdi per violino, solista d’eccezione Lucio Degani) e G. Verdi.
Il flauto di Roberto Fabbriciani ha brillato per la dolcezza e lucentezza del suono, trasportando l’attento ed emozionato pubblico attraverso le pagine immortali di Vivaldi, Tartini, Respighi e J.S. Bach.
Il pubblico del teatro, esaurito per l’occasione, ha potuto apprezzare, decretando grande successo alla serata con tre fuori programma. Un grazie speciale ad Alessandro Zanot per l’accurata organizzazione dell’evento. Concerto memorabile, carico di significato umanitario e culturale.
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