San Sabino “Uomo di Dio”
San Sabino, vescovo di Canosa, festeggiato dalla chiesa il 9 febbraio, data della sua morte. “Uomo di Dio” è stato molto stimato dai suoi contemporanei e non solo. E’ patrono di Bari, poi San Nicola…
Maria Catalano Fiore
Oggi la Chiesa Cattolica Apostolica romana festeggia San Sabino, legato pontificio presso Costantinopoli e vescovo di Canosa dal 514 alla sua morte. Sabino o Savino, nato a Canosa nel 461 d.C. e qui morto, a 105 anni, il 9 febbraio 566 d.C.
Sabino “Uomo di Dio” veniva indicato già da Papa San Gregorio Magno (m. 604 d.C.) ed ha avuto rapporti personali con grandi del suo tempo, come San Benedetto (480-547 d.C.) , ben 5 papi e tenuto in notevole considerazione dagli imperatori Bizantini Giustino (450-527 d.C.) e Giustiniano (482-565 d.C.). Un anonimo suo agiografo, indicato come “Anonimo Canosino” così sintetizza l’apostolato di San Sabino: “Era dedito alla pietà, benefattore dei poveri, largo di ospitalità verso i pellegrini, sollievo degli orfani, protezione sicura delle vedove”.
Vescovo e patrono di Canosa, di Torremaggiore, di Atripalda, e con tante altre Chiese a lui intitolate nel mondo, ma soprattutto, cosa che non tutti sanno o che hanno dimenticato, patrono della città di Bari, già prima di San Nicola, poi in coppia, anzi in gruppo.
A Bari, nella cripta della maestosa Cattedrale romanica, a lui dedicata, sorta su una precedente struttura bizantina, si conservano le sue reliquie traslate da Canosa nell’851 d.C., quando il vescovo Angelario, decide i portare i resti a Bari per dar lustro alla città in un periodo storico in cui era governata dai saraceni.
I patroni della città di Bari sono ben 4 in ordine temporale: San Spiridione, San Sabino, San Nicola di Myra e la Madonna Odegitria.
Anche i Santi sono stati dettati dalle mode? il noto studioso, lo storico ed archeologo bizantinista e di letteratura cristiana antica Nino Lavermicocca (1942-2014) avrebbe commentato ridendo: “Assolutamente si! Per debellare la simonia sono occorsi secoli”. La simonia è la: “compravendita di beni sacri spirituali , nonché di cariche ecclesiastiche e anche il peccato commesso da chi ne fa commercio“. Il Sommo Poeta, Dante, colloca i simoniaci, tra i dannati a testa in giù poiché: “essi preferirono guardare alle cose terrene, piuttosto che a quelle celesti”. Tante erano anche le reliquie falsamente procurate e vendute…sino alla ferma presa di posizione di Papa Gregorio VII (1015-1085).
Un tempo veneratissimo, San Sabino, vescovo di Canosa, è stato soppiantato, quindi, dall’arrivo “scenografico e internazionale” di San Nicola, e delle sue spoglie trafugate in modo rocambolesco. Nessuna vera guerra tra i due santi, ma solo episodi di scaramuccia tra le due opposte fazioni. Anche la costruzione di una seconda cattedrale, poi diventata Basilica non crea problemi. Tutto zittito nel 1793 con un “Regio decreto della Sacra Congregazione dei Riti”, che dichiara che entrambi i santi hanno diritto ad essere i patroni della città di Bari. Controverso poi il decreto ecumenico che riconosce a San Nicola, nel 1961, un ruolo di “Leadership” sul capoluogo pugliese.
Sulla facciata della Cattedrale barese di San Sabino, presenta sulla cornice del portale di ingresso entrambe le statue dei protettori: San Sabino in abiti vescovili e con mitra a punta sulla testa, e accanto, quella di San Nicola, con la mitra tondeggiante, caratteristica dei vescovi orientali.
C’è da aggiungere che mentre le spoglie di San Nicola, poste nella cripta della Basilica, sono visibili al pubblico e meta di pellegrinaggi da tutto il mondo, le spoglie di San Sabino giacciono semi-dimenticate nella cripta della Cattedrale protette da una pesante balaustra in legno chiusa da un cancelletto che non permette la vista delle reliquie.
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