L’eccidio di Civitella

La Redazione Riceviamo dal CNDDU e volentieri pubblichiamo un ricordo dell’omicidio di Civitella avvenuto il 29 giugno di settantasei anni

La Redazione

Riceviamo dal CNDDU e volentieri pubblichiamo un ricordo dell’omicidio di Civitella avvenuto il 29 giugno di settantasei anni fa per mano delle truppe naziste e con la complicità dei fascisti. Persero la vita 244 civili.

Il Coordinamento nazionale dei docenti della disciplina dei diritti umani intende ricordare l’eccidio di Civitella in provincia di Arezzo, avvenuto il 29 giugno del 1944, nel quale persero la vita per mano delle truppe naziste 244 civili, la cui gran parte fu sterminata nella chiesa del piccolo centro urbano, mentre stava assistendo alla celebrazione della messa. Dalle testimonianze apprendiamo l’eroico comportamento del parroco don Alcide Lazzeri, il quale preferì essere ucciso con i suoi parrocchiani piuttosto che sopravvivere nel ricordo della terrificante giornata. Agghiaccianti sono le modalità con cui venne portato a termine il massacro, non vennero risparmiati nemmeno i bambini.

Don Alcide Lazzeri

La malvagità e l’odio dell’uomo verso l’uomo raggiunse vertici di abominio incommensurabili. Ecco perché oggi vogliamo ricordare la simbolica frase di Piero Calamandrei “Il popolo italiano consacra alla memoria dei fratelli caduti per restituire all’Italia libertà e onore la presente Costituzione.”

Un monito certamente ricco di significato che evidenzia la necessità oggi di preservare i valori civici e gli ideali di chi ha costruito con il suo sacrificio la democrazia che possiamo vantare. Il ricordo è un processo in cui la memoria rivive per un attimo il momento, l’istante, che ha accomunato tanti destini in una tragica sorte. Ognuno con un nome, un’identità diversa ma al tempo stesso uguale, in quanto accomunati dall’essere italiani.

Davanti a noi oggi abbiamo un testo fondamentale: la nostra Costituzione da conoscere e condividere con i giovani specialmente nelle nostre aule scolastiche.

Sandro Pertini nel suo discorso di fine anno agli Italiani nel 1979 ricordava: “Dietro ogni articolo della Carta Costituzionale stanno centinaia di giovani morti nella Resistenza. Quindi la Repubblica è una conquista nostra e dobbiamo difenderla, costi quel che costi.”

Nella società liquida denunciata da Bauman, in cui ogni forma di riferimento si è sgretolata inesorabilmente in mille frammenti solipsistici e individualistici, è fondamentale evocare la tensione ideale ed emotiva che costituiva il sostrato delle idee generose degli uomini che hanno reso possibile la nascita di uno Stato in cui uguaglianza, solidarietà, libertà e democrazia divennero espressione di un popolo intero.   

La scuola è il luogo dove convergono tante individualità, la cui preziosità va preservata perché unica; tuttavia la diversità si deve ritrovare unità in sentiero comune: il vivere civile.

“Sono al fianco di chi soffre umiliazioni e oppressioni per il colore della sua pelle. Hitler e Mussolini avevano la pelle bianchissima, ma la coscienza nera.

Martin Luther King aveva la pelle color dell’ebano, ma il suo animo brillava della limpida luce, come i diamanti che negri oppressi estraggono dalle miniere del Sudafrica, per la vanità e la ricchezza di una minoranza dalla pelle bianca” (Sandro Pertini)

Prof. Romano Pesavento Presidente CNDDU

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