20 Febbraio 1909 nasce “Il Futurismo”
Filippo Tommaso Marinetti nel suo studio con i suoi manifesti sul Futurismo.
Maria Catalano Fiore
Poche volte si può attribuire una data precisa, o un artista preciso alla nascita di un modus operandi o altro. Per il Futurismo c’è: il 20 febbraio 1909 Filippo Tommaso Marinetti pubblica il “Manifesto del Futurismo” sul jornal quotidiano francese “Le Figaro”.
“Il Futurismo” nasce, a Milano, come “Movimento letterario, culturale, artistico e musicale” E’ stato, da quel 20 febbraio 1909 il Movimento artistico che ha avuto, in campo creativo, più influenza e diffusione sia nel Vecchio che nel Nuovo Continente. I Futuristi esplorarono ogni forma di espressione dalla pittura, alla scultura, alla letteratura (poesia e teatro), alla musica, alla danza, alla fotografia sino al cinema e persino alla gastronomia.
La denominazione “Movimento Futurista” si deve al poeta Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944)a cui si affiancano Giacomo Balla, Luigi Russolo, Carlo Carrà, Fortunato Depero, Gabriele D’Annunzio (per un certo periodo pre-bellico) ed una donna la pittrice Benedetta Cappa, detta Benny, oltre che pittrice anche scenografa e scrittrice, esponente di spicco del futurismo e moglie di F. T. Marinetti, e poi tanti altri.
Aggressivi, violenti, guerrafondai: I Futuristi certo non brillavano per simpatia. Però con il loro fervore e la loro irruenza sono riusciti a portare l’Arte fuori dalle accademie, tra la gente (cosa non riuscita del tutto ad impressionisti ed espressionisti). Celebri le loro “Serate Futuriste”, in teatri o altri posti, rivolte ad un pubblico di ogni estrazione sociale che veniva coinvolto man mano nelle loro performance. I Futuristi con il culto del progresso e del movimento hanno svecchiato un universo culturale che si stava esaurendo, ovviamente a modo loro.
Il Movimento Futurista nasce nel 1909 si chiude definitivamente nel 1944, con la morte di F. T. Marinetti, sviluppandosi in due e fasi: la prima dettata nel Manifesto, che sancisce i dettami cardine per i seguaci. A questo Manifesto ne seguiranno altri come “Il Manifesto dei Pittori Futuristi “e il “Manifesto tecnico del Futurista” pubblicati nel 1910 a Milano. Non saranno gli unici.
Uno dei punti chiave del Futurismo è l’esaltazione del “Moderno” con le sue automobili, le industrie e gli aeroplani unito all’esaltazione della guerra, del patriottismo e del militarismo. La loro irruenza è il definitivo distacco con la Cultura del passato considerata nervosa, borghese e sorpassata. Soggetti preferiti le automobili, le industrie, le folle agitate, parole chiave “Dinamismo e movimento”.
Principale esponente delle Arti figurative è Umberto Boccioni nato a Reggio Calabria nel 1892, nel 1899 si trasferisce a Roma dove, nel corso dei suoi studi, conoscerà Gino Severini e Giacomo Balla. Nel 1910, dopo un viaggio e soggiorno in Russia, seguendo una donna e il miraggio dei pittori russi, si associa al Movimento Futurista in modo così totale da arruolarsi e lasciare la vita nel 1916.
La morte di Giacomo Balla e di molti altri giovani artisti , seguaci del futurismo, la fine del primo conflitto mondiale, una guerra tanto cruenta e tanto inutile, determina una spaccatura nel Movimento. Tutto ciò che era nato a Milano, si proietta verso Roma abbracciando settori prima ignorati quali tipografia, pubblicità, fotografia e cinema. Personaggi come Achille Funi, nato vicino Trento nel 1892, pur aderendo alla seconda fase dei Futurismo, diplomatosi a Brera (la tanto vituperata Accademia) resterà ad insegnarvi dal 1939 al 1960. Sarà coautore con Balla del Manifesto “la risoluzione Futurista dell’Universo” nel 1915. Morirà nel 1972.
L’aggressività resta un fattore importante alla base del movimento, come esaltazione dello Spirito Patriottico della guerra “Sola igiene del mondo” che avvallerà poi anche il forte legame con l’ideologia fascista e che causerà l’implosione del Futurismo con la seconda guerra mondiale e la definitiva cancellazione con la morte di F.T. Marinetti nel 1944.
A livello tecnico, molti critici hanno rilevato, tra la pittura futurista e la cubista molti punti di contatto come il rifiuto di far uso della prospettiva canonica.
In Letteratura F.T. Marinetti lancia le sue “Parole in Libertà” sdoganando i modi di scrivere poesie in versi , rime ed anche la prosa.
Fa parte del Movimento Futurista anche la tecnica del “Fotodinamismo futurista” del regista Anton Giulio Bragaglia. La tecnica è la stessa: lunghe esposizioni fotografiche di soggetti in movimento che permette di ottenere effetti particolari che mirano al dinamismo. La tecnica di Bragaglia fu inizialmente osteggiata dai “maestri” (Boccioni in primis) contrari a considerare la Fotografia una forma d’Arte. Dovette intervenire lo stesso Marinetti per dare legittimità firmando nel 1930 insieme a Tato – Guglielmo Sansoni (Bo 1896-Roma 1974) artista futurista, uno dei protagonisti della aereopittura il “Manifesto della Fotografia”.
Il Cinema avrà una decisa impennata con i film di Anton Giulio Bragaglia e dei suoi fratelli con i quali fonda, a Roma, la “Casa d’Arte Bragaglia” ed un Teatro indipendente. Il loro padre era Capo tecnico dei Cines Studios. Nel 1930 Anton Giulio lo raggiunge, ma sarà suo fratello Carlo Ludovico Bragaglia a sfondare come regista a Cinecittà.
Carlo Ludovico (1894-1998) Veterano della prima guerra mondiale, ferito gravemente, viene congedato come “Grande invalido di seconda categoria” e due croci di guerra. Suo un primo vero film, nel 1933, con Totò “O la borsa o la Vita” di natura dinamica, ma anche comica. Dirigerà film dal 1933 al 1963.
Al suo attivo un centinaio di film principalmente d’avventura, parecchi con Totò. In occasione dei suoi 100 anni, nel 1994, Il “Festival Film di Locarno” in Svizzera ne ha proiettato una retrospettiva dei suoi film più significativi. Da centenario lucidissimo diventa un famoso narratore dei primi tempi del Cinema italiano. Muore a Roma, nel 1998, dopo una caduta in casa in cui si frattura il femore.
Con lui si esaurisce anche la memoria storica di quel Movimento tanto dinamico da aver sovvertito, poi tutta la creatività del secondo dopoguerra.
Per commenti, precisazioni ed interventi potete utilizzare il “Lascia un commento” a piè dell’articolo, o scrivere alle e-mail info@lavocenews.it della redazione o direttore@lavocenews.it, per seguirci su facebook potete mettere cortesemente il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivervi al gruppo lavocenews.it grazie.