A Venezia riapre la stanza/museo della Duse.
A Venezia , dopo due anni riapre la stanza/museo dedicata interamente alla Diva Eleonora Duse. Per visitarla bisogna prenotarsi presso teatromelodramma@cini.it.
Maria Catalano Fiore
Finalmente riapre a Venezia, all’interno della Fondazione Giorgio Cini, lo spazio dedicato alla Divina Eleonora Duse
Un vero peccato allontanare, ancora, la Diva dal suo pubblico dopo oltre due anni di chiusura forzata del bellissimo ed interessante salone: “La Stanza di Eleonora Duse”
Vi è uno spazio, infatti, un ampio salone, nella Fondazione Giorgio Cini, sull’isola di San Giorgio Maggiore, dedicata alla grande attrice Eleonora Duse (1858-1924) senza dubbio l’attrice teatrale più grande di tutti i tempi.
La stanza della Musa del poeta e scrittore Gabriele D’Annunzio, già regina incontrastata del teatro italiano tra 800 e 900. Qui si trova anche il suo archivio personale, ora tutto riapre in previsione della celebrazione del centenario della sua scomparsa, che cadrà nel 2024.
In questa previsione sono in programma tre eventi espositivi. Il primo organizzato dall‘Istituto per il Teatro e il Melodramma” diretto da Maria Ida Biggi si apre con una mostra, la prima delle tre che andranno ad indagare sulla vicenda biografica e artistica dell’attrice, partendo dalle origini, in questo anno dal rapporto della Duse con Venezia ed il Veneto.
Questo primo approccio aperto dal 13 maggio al 16 dicembre 2022 offre una ricca selezione del “Fondo fotografico dell’Archivio Duse” (il più ricco esistente al riguardo) che la ritraggono sia in momenti privati, sia mentre posa, sia in abiti di scena.
Il suo legame con Venezia affonda le radici nell’infanzia. Nata a Vigevano da una famiglia di attori clodiensi (come tutti all’epoca) trascorse l’infanzia tra il nomadismo del padre Alessandro Vincenzo Duse (1800-1892) e della madre Angelica Cappelletto (1833-1906) andando in scena sin da bambina.
A 4 anni interpreta Cosetta in una versione teatrale de “I Miserabili” di Victor Hugo, il successo arriva da giovanissima interpretando Teresa Raquin di Emile Zola. Nel 1980 è già in grado di scegliere il suo repertorio e di collocarsi all’interno della società della seconda metà dell’800 e di farne un ritratto impietoso. La predominanza del Dio Denaro e la condizione della donna.
La Duse aveva amicizie con alcune delle personalità più note all’epoca come Sibilla Aleramo e la danzatrice Isadora Duncan e una rivalità con Sarah Bernhardt, qualcosa di molto personale.
Nel 1881 Eleonora sposa Tebaldo Marchetti, in arte Checchi, attore, nasce una bambina Enrichetta. L’unione è infelice, i due si separano.
Nel 1884 si lega allo scrittore e librettista d’opera Arrigo Boito, mantenendo la cosa sul privato.
Più volte, avrebbe voluto nella sua vita desiderio di ritirarsi a Venezia, ma questo sarà, solo per un periodo, nel 1894, quando si trasferisce a Palazzo Barbaro-Wolkoff, sul Canal Grande, di fronte alla Casetta Rossa che ospiterà proprio D’Annunzio.
La Duse e D’Annunzio si incontrano una prima volta nel 1882. Tredici anni più tardi comincia la loro relazione, ma nel 1904 la loro travagliata storia d’amore è già finita, si incontrano, un’ultima volta per puro caso, a Milano nel 1922.
Questa storia ha appassionato gli italiani di inizio 900 tanto da incidere sulla cultura del paese. Due grandi protagonisti: la Divina e il Vate, tre i posti salienti in cui vivono il loro amore Roma dove la Duse trionfa nei Teatri e il Vate nei Salotti dove si incontrano; vicino Firenze dove i due costruiscono il loro nido d’amore e Venezia in due case distinte.
Non c’è dubbio che per la Duse D’Annunzio ha scritto i suoi migliori testi teatrali, ma questo farà parte della seconda mostra sulla Divina.
Nel 1909 al culmine del successo, abbandona il teatro, dove torna solo nel 1921, spinta dalle necessità economiche. Interpreta il suo unico film “Cenere”, tratto dall’omonimo romanzo di Grazia Deledda.
Un film diretto ed interpretato da Febo Mari nel 1916 a cui la Duse partecipa attivamente per la sceneggiatura.
Eleonora Duse muore di polmonite nel corso dell’ultima tournee statunitense a Pittsburg, il 21 aprile 1924. Ovviamente la sua salma rientra in Italia, ad Asolo, nel posto in cui aveva previsto e dove c’è un lascito di quasi tutte le sue cose. Lascito che sarà sistemato, secondo i suoi voleri dalla figlia Enrichetta e dalla nipote Eleonora. Entrambe si ritirano in convento dopo qualche anno.
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