Da quanti secoli siamo in bagno? o cesso o wc?
PILLOLE DI STORIA : In quanti nomi lo possiamo declinare questo posticino super privato e tanto bramato e necessario in alcuni momenti?
Maria Catalano Fiore
L’argomento è particolare, ma è pur sempre di uso comune ed ha una storia. Certo i nostri antenati non usufruivano di vasche idromassaggio, nè di water dal sedile imbottito o acqua corrente da rubinetti iper- tecnologici o placcati oro. A dirla tutta il 98 % della popolazione mondiale attuale non li ha….
la Storia, anzi ancor prima l’archeologia, come ci documentano reperti, ci mostra dei veri bagni, delle sedute collegate ad un pozzo nero dove si convogliava il tutto per disperdersi come concime. Forse erano più corretti di noi che per anni abbiamo inquinato falde acquifere ed altro.
Del resto è arcinoto che i soldati romani dovunque si accampassero, prima ancora di montare le tende, scavavano un pozzo nero, ben profondo dove convogliare tutto, anche i rifiuti, dove ogni sera gettavano poi su un po di terreno, per non attrarre mosche ecc…. I romani erano dei veri salutisti: per prima cosa approvvigionamento di acqua per bere, ma anche per lavarsi e pozzo nero per i rifiuti.
Anche in città, non erano da meno. Tutti in fila! Le foricae, i gabinetti pubblici dell’antica Roma, erano infatti costituiti, da diversi secoli, da una sfilza di fori ricavati su grandi basamenti in pietra, addossati alle pareti di una stanza ben areata, spesso un portico coperto, vicino alle Terme, al Foro o alle vie trafficate. Sotto il sedile passava il canale di scolo dell’acqua delle vasche termali o piovane, che trasportava gli sforzi intestinali romani verso la più vicina cloaca. I romani stavano tutti insieme, come in poltrona, senza formalizzarsi troppo. E non era diverso in altri centri, come per esempio Pompei ….
Considerate le spille e cosette varie ritrovate, anche le donne frequentavano questi luoghi, probabilmente in orari diversi, considerata la vicinanza dei sedili tra loro. Anche queste latrine avevano graffiti sui muri, spesso erano decorate da mosaici, ma non certo come i nostri bagni in comune, tipo sull’autostrada, spesso impraticabili. Ai romani, in un posto così confortevole veniva voglia, spontaneamente, anche di scambiare quattro chiacchiere, fare affari, mangiucchiare. Molti, poi, secondo quanto diceva scherzando, il poeta Marziale, approfittavano per scroccare inviti a cena. In queste foricae spesso erano presenti anche statue della Dea Carnea, invocata per favorire i movimenti intestinali, o della Dea Igea che soprintendeva all’igiene personale. Una curiosità è nei bagni dei legionari in servizio in Britannia nel II sec. d.C.. Questi, per evitare il freddo gelido della pietra applicavano una ciambella di legno un po riscaldato.
Con la caduta dell’impero romano, le cabine diventano singole, in legno, sempre con panca forata sotto la quale si apriva un canale o una fossa, ma senza porta, per consentire una migliore aereazione.
Durante il medioevo sino a tutto il rinascimento ecc….il problema diventa molto serio e molto meno igienico. Si cominciarono ad usare i vasi da notte, ma mentre nei piccoli insediamenti si svuotavano in fosse o nei terreni per concimarli, in cittadine o città si svuotavano tranquillamente dalle finestre. La città più sporca ed insana in assoluto, è stata sino ad inizio 800 e più Londra. In alcuni giorni venivano addirittura chiusi dei vicoli o stradelle per quante schifezze e deiezioni corporali contenevano. Figuriamoci l’odore per la corte reale inglese, nel 1596, l’architetto John Harrington progettava un bagno simile a quelli romani con un sistema di valvole d’acqua che chiamò Ajax dall’eroe greco Aiace che in inglese assomiglia a latrina.
Tante le vignette satiriche, soprattutto delle altre nazioni su Inghilterra ed anche Francia, dove pare solo i nobili usufruissero di pitali personali, svuotati dalla apposita servitù poi chissà dove.
Indubbiamente, vista la quantità di nobili che soggiornava a sbafo a Versailles, molti ironizzavano che per questo motivo i Giardini prosperavano cosi’ floridamente, più delle pance dei suoi ospiti.
Ma i mille nomi per indicare il bagno da dove ?
Nei secoli il gabinetto, inteso sia come stanza che come contenitore, ha ricevuto tantissimi nomi diversi. Tutti con un unico scopo: mascherarne il suo reale uso. Per ingentilirlo, soprattutto fuori casa, alcuni lo chiamano “Toilette“, ma nel 1246 per il re Enrico III di Inghilterra era il ” Seggio Culatorio”. Il più volgare “cesso” ha il suo precedente nel verbo latino “Cedere”, che significa “ritirarsi-appartarsi“, ma anche lo spoetizzante “Latrina” viene dal latino lavare: prima della costruzione dei grandi bagni pubblici era infatti il luogo in cui i romani si lavavano. Anche i W C , abbreviazione inglese per water closet , in origine era il “ripostiglio per l’acqua” cioè lo stanzino dove veniva collocato il vaso. Reali, Castellane e cavalieri usavano il Guarderobe, mentre la “seggetta“, usata dai re francesi dal XVI secolo, era conosciuta come “comode” sedia per gli affari, sedia chiusa, sedia necessaria o, come fu definita nel dictionnaire de L’Amebleu ment il mobile odoroso.
Sino ai nostri attuali bagni il percorso diventa lungo, ma sarà poi vero che siamo veramente più puliti degli antichi greci o romani? Per contrastare la Pandemia, ancora oggi ci raccomandano di lavarci bene le mani, come bambini, per non parlare delle infezioni urologiche, eppure uno o più bagni li abbiamo, la cognizione di pulizia poco. Il bidet, ad esempio, è usato giornalmente e spesso solo in Italia, in altre nazioni non esiste proprio. Sarà pur vero che altri popoli dicono di fare più docce, ma dubito, ogni volta che frequentano il privè….si lavino ….
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