Rosolio
È molto diffuso soprattutto nel Sud Italia. In particolare, in Sicilia, veniva prodotto in casa e offerto agli ospiti in segno di buon augurio.
Rocco Michele Renna
Il rosolio, detto anche “liquore del passato”, deriva il suo nome da ros solis, ossia, “rugiada del sole”; ha origini molto antiche, risalenti al periodo che va tra la fine del ‘600 e l’inizio del ‘700, momento in cui entra in commercio lo zucchero raffinato.
Inizialmente, veniva preparato dalle suore che lo servivano per accogliere ospiti importanti nei conventi. Successivamente, però, è diventato il liquore delle signore per eccellenza, grazie al suo grado alcolico moderato (generalmente tra 25 e 35 % Vol.). Era il più utilizzato per ogni tipo di festività familiare, dai battesimi ai fidanzamenti e, soprattutto, veniva offerto agli sposi novelli come buon augurio per una vita matrimoniale felice.
Il rosolio classico è un tipo di liquore, o meglio una soluzione liquorosa, derivata dalla macerazione ed infusione alcolica di petali di rosa. Oggi, però, proprio seguendo il sistema di produzione originario, vengono prodotti innumerevoli tipi di rosoli, utilizzando erbe aromatiche o anche la frutta.
A Ficarra, in provincia di Messina, una particolare ricetta consigliava di prepararlo tenendo imbottigliati insieme per una settimana l’alcool (a cui erano stati precedentemente aggiunti le scorze di tre arance macerate per quaranta giorni e della vaniglia) e uno sciroppo realizzato semplicemente con zucchero e acqua.
Sulla Murgia lucana e pugliese è possibile trovare moltissime varietà di erbe e piante selvatiche che danno origine a due differenti selezioni di rosoli:
– Selezione Frutti speciali (gelso rosso, visciole e fico d’India), da servire sempre ghiacciati, anche da accompagnare ad un buon dolce, o a sorbetti e gelati bianchi
– Selezione Erbe aromatiche selvatiche (salvia e limone, alloro, basilico, mente selvatiche, malva e santoreggia, finocchietto selvatico), ottimi a temperatura ambiente, freschi, ghiacciati e, addirittura, caldissimi/brûlé, dato che il caldo libera gli olii essenziali che contengono.
I rosoli, quindi, sono ottimi digestivi artigianali, da gustare da soli o, meglio ancora, in momenti conviviali.
Ricette per Rosolio
Ingredienti:
- 30 g. di petali di rose
- 500 g. di zucchero
- 1 litro di acqua
- 1 stecca di vaniglia
- 1 litro di alcool a 45°
Preparazione:
raccogliete in una bella giornata, tra fine maggio e metà giugno, 30 g. di petali di rose profumate, lavateli bene e asciugateli con delicatezza. Metteteli nel litro di alcool con la stecca di vaniglia e lasciateli a macerare per almeno 10 giorni, al buio, scuotendo di tanto in tanto il vaso.
Trascorso questo tempo, filtrate il tutto in un colino, unite lo sciroppo di zucchero, che avrete ottenuto sciogliendo a fuoco basso nell’acqua lo zucchero, e travasate in un grosso vaso di vetro a chiusura ermetica. È importante che lo sciroppo sia raffreddato a temperatura ambiente prima di unirlo all’alcool se si vuole ottenere un liquore ben limpido. Se invece è ancora tiepido il liquore s’intorbida.
Fate riposare il tutto per altri 15-20 giorni. Trascorso questo tempo, filtrate il liquore ottenuto in una bottiglia passandolo al colino foderato con un panno ben pulito ed aspettate qualche giorno prima di berlo.
Seconda versione, Ingredienti:
- 24 petali di rosa
- 450 g. di zucchero
- 450 ml di alcool (90°)
- 400 ml di acqua
Preparazione:
Riunite in un mortaio i petali di rosa con 100 grammi di zucchero e pestateli energicamente, sino a ottenere una polvere fine. Mettete la polvere ottenuta in un recipiente con la chiusura ermetica e unite l’alcool. Richiudete il recipiente e fate riposare il liquido per 2 settimane.
Trascorso il tempo unite il restante zucchero, l’acqua, mescolate e fate riposare il rosolio per 10 giorni. Filtrate il liquido, imbottigliate il rosolio e attendete ancora 30 giorni prima di gustarlo.
Accorgimenti: filtrate il rosolio attraverso un colino a maglie fini, in modo che non rimangano le impurità, mi raccomando perché passerò da casa vostra ad assaggiare ad uno ad uno… Poi non so in che condizione ritornerò a casa, ma non guiderò io.
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