Salvate il soldato Italia!
Le dichiarazioni, e il tentativo di dietrofront, di Berlusconi sulla questione Russia imbarazzano l’Italia e Giorgia Meloni alle prese con la formazione del nuovo Governo.
Personalità a confronto nel breve excursus tra la scrittura del Cavaliere e di Giorgia Meloni
Giovanna Sellaroli
Si è appena dimessa la Premier inglese Liz Struss che stamane si è conquistata la copertina del settimanale britannico The Economist, il quale paragona la disastrosa situazione del Regno Unito all’Italia, con un titolo denso di british humor: “Welcome to Britaly”, Benvenuti in Britaly!
Con in foto la prima ministra vestita da
centurione, con uno scudo a forma di pizza, la bandiera britannica in una mano
e una forchetta con gli spaghetti in un’altra, l’Economist racconta la totale
implosione del governo britannico della Truss, di un Regno Unito con un governo
disunito, con ministri che cambiano ogni mese e una premier che si è dovuta
arrendere alla forza dei mercati internazionali.
Gioco facile per gli inglesi apostrofare il nostro Paese con ironia e sarcasmo,
ma, aggiungerei, anche con arroganza. Vorrei ricordare loro che noi l’Italexit
l’abbiamo battuta, non abbiamo optato per il salto nel buio che sta portando il
Regno Unito nel caos.
Ma oramai siamo diventati i ‘soliti noti’ in fatto di crisi politiche e instabilità, siamo riusciti a gettare dalla torre persino un asso come Mario Draghi, il Presidente che per un anno e mezzo ha portato l’Italia, lui sì, su tutte le prime pagine del mondo per autorevolezza e iniziativa politica, sia internazionale che domestica.
Quanto sta accadendo in queste ultime ore, lo strappo che hanno creato le dichiarazioni, e i retromarcia di Silvio Berlusconi riguardo l’invasione della Russia all’Ucraina, proprio mentre si sta formando il nuovo governo, certo non giova al nostro buon nome, e non solo.
Malgrado si stia cercando di derubricare questa scivolata in politica estera del leader di Forza Italia, certo la figuraccia, la preoccupazione e la tensione rimangono tutte.
Grandi applausi per il Cavaliere, che dopo aver raccontato la guerra in salsa putiniana, due giorni fa in un audio pubblicato da LaPresse, ai suoi deputati azzurri per eleggere il capogruppo alla Camera, ha detto: “I ministri russi hanno detto che siamo già in guerra con loro perché forniamo armi e finanziamenti all’Ucraina … Io non posso personalmente fornire il mio parere perché se viene raccontato alla stampa viene fuori un disastro, ma sono molto, molto, molto preoccupato” dice Berlusconi.
E poi ha lanciato il missile, raccontando di aver riallacciato i rapporti con Putin: “Nel senso che per il mio compleanno mi ha mandato venti bottiglie di vodka e una lettera dolcissima – si sente nell’audio – Gli ho risposto con bottiglie di lambrusco e una lettera altrettanto dolce. Sono stato dichiarato da lui il primo dei suoi cinque veri amici”. Ha lasciato così intendere (e mica tanto tra le righe) di avere posizioni diverse da quelle espresse da Forza Italia sulla guerra in Ucraina. Dichiarazioni che hanno causato un’ondata di indignazione e che hanno portato ad un nuovo strappo nel centrodestra.
E ieri è andato in scena il seguito, sempre LaPresse ha diffuso la seconda puntata, un altro audio in cui Berlusconi usa parole sprezzanti contro il Presidente ucraino Zelensky, accusandolo in particolare di aver triplicato gli attacchi alle repubbliche del Donbass, le quali, disperate, hanno chiesto aiuto a Putin. Insomma una sorta di dichiarazione di fede, la guerra in Ucraina rappresentata con gli argomenti e, quasi, con le parole di Vladimir Putin e aveva concluso considerando come “vero colpevole” Volodymyr Zelensky.
Ma la cosa che sconcerta maggiormente è il grande applauso che i deputati vecchi e nuovi di Forza Italia hanno tributato al loro leader martedì pomeriggio e che un video clandestino (che qualcuno, complice, ha fatto uscire) ieri ha meritoriamente consegnato alla politica e al giudizio pubblico.
Le parole di Berlusconi sono subito diventate un caso internazionale e il tentativo, imbarazzante, di un dietrofront di certo non ha rassicurato, “La scelta atlantica e l’europeismo” sempre “alla base del mio impegno di leader politico e di uomo di governo”, le “frasi rubate registrate di nascosto” con “un metodo non solo sleale ma intimidatorio”, è un metodo di dossieraggio indegno di un Paese civile”, la nota di Silvio Berlusconi che prova a spengere le polemiche.
Le giustificazioni di tutta la destra stanno andando in un’unica direzione, minimizzare per poi smentire; Antonio Tajani, la cui candidatura agli Esteri sembra ora in bilico, asserisce che le bottiglie di vodka di cui si parla risalgono al 2008.
“La posizione di Forza Italia e del Presidente Silvio Berlusconi rispetto al conflitto ucraino e alle responsabilità russe è conosciuta da tutti, è in linea con la posizione dell’Europa e degli Stati Uniti, ribadita in più e più occasioni pubbliche. Non esistono né sono mai esistiti margini di ambiguità” recita una nota di Forza Italia in cui si smentisce la notizia su una presunta ripresa dei rapporti con il presidente russo.
In casa Fratelli d’Italia, tensione alle stelle: “È una testa di c…, in un giorno ha rovinato tutto”, “Un povero rimbambito” rivelano a caldo due fedelissimi di Giorgia Meloni al Fatto Quotidiano. Berlusconi avrebbe anche minacciato velatamente di far saltare il compagno di Meloni, Andrea Giambruno, giornalista di Mediaset.
La premier in pectore Giorgia Meloni, dopo una giornata passata lontano dagli uffici della Camera, si è resa conto di dover intervenire con una nota: “Su una cosa sono stata, sono, e sarò sempre chiara, intendo guidare un governo con una linea di politica estera chiara e inequivocabile. L’Italia è a pieno titolo, e a testa alta, parte dell’Europa e dell’Alleanza atlantica. Chi non fosse d’accordo con questo caposaldo non potrà far parte del governo, a costo di non fare il governo”, provando a mettere un punto fermo su una polemica che rischia di indebolirla sul piano internazionale ancora prima che Sergio Mattarella le conferisca l’incarico di formare il nuovo governo.
Dopo la due giorni degli sconcertanti audio berlusconiani, con un comunicato secco e deciso, la leader di Fratelli d’Italia ha rotto il silenzio pronunciando le parole su riportate. Un avvertimento perentorio, che nasconde un sottinteso non da poco: “Non tratto più con Berlusconi – ha detto ai suoi a Montecitorio – non posso chiudere accordi e poi accettare che vengano rimessi in discussione il giorno dopo”. E intanto in Parlamento sono già iniziate le manovre per smarcarsi da Forza Italia.
Resta il mistero su chi abbia diffuso gli audio di Silvio Berlusconi, possibile si tratti di un incidente di percorso? Chi li ha fatti trapelare?
In una nota Alessandro Cattaneo, presidente dei deputati di Forza Italia, dichiara: “”Chi si è macchiato della responsabilità di mandare fuori audio decontestualizzati del presidente Berlusconi, per fini indistinti, ha superato il limite della decenza e del decoro. Non rende onore a un partito come Forza Italia o di lavorare per esso. Prenderemo le misure necessarie perché un episodio del genere non si verifichi mai più. Gli audio – come le intercettazioni – si prestano, al di fuori dei discorsi nei quali erano inseriti, a ogni possibile strumentalizzazione che, a maggior ragione in questo caso, non risponde alla storia innegabilmente atlantista ed europeista di Forza Italia. I fatti parlano chiaro: gli aiuti economici che abbiamo inviato all’Ucraina, il nostro favore all’invio di armi e all’applicazione delle sanzioni. Il no all’invasione russa é stato declinato in mille modi“
E resta il fatto incontrovertibile legato all’applauso scrosciante di decine di parlamentari di Forza Italia dopo le sue parole, l’applauso per il leader che ri-racconta che Putin voleva solo formare governo di “persone per bene”, poiché “Zelensky fa strage di russi”, e dice che “USA e UE non hanno leader”, e l’unico leader è lui.
Questi in sintesi i fatti, mica da poco.
I protagonisti di questi fatti hanno lasciato tracce che parlano di sé, nei discorsi, nelle note, nei tweet, appetibili non solo per gli analisti politici, ma nei rari momenti in cui hanno vergato documenti ufficiali con la loro firma o, più raramente, affidato i loro pensieri a carta e penna, anche per i grafologi.
Su sollecitazione del nostro Direttore Gianvito Pugliese, ho “buttato l’occhio” su alcuni frammenti delle scritture di Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, protagonisti della cronaca politica di questi giorni. Il mio sguardo non potrà per vari motivi considerarsi un’analisi grafologia completa, mi limiterò ad osservare alcuni degli aspetti grafici più macroscopici, eludendo la sfera più intima.
Il ‘pizzino’ che Silvio Berlusconi teneva in bella mostra nell’aula del Senato mentre il suo partito, Forza Italia, sceglieva di non sostenere come presidente il fondatore di Fratelli d’Italia, Ignazio La Russa, ha fatto il giro del mondo.
Estraniandoci dal testo, in cui il Cavaliere, lo ricordo per dovere di cronaca, evidenzia il comportamento della sua alleata, definendola supponente, prepotente, arrogante, offensiva, prevedendo nessuna disponibilità al cambiamento, “E’ una con cui non si può andare d’accordo”, soffermiamoci sull’osservazione di questo scritto che potrò analizzare superficialmente poiché non osservato in originale.
Ciò che immediatamente colpisce è il percorso grafico energetico che non presenta incertezze nel procedere, la tenuta della scrittura appare tonica e risoluta. Considerando che si tratta di un uomo di 86 anni, peraltro non in perfetta salute, il modo di gestire la sua energia non è certo cambiata, né diminuita, non è in fase di decadimento.
Non vi sembri banale o insopportabile, ma la sua scrittura mostra vivacità, il soggetto è dinamico intellettualmente, indipendente di spirito, concreto e impegnato nei progetti.
I videogate di questi ultimi giorni dimostrano che il Cavaliere non ci sta a finire ai margini, non ci sta a cedere alla volontà di coloro, dei post fascisti, che egli stesso ha sdoganato e riportato alla dignità politica. Il Cavaliere, come egli stesso ha detto, è il leader.
Nonostante l’età non rinuncia ai suoi propositi (lo dimostra la buona tenuta del rigo, l’occupazione dello spazio grafico) non intende rinunciare a essere un vincente, nell’intento di sfidare la “malasorte” da cui si sente perseguitato.
Il tracciato grafico mostra i segni dello stratega, è un ottimo organizzatore e un coordinatore di risorse. E l’energia ancora non gli manca, è vitale. Ecco perché trova sfogo proprio in questi tentativi di riprendersi la scena. Il ruggito dell’animale ferito probabilmente non finirà qui.
Il tratto, per quello che si evince dal foglio riprodotto e pubblicato sui giornali (ma avendo avuto la possibilità di visionare in passato un originale, mi sembra invariato), evidenzia un approccio sensoriale, spontaneo e diretto. I contatti e l’affettività continuano ad avere un’importanza notevole, l’approccio è istintuale, e caloroso. L’aspetto sensoriale e la pulsionalità ancora decisamente presente (negli allunghi inferiori ben delineati) indicano un forte bisogno di corresponsione affettiva che però, limitando la lucidità emotiva, non sempre gli permettono di optare per scelte ragionevoli. Difettano in particolare la presa di distanza dalle relazioni e l’obiettività dei giudizi.
Giorgia Meloni, nominata Ministra per la gioventù proprio nel Governo Berlusconi IV, la più giovane della storia dell’Italia repubblicana e la seconda più giovane della storia dell’Italia unita, nel piccolo reperto grafico esaminato non in originale, offre l’immagine di una personalità energica e risoluta.
Il tracciato grafico caratterizzato da forme dall’aspetto rotondo e concentrico, piuttosto femminile, in ghirlanda anellata ci parlano di abilità, perseveranza nello sforzo ed efficacia nell’azione.
Concreta e determinata, ha un approccio volitivo e sa procedere senza finire preda di incertezze. La grafia semplice, chiara, a tratti essenziale, offre l’immagine di una persona equilibrata che va dritta allo scopo eludendo ciò che percepisce superfluo. Non avvezza a elecubrazioni mentali, ha spirito di iniziativa ed è in grado di trarre il meglio da sé e dalle situazioni.
La finale di parola nella firma, lanciata e acuminata ci parla di reattività all’ambiente, combattività, ma nasconde anche una certa amabilità interessata e una dose di egocentrismo. La finale a tuffo nella A è segno di affermazione anche brusca, di decisione e di ricerca di realizzazioni concrete.
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