Beata ignoranza!
Un fine settimana ottobrino con allerta climatico giallo n tutto il sud-est del Paese. Il Terzo “non dimentichiamo” va al clima, alla cementificazione selvaggia ed all’inquinamento nefasto
#Daisocial
L’impareggiabile amica di questa nostra rubrica Stronza @Stronza ha pescato quest’altra “perla”: aberrante paragonare la #Shoah –Termine ebraico con il quale viene indicato lo sterminio degli Ebrei vittime del genocidio nazista, preferito ad olocausto in quanto vi è estraneo il concetto di sacrificio inevitabile – al greenpass.
Le vittime dell’Olocausto sono state tutte quelle persone che vennero uccise a seguito delle misure di persecuzione razziale e politica, di pulizia etnica e di genocidio, messe in atto dal regime nazista del Terzo Reich e dai loro alleati, tra il 1933 e il 1945, nei cui anni furono circa 15-17 milioni le vittime dell’Olocausto, di entrambi i sessi e di tutte le età, tra cui 4-6 milioni di ebrei -uomini, donne e bambini.
Accanto agli ebrei furono torturati, massacrati e mandati a morte nei campi di sterminio nazisti quali Auschwitz (in copertina), Dachau … i rom (gli zingari), gli omosessuali, i detenuti politici (comunisti), gli affetti da deformità (ergo non ariani di razza pura), rastrellati in Patria ed in tutti i Paesi occupati dalla Germania, dalle belve naziste e dai suoi alleati durante la II guerra mondiale,
E’ forse il caso di pubblicare qui di seguito, a beneficio di quanti hanno perso la memoria o non ne hanno mai avuto contezza, la nota poesia … “Prima vennero a prendere…” erroneamente attribuita a Bertolt Brecht, ma in realtà frutto di vari rimaneggiamenti di un sermone di Martin Niemöller, pastore protestante tedesco.
“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare”.
Mai fu scritto messaggio più lieve, ed al contempo profondo sulla necessità di reagire ai soprusi del potere prima che sia … troppo tardi. Ed ancor oggi in Ucraina, in Iran, in Birmania ed in tantissimi altri posti l’olocausto si perpetua. magari con modalità leggermente diverse.
Oggi non è il Giorno della Memoria, commemorazione del 27 gennaio di ciascun anno, ma ogni giorno è buono “per non dimenticare”, come la Festa della Donna non dovrebbe e non deve limitarsi all’8 marzo, ma quella ricorrenza essere solo uno dei 364 giorni all’anno per festeggiarla e porgerle il doveroso omaggio e segno di riconoscenza per quanto fa per l’intera umanità, a cominciare dal metterla al mondo.
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