La famiglia numerosa monoreddito al sud
Storia semi seria sulla gestione della famiglia al sud Italia, gestione che alla fine diventa una tragedia familiare. in cerca del #lavorochenonc’è”
Rocco Michele Renna
Nei tempi passati era all’ordine del giorno una famiglia numerosa: padre, madre, nonni e tanti figli, in cui l’unico a lavorare era il papà, il cui stipendio, assieme alle magre pensioni di due nonni permetteva di tirava avanti. Alle volte quel papà era costretto ad emigrare…
Oggi, come allora, una famiglia monoreddito numerosa, con un solo componente familiare che lavora, solitamente il papà, ha numerose uscite, come le bollette da pagare rincarate, la spesa quotidiana pure rincarata, il necessario per scuola e abbigliamento ecc. Un povero papà deve farsi bastare il tutto, per poter portare a fine mese tutta la famiglia. Un papà, magari figlio di quell’emigrante dei tempi passati, che oggi deve affrontare le stesse esigenze: un ritorno al passato
E se, ad un tratto un gruppo di figli decide che questo papà non è adatto alle loro esigenze e credono di auto regolamentarsi? Ecco che, la mamma e i nonni affranti assistono all’evolvere della situazione di un gruppo di figli traviati dalle false immagini di opulenza spacciate dalle televisioni.
“Vogliamo abbigliamento firmato, vogliamo divertirci come fanno gli altri, la scuola non ci piace” ecc. ecc. strillano a gran voce, mentre alcuni degli altri figli rimangono allibiti a tanto stridore di rivolta, senza alcun senso.
I ribelli sanno che quel povero papà non può permettersi quel tipo di lusso, ma affascinati dalle promesse senza fondamento dei mas media, si montano la testa e credono che ,strillando ancora più forte, otterranno veramente quello che desiderano. Un comportamento assolutamente puerile, ma ormai, abbacinati da una vita illusoria, non ascoltano nemmeno le urla di disperazione della propria coscienza, semmai ce ne fosse ancora rimasta un briciolo…
Quel povero papà disperato nel vedere l’atteggiamento di alcuni figli alla fine prese una decisione e li cacciò di casa, intimando loro di trovarsi un lavoro e di ritornare quando avessero dimostrato che potevano ottenere tutto quello che volevano.
In fondo il papà sapeva che questi figli non avrebbero potuto ottenere granché con i magri guadagni di un lavoro normale, come quello di un onesto padre di famiglia…
Gli altri figli, assistendo alla sceneggiata ed alla risposta del padre, presero la palla al balzo e si cercarono un lavoro molti riuscirono a trovarne di buoni altri meno, alcuni emigrarono e alcuni non trovarono niente.
Decisero di aiutare con il loro lavoro la famiglia facendole finalmente tirare un sospiro di sollievo, specialmente al papà, Cosi il genitore poté aiutare quelli meni fortunati che non trovarono lavoro impegnandosi esso stesso in prima persona per la ricerca di un lavoro, tanto aveva dei figli che lo aiutavano nel ménage familiare.
Che fine fecero i figli ribelli? Beh non ci è dato sapere ma, probabilmente, aperti gli occhi molti di loro, tornarono da quel papà che avevano maltrattato e fecero come i figli rimasti in famiglia.
Il papà ormai felice di avere insegnato qualcosa di buono ai propri figli rimasti aveva ancora un piccolo peso sul cuore, chissà che fine avevano fatto quelli che non sono tornati, in fondo anche loro erano figli suoi e nell’attesa di veder ritornare i propri figli capì che al sud, anche se cambiano gli stili di vita, non cambierà mai il modo di aspettare il ritorno di qualcuno con il cuore in mano.
Ormai aveva un solo pensiero fisso: “Al sud prima aspettavamo che tornasse il nostro genitore emigrante, poi è toccato ai nostri figli aspettarci e adesso siamo noi che aspettiamo il ritorno dei nostri figli”.
Al sud o sei schiavo o sei emigrante, schiavo per chi sfrutta il tuo lavoro sottopagandoti o emigrante per avere una migliore possibilità di far sopravvivere la tua famiglia. Al sud la guerra c’è tutti giorni per trovare lavoro con buona pace di chi immagina la gente del sud sdraiata sul divano a prendere il sole. Pure quello ormai è spesso latitante e la nebbia s’impossessa delle nostre città, dei nostri paesi, dei nostri borghi, talvolta in totale abbandono. Non c’è stato il terremoto. il sisma è stato “il lavoro che non c’è”.
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