Tubettoni e ceci di Lucia Peralta Buzzanca
La pasta con i ceci è sempre buona. Una pietanza semplice, sta alla cuoca dare un pizzico di qualcosa in più per renderla…indimenticabile.
Maria Catalano Fiore
Ricordando il mio amico Lando Buzzanca, non potevo non ricordare sua moglie Lucia Peralta Buzzanca e non citare la sua favolosa pasta e ceci. Per essere più precisa i suoi Tubettoni con i ceci.
Si dice, giustamente che: “Dietro un un grande uomo c’è sempre una gran donna”. Verissimo, anche dietro un uomo in carriera o altro c’è sempre una moglie attenta, una consigliera, confidente, moglie, amante, madre dei suoi figli ecc…
Una donna non dedita esclusivamente alla casa, anche lavoratrice, ma semplicemente presente all’occorrenza, altrettanto, ovviamente, dovrebbe fare un uomo. Sono convinta, ma non dispenso certo consigli, che un solido rapporto di coppia si costruisce sulla comprensione, sul dialogo, ma anche su una leggera e costante presenza, mai però opprimente o peggio.
Lucia Peralta, moglie di Lando Buzzanca per 58 anni ne è un validissimo esempio. Una donna minuta, carina, dolce, ma all’occorrenza molto tenace. Nonostante le attrici bellissime, che lo circondavano, le tentazioni più che umane, per Lando, Lucia è stata sempre l’unico grande amore della sua vita, tanto da tentare il suicidio, dopo la sua morte, diventare molto vulnerabile, e farsi “gabbare” un pochino.
Cosa c’entrano i Tubettoni con i ceci? anche loro fanno parte della loro lunga lunga storia d’amore.
Lucia e Lando si conoscevano da ragazzini, entrambi palermitani, dello stesso quartiere. Erano più o meno “fidanzatini”, lei 14 anni, lui 16, quando Lando decide di partire per Roma e seguire la sua passione per il cinema e la recitazione, infatti, ad appena 17 anni parte con in tasca pochi soldi, passati da sua madre. Cerca di inserirsi a Cinecittà almeno come comparsa, per guadagnarsi almeno il “cestino per il pranzo”, seguire le lezioni presso l’Accademia di recitazione Sharoff, si arrangia.
Dopo diversi mesi torna a Palermo, gli manca la sua terra e soprattutto la sua Lucia, affettuosamente “Cia”. Deve, però ripartire, considerata la sua altezza e prestanza fisica, gli hanno proposto una piccola particina nel Kolossal “Ben Hur”, le rispettive famiglie li frenano, ma loro due non ci pensano molto, entrambi minorenni, fanno la cosiddetta “fuitina” a Roma, dove poi si sposano in Chiesa.
I primi tempi, ovviamente, sono molto duri, i sacrifici tanti, soldi pochi. Con Lucia si arrangiano a vivere in una stanzetta e cercare di cucinare qualcosa. La cosa più economica sono i legumi, si possono cucinare in pignatte o pentolini, utilizzando un piccolo fornelletto.
A Lando, come ad ogni siciliano doc, piacciono i ceci, Lucia li prepara spesso anche per altre comparse o attori, che lasciano qualcosa per questo pasto caldo. Una piccola entrata che permette di variegare il menù.
Lando lo raccontava a tavola, sorridendo a Lucia, e quasi giustificando questa scelta del menù per la cena.
In effetti, la prima volta che ci ha invitato formalmente a cena a casa sua, io e mio marito ci siamo meravigliati, si sapeva benissimo nell’ambiente artistico romano che i Buzzanca raramente invitavano qualcuno in casa loro, non conducevano una particolare vita pubblica, ma solo quel tanto che bastava per promuovere un film, uno spettacolo o altro. Lucia difficilmente partecipava, era schiva, lustrini e visibilità non le si confacevano, preferiva le serate trascorse a casa sua con i suoi figli Massimiliano e Mario.
Curava molto la sua casa, una palazzina del ventennio, due appartamenti unificati su un secondo piano, più uno studio in mansarda, in posizione semicentrale a Roma. Suoi coinquilini al piano inferiore Alessandro Gassmann e Jonny Dorelli con le loro famiglie, un bel giardinetto curato e la sua amata cucina.
Ovviamente aveva un aiuto in casa, ma la Cucina era compito suo e, come precisava ridendo, se rientravi nelle sue simpatie, una bella coppa di tubettoni e ceci era assicurata.
A noi, a volte, si univa Aldo Tirone, direttore della Scuola romana di Cinematografia Sperimentale, palermitano, amico d’infanzia e di gavetta di Lando e Lucia. Persona preparata, gradevole e vera miniera di aneddoti sull’affascinante mondo cinematografico.
In effetti, antipastini o chicche erano serviti dopo, prima una bella scodella di Tubettini con ceci, poi… se i commensali non si servivano per un bis…
Realmente sapore e profumo erano imbattibili, ma quale era il segreto di questa pietanza tanto gustosa? Quando l’ho chiesto a Lucia, ha riso: “Figlia mia è l’amore, la fame, la conquista di un piatto caldo in una giornata fredda, è tanto ed è niente!”.
Una ricetta di base, comunque c’era, con qualche piccolo accorgimento. Innanzi tutto la scelta del Tubettone, il cece spesso si rifugia nel suo interno…E poi era pratica da cucinare sul fornello. Vi passo, questa buona ricetta, rivolgendo questo mio ricordo a due belle persone che si sono tanto amate e, da poco, ritrovate.
Ingredienti per 4 persone: 250/300 gr. di Tubettoni o Ditalini piuttosto grandi (o altro tipo di pasta), 400 gr. di ceci lessati (anche in scatola), alcune patate, una costa di sedano, una cipolla, un paio di foglie d’alloro, se l’avete una cucchiaiata di concentrato di pomodoro, olio d’oliva, sale e pepe q.b., se lo gradite, sul piatto, un po’ di formaggio grattugiato.
Preparazione: innanzi tutto lessate i ceci, a fuoco lento, oppure utilizzate dei ceci in scatola, lavandoli bene. Poi in una bella pentola mettete a lessare 2 o 3 patate sbucciate e tagliate, la costa di sedano, la cipolla, tutte tagliate a tocchetti piccoli. Unite le foglie d’alloro, aggiustate di sale e pepe. Se ne avete aggiungete una cucchiaiata di concentrato di pomodoro.
Una volta pronto questo tipo di brodo vegetale, togliete gli ingredienti, sicuramente molto cotti, unite un paio di cucchiai di ceci, e schiacciateli bene, teneteli momentaneamente a parte.
Nel brodo lessate la pasta, che assorbirà odori e proteine, appena cotta, ponetela in una bella coppa, unendo i ceci, ed il resto degli ingredienti ben schiacciati (se volete potete usare anche un mixer ad immersione), rigirate bene il tutto e servite tutto ben caldo.
Se ne avete, utilizzate, a tavola, coppette in coccio, tratterranno meglio sapore e calore. Potete anche accompagnare la pietanza con fette di pane bruschettato, tagliato a strisce.
Lando, sorridendo aggiungeva: “Mangiate pure, io ho sempre fame”, Lucia, “Eh si, sino a quando ti arriva ai piedi…” sottolineando ancora quanto lei fosse minuta e lui alto.
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