La tagliatella con la mollica e il ficotto
Un piatto altamente energetico e ipercalorico che si usava fare in inverno a casa dei miei genitori
Rocco Michele Renna
Nel periodo di natale a casa mia si usava una pietanza particolare, molto energetica: “La lagn rizz pu mircutt” (la tagliatella riccia con il vincotto)…
Attenzione! Ho scritto vincotto anziché ficotto come nel titolo… Come mai? Eh sì perché il cosiddetto vincotto non è fatto con mosto di uva come fa pensare la parola stessa ma invece si ottiene dai fichi bolliti, per questo da poco tempo è stato coniato il suo nome originale: “Ficotto”.
Ma bando alle ciance e passiamo alla ricetta:
Per 250 g. di tagliatelle ricce basterebbero ¼ di kilo di mollica di pane non troppo raffermo e sbriciolato, con la buccia di una arancia tagliata a dadini piccolini, passati in padella e tostati con olio e burro. Una volta ben tostati, ma non duri, li spolveri con un cucchiaio di zucchero semolato, rigirandolo nella padella e mettendolo subito via per non far caramellare lo zucchero.
Scolate le tagliatelle al dente e aggiungete 1/3 di bicchiere di ficotto con una piccola parte di mollica tostata, mescolate bene con forza in modo da fare insaporire le tagliatelle e impiattate.
Sulle tagliatelle impiattate mettete la mollica di pane tostato, 1 cucchiaio raso di zucchero semolato e quasi mezzo bicchiere di ficotto e servite.
Il piatto è ottimo sia caldo che freddo; accompagnatelo con del vino bianco secco o dolce tipo Fiano Greco o verdeca di Gravina.
A questo punto bisognerebbe cambiare il titolo al piatto della tradizione lucana? In effetti, si dovrebbe, ma una tradizione è per sempre e, secondo me, U’mrcout (il vincotto o ficotto) nel titolo rimarrà per sempre.
Buon appetito alle nostre lettrici ed ai nostri lettori, ed ai loro figli piccoli, che lo diventeranno.
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