Afghanistan: i talebani vietano i contraccettivi

“Sono una congiura dell’Occidente”

Gianvito Pugliese

The Guardian, dopo aver evidenziato che non è stata emessa alcuna ordinanza ufficiale di divieto da parte del ministero afghano della Salute, ha reso noto che i militanti afghani hanno “visitato” ostetriche e farmacie sia a Kabul, che a Mazar-i-Sharif, intimando di astenersi dal vendere e di disfarsi di tutte le pillole e i sistema contraccettivi.

I talebani hanno, infatti, deciso di vietare l’uso e la vendita di contraccettivi nelle due principali città afghane; secondo i loro leader politico-religiosi le donne che li usano assecondano “una cospirazione occidentale per controllare la popolazione musulmana“.

Un farmacista di Kabul riferisce: i talebani “controllano regolarmente ogni farmacia e noi abbiamo smesso di venderne“. Un’ostetrica, sarebbe stata minacciata più volte e un comandante talebano le ha ingiunto di non “promuovere il concetto occidentale di controllo della popolazione –perchè- é un lavoro inutile“.

Questa è l’ennesima decisione talebana mirata contro le donne: segue al divieto di studiare, di lavorare in organizzazioni internazionali e di uscire da sole, senza il controllo di un uomo.

E’ decisamente avvilente essere tenuti a dare queste notizie, che certamente non vanno nascoste, sapere che l’occidente ha lasciato quelle donne al loro infame destino e assistere a quanto poco sta facendo il mondo civile per impedire queste dementi crudeltà.

L’occidente, e tutti gli individui sempre pronti a voltarsi dall’altra parte per non vedere, devono capire e sapere che fino a quando esisteranno queste ed altre polveriere nel mondo (guerre, vendette tribali, neocolonialismo, riduzione in schiavitù…) non ci sarà Pace sulla terra e prima o poi quelle nefandezze busseranno alla porta di casa nostra. Lo diciamo chiaro e forte a chi non vuole vedere altro che il proprio orticello e si auto assolve con un “ed io che ci posso fare”.

Ricordiamo una frase celebre di Martin Luther KingCiò che mi spaventa non è la violenza dei cattivi; è l’indifferenza dei buoni.

Riflettiamoci, perché non sia morto invano.

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