27 giugno I: Giornata delle piccole e medie imprese.

Il 27 giugno è la Giornata internazionale delle micro, piccole e medie imprese, Ce lo ricordano gli Amici del CNDDU, che i nostri lettori ormai conoscono, e ce ne spiegano portata e significato.

La Redazione.

Riceviamo e pubblichiamo dal CNDDU – Coordinamento nazionale dei docenti della disciplina dei diritti umani- l’intervento che segue, in occasione della Giornata internazionale delle micro, piccole e medie imprese. Si analizza, con particolare riferimento al nostro Paese, l’importanza del comparto imprenditoriale sotto il profilo occupazionale, sociale ed economico per le popolazioni residenti. Ed all’analisi della crisi del settore, aggravata dalla pandemia di Covid-19 segue un’indicazione di soluzioni a breve, medio e lungo termine per contenere prima la decrescità e rilanciare poi il settore.

CNDDU

Il Coordinamento nazionale dei docenti della disciplina dei diritti umani celebra la Giornata internazionale delle micro, piccole e medie imprese del 27 giugno 2020 per riflettere sul rapporto tra scuola e rilancio economico.

Istituita dall’Assemblea generale dell’ONU con la risoluzione A/RES/71/279 del 6 aprile 2017, la giornata vuole sensibilizzare l’opinione pubblica sul contributo delle micro, piccole e medie imprese in vista del raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.

Esse costituiscono l’ossatura del nostro sistema economico e soddisfano la maggior parte dei bisogni delle famiglie italiane e sono un settore strategico per promuovere il lavoro dignitoso, la partecipazione ai mercati interni e internazionali, l’accesso al credito, le pratiche commerciali sostenibili e gli investimenti responsabili.

Nelle micro, piccole e medie imprese – per prassi abbreviate in PMI – rientrano tutte le imprese con meno di 250 dipendenti, con un fatturato inferiore a 50 milioni di euro e un totale di bilancio inferiore ai 43 milioni di euro.

Secondo i dati Istat pubblicati nel 2019, il 95% delle nostre imprese sono di piccole dimensioni e danno lavoro all’82% degli occupati contribuendo alla produzione per il 57% del PIL.

Anche a livello internazionale v’è una corrispondente incidenza economica: secondo i dati forniti dal Consiglio internazionale per le piccole imprese (ICSB), esse costituiscono oltre il 90% di tutte le imprese mondiali e sono fonte, in media, del 70% posti di lavoro e del 50% del PIL.

Questi dati sono confermati anche dal rapporto dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) pubblicato ad ottobre 2019 sulle PMI e dal titolo “Global evidence on the contribution to employment by the self-employed, micro-enterprises and SMEs”, secondo il quale sette lavoratori su dieci sono lavoratori autonomi o di piccole imprese. Sempre l’ILO ha valutato che entro il 2030 saranno necessari 600 milioni di posti di lavoro in più per assorbire la crescente forza lavoro globale.

È di tutta evidenza che lo sviluppo delle PMI costituisca una priorità assoluta per i governi di tutto il mondo al fine di soddisfare le esigenze occupazionali e garantire la giustizia sociale. Nelle imprese, infatti, trovano impiego i lavoratori più fragili come donne, giovani e persone appartenenti a famiglie povere e talvolta, specie nelle aree rurali, costituiscono l’unica fonte di occupazione.

In occasione del lockdown per il contenimento della Covid-19, le PMI hanno avvertito gravissime contrazioni degli affari.

I dati ISTAT rilevati durante la fase 1 (tra il 9 marzo e il 4 maggio) sono allarmanti:

-il 45,0% delle imprese con 3 e più addetti (458 mila, che assorbono il 27,5% degli addetti e realizzano il 18,0% del fatturato) ha sospeso l’attività;

-il 41% delle imprese ha dichiarato un calo di fatturato di oltre il 50%;

-il 51,5% delle imprese (che occupa il 37,8% dei lavoratori italiani) prevede una mancanza di liquidità per far fronte alle spese che si presenteranno fino alla fine del 2020;

-il 38,0% (con il 27,1% di occupati) segnala rischi operativi e di sostenibilità della propria attività e il 42,8% ha richiesto il sostegno per liquidità e credito disposto dai DL 18/2020 e DL 23/2020.

Un simile panorama esige accurati ed efficaci interventi economici non solo a sostegno delle performance aziendali ma anche a contrasto del rischio di infiltrazioni mafiose nel tessuto imprenditoriale.

La crisi economica e sociale è infatti terreno fertile per il radicamento delle attività illegali come l’usura, il riciclaggio e l’estorsione. Esse vengono perpetrate a danno degli imprenditori attraverso dei processi di subordinazione sapientemente pianificati e realizzati con soggetti economici e risorse apparentemente lecite.

Il settore economico maggiormente colpito è la filiera delle piccole e medie imprese ricettive che rappresentano l’asse portante del sistema turistico italiano. Queste hanno subito un duro colpo, sia in termini economico-finanziari che occupazionali, a causa delle limitazioni nei trasferimenti e dell’annullamento delle manifestazioni programmate con azzeramento degli incassi durante la primavera e pesanti condizionamenti all’avvio della stagione estiva.

Secondo le stime preliminari dell’OCSE sull’impatto della COVID-19, il settore turistico mondiale potrebbe registrare per il 2020 un calo complessivo del 45%, rischiando di salire al 70% se la ripresa non dovesse avere gli effetti sperati.

Ma di cosa hanno bisogno le PMI per ripartire?

L’ILO ha stilato un elenco di 5 esigenze: miglior accesso ai finanziamenti, stimolo della domanda di prodotti e servizi, programma di formazione per lavoratori, tutela del lavoro e assistenza sociale, sostegno alle imprese durante la ripresa e dialogo sociale tra lavoratori e datori di lavoro per individuare soluzioni equilibrate.

Le misure adottate a sostegno del settore italiano hanno previsto diversi interventi, tra i quali ricordiamo: indennità straordinarie per i lavoratori del turismo e della cultura; ammortizzatori sociali; sostegno alle imprese della cultura, dello spettacolo e del turismo;  tax credit vacanze o bonus vacanze per incentivare il turismo interno;  esenzioni fiscali per le imprese; istituzione del Fondo turismo per sollecitare gli investimenti azionari sul settore; accesso rapido e garantito alla liquidità bancaria; istituzione del Fondo emergenze spettacolo e cinema; emissione di voucher per biglietti cinema, teatri, musei e concerti; emissione di voucher per gli alberghi; istituzione del Fondo per la promozione del turismo in Italia.

Un altro aspetto su cui puntare è la digitalizzazione che oggi raggiunge livelli soddisfacenti solo per una piccola parte delle PMI. Essa potrebbe costituire uno strumento utile per la promozione aziendale, per l’accesso all’e-comerce e al mercato internazionale, aumentando il grado di competitività aziendale e gli utili.

Tutto questo potrebbe non bastare se ogni cittadino italiano non si farà carico della cura del decoro del territorio rispettando l’ambiente e l’arte, osservando le misure anticontagio e quindi partecipando attivamente alla promozione dell’italianità nel mondo.

La scuola può dare un determinante contributo alla ripresa economica: essa costituisce un’importante risorsa per la Nazione come incubatrice di idee innovative e valido canale di valorizzazione del settore delle PMI, specie di quelle turistiche.

Il CNDDU propone ad ogni micro, piccola o media impresa di avviare o intensificare le sinergie con gli istituti scolastici per l’innovazione del settore imprenditoriale, sia nell’ambito dei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO) che attraverso la promozione di concorsi che possano, con regolarità,  dare occasione ai nostri studenti di esprimere le loro idee e creatività nell’ambito della promozione aziendale, valorizzazione del patrimonio artistico e paesaggistico, adeguamento della tecnologia alle esigenze comuni, tutela della salute e dell’ambiente, individuazione delle tendenze della moda e del gradimento dei prodotti agroalimentari e dei servizi in genere, con particolare attenzione al turismo giovanile.

Sarebbe interessante avviare un capovolgimento del flusso formativo ed informativo, in cui non siano gli alunni a ricevere informazione e formazione dalle imprese, bensì le imprese a ricevere idee creative e innovative dagli studenti: una flipped company.

Per la giornata lanciamo l’hashtag #pmiperme come messaggio di stimolo alla creatività personale degli studenti.

Prof. Veronica RadiciCNDDU

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